Calais: 300 minori esclusi
Il Regno Unito deve onorare i suoi obblighi internazionali concedendo asilo ai minori aventi diritto, mentre gli altri devono essere aiutati a rimanere in Francia. I bambini non accompagnati sono a rischio di gravi forme di abuso, sfruttamento e traffico e devono essere protetti.
“Quasi 300 bambini non accompagnati, molti dei quali sono arrivati in Europa dopo essere fuggiti da zone di guerra, potrebbero essere costretti ad abbandonare le loro abitazioni di fortuna nel campo di Calais conosciuto come “La Giungla”. Questi bambini sono sotto la responsabilità condivisa della quinta e sesta nazione più ricca al mondo, eppure il campo è di fatto diventato una terra di nessuno dominata da sporcizia, paura e dalla mancata protezione dei bambini soli e vulnerabili.” Kirsty McNeill, Direttore delle Campagne a Save the Children, commenta così un’eventuale decisione giudiziaria che possa confermare nelle prossime ore lo sgombero forzato dell’ormai tristemente celebre campo di Calais.
“Il Primo Ministro David Cameron ha promesso solo poche settimane fa di intensificare gli sforzi per riunire i bambini non accompagnati con le loro famiglie nel Regno Unito. Adesso è il momento di mantenere la parola data. Molti dei bambini presenti nel campo hanno il diritto legale di ricevere asilo nel Regno Unito. Il governo dovrebbe onorare i suoi obblighi legali e permettere ai bambini non accompagnati che hanno famigliari nel Regno Unito di ricevere l’affetto e le cure dei loro parenti. In caso contrario, i bambini sarebbero costretti a scegliere se mettersi nelle mani dei trafficanti o seguire i binari del treno,” prosegue McNeill.
“I bambini che non hanno alcun famigliare nel Regno Unito dovrebbero essere aiutati a chiedere asilo in Francia. In questo momento si profila l’ipotesi che il campo possa essere raso al suolo prima che sia chiaro se la Francia sia pronta a farsi carico di tutti minori che risulterebbero sfollati. L’evacuazione costringerebbe bambini già estremamente vulnerabili a spostarsi verso campi che presentano condizioni ancora peggiori e a perdere la loro rete di sostegno. Se verrà messo in atto questo piano totalmente miope, il numero dei bambini che rischiano la vita cercando di raggiungere il Regno Unito aumenterà sicuramente,” conclude McNeill.
Sostieniamo le organizzazioni già presenti e attive a Calais e abbiamo formato personale e volontari sul tema della protezione ai minori (per esempio nel fornire un primo soccorso psicologico). Supportiamo una biblioteca che offre programmi educativi per bambini e un centro giovanile che lavora con centinaia di minori vulnerabili nel campo. Questi progetti, che offrono un senso di stabilità fondamentale per i bambini e i giovani, sorgono proprio nell’area che verrebbe demolita.
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