Afghanistan: dopo siccità e sfollamento rischio fame per bambini e famiglie anche per aumenti fino al 63% dei prezzi di cibo, gas e benzina

Milioni di bambini in Afghanistan rischiano la fame a causa dell'aumento dei prezzi del cibo, della siccità e dello sfollamento. Questo è l’allarme lanciato da Save the Children - l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro - dopo che le Nazioni Unite hanno riferito che il costo di grano, riso, zucchero e olio da cucina è aumentato di oltre il 50% rispetto al periodo precedente al Covid-19.

Lo staff di Save the Children presente a Kabul, Faryab e Kunduz riporta un aumento dei prezzi fino al 63% nell'ultimo mese su beni come farina, benzina, legumi e gas e l'Organizzazione avverte che l'aumento dei prezzi impedirà a molte più famiglie di permettersi questi beni primari.

I prezzi del cibo e del carburante erano già aumentati dall'inizio della pandemia ma sono schizzati alle stelle dopo l’escalation del conflitto a maggio. Si prevede un ulteriore aumento dei prezzi causato dalla chiusura delle frontiere e dallo stop alle importazioni che ridurrà la disponibilità di beni primari. Ad esempio in soli due mesi, da giugno 2021 ad agosto 2021 a Kunduz il prezzo della farina è aumentato del 40,6% e quello dei legumi del 30%, il costo del gas è cresciuto del 63,4% e quello della benzina del 20%. A Faryab si è avuto un incremento del 30,7% per il prezzo del gas e del 15,7% per i legumi, mentre a Kabul, dove i prezzi erano già molto più alti, l’aumento maggiore si registra per il gas il cui prezzo è aumentato di circa il 18%.

Secondo un sondaggio condotto da Save the Children all'inizio di questo mese su 630 nuove famiglie sfollate a Kabul, tutte le famiglie intervistate si sono dovute indebitare per acquistare cibo: molte famiglie sono state costrette a vendere i loro beni, ridurre i pasti o mandare i figli a lavorare per comprare il cibo. Inoltre, l’Organizzazione avverte che potrebbe essere ancor più difficile acquistare beni alimentari a causa dell’inoperatività di banche e sportelli automatici, che impedisce alle persone di accedere ai propri risparmi.

Secondo le stime, nella seconda metà dell’anno, 5,5 milioni di bambini afghani affronteranno livelli emergenziali di fame e Save the Children avverte che questo numero potrebbe aumentare a causa degli effetti combinati di siccità, Covid-19 e dell'interruzione degli aiuti umanitari dopo l’insediamento dei talebani. “Il cibo sarà inaccessibile per molte famiglie a causa dell’aumento dei prezzi, soprattutto per quelle sfollate che vivono con pochissimo. Conflitti, siccità e Covid-19 hanno già spinto milioni di bambini alla fame e alla miseria in Afghanistan ma ora sono ancora più vicini all'orlo della carestia” ha dichiarato Athena Rayburn, responsabile Advocacy di Save the Children in Afghanistan.

Save the Children è un'organizzazione indipendente, imparziale e politicamente neutrale che opera in Afghanistan dal 1976 con interventi salvavita per i bambini e le loro famiglie in tutto il Paese. L'Organizzazione, che nel 2020 ha fornito servizi sanitari, di accesso all’educazione e protezione dell'infanzia, di nutrizione e sussistenza, ad oltre 1,6 milioni di afghani, ha dovuto sospendere temporaneamente gran parte delle proprie attività ma è pronta a riprenderle non appena le condizioni di sicurezza lo consentiranno.

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