Cambiamenti climatici: Save the Children, le calamità naturali aumenteranno del 320% nei prossimi 20 anni se i leader mondiali, riuniti a Copenhagen dal 7 al 18 dicembre, non faranno scelte coraggiose per ridurre il surriscaldamento globale.

Filippine, Kenya, Vietnam, Filippine, Sumatra, El Salvador: questi sono solo alcuni dei Paesi che nell'ultimo periodo sono stati funestati da emergenze causate dai cambiamenti climatici, siano essi violenti cicloni, piogge intense o perdurante siccità. Negli ultimi anni, l’intensità e la frequenza di tali eventi sta continuando ad aumentare, passando, dagli anni ’80 ad oggi, da circa 200 a 400 all’anno, e si prevede che i disastri strettamente collegati ai cambiamenti climatici subiranno un ulteriore aumento del 320% entro il 2030

Si stima che, nel prossimo decennio, 175 milioni di bambini all’anno saranno colpiti dagli effetti dei cambiamenti climatici ed entro il 2050, ci saranno 25 milioni di bambini malnutriti in più. Le zone più interessate saranno l'Africa subsahariana e le aree costiere dell'Oceano Indiano e Pacifico.

Questo l’allarme lanciato oggi da Save the Children, alla vigilia del vertice di Copenhagen, attraverso un evento dal titolo “Futuro an-negato?”. Durante l’evento-istallazione, svoltosi stamattina  nel lago Peblingesøen, al centro della città e inaugurato dal Ministro per la Cooperazione allo Sviluppo danese, Ulla Tørnæs, alcuni manichini sono stati immersi nelle acque del lago, a simboleggiare i bambini che rischiano di vedere pregiudicato il proprio futuro a causa dei cambiamenti climatici.   

“ I cambiamenti climatici sono già una realtà e i loro effetti devastanti stanno avendo un grave impatto sulla vita di milioni di bambini. Il numero delle calamità naturali oggi è quadruplicato rispetto agli anni settanta”, ha affermato Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia.

“I bambini, soprattutto quelli dei paesi in via di sviluppo, saranno tra le principali vittime di questa emergenza globale, benché non siano minimamente responsabili della sua causa.” ha affermato Mimi Jakobsen, Direttore Generale di Save the Children Danimarca. “Le decisioni che verranno prese a Copenhagen nei prossimi giorni avranno conseguenze importanti per molti di loro: è quindi fondamentale che non siano messi da parte. Adesso è il momento di agire.”

Per questo Save the Children chiede ai governi che bambini siano tenuti in considerazione nel testo finale dell’Accordo sui Cambiamenti Climatici che verrà adottato a Copenhagen: i bambini sono particolarmente vulnerabili agli effetti dei cambiamenti climatici e pertanto ogni soluzione dovrà prevedere la loro inclusione e interventi di supporto focalizzati sui loro bisogni e priorità.

L’Organizzazione focalizza l’attenzione sui Programmi di Riduzione del Rischio, che consentono di alleviare l’impatto delle calamità naturali nelle comunità più povere. Al contempo, Save the Children Italia, crea il Fondo Emergenze per i Bambini, già esistente in molti altri Paesi che, in caso di calamità, consente all’Organizzazione di disporre dei mezzi necessari per portare aiuti tempestivi, senza dover attendere il tempo necessario a far partire la raccolta fondi. “Le prime ore dopo un catastrofe naturale sono cruciali per salvare migliaia di vite e spesso raccogliere le risorse e organizzare l’intervento a supporto della popolazione può richiedere molto tempo, troppo”, conclude Valerio Neri.

Alcuni dati
I cambiamenti climatici  sono una seria minaccia per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (OSM) entro il 2015, soprattutto quelli legati alla riduzione di fame e povertà (1° OSM) (1) e al miglioramento della salute materno-infantile (4° e 5° OSM) (2) , con il rischio di annullare quei pochi passi avanti che sono stati compiuti fino ad oggi.

Il trend dei cambiamenti climatici e le calamità naturali ad essi correlate avranno un particolare impatto sui bambini, aumentando in modo esponenziale la già elevata incidenza delle più gravi cause di mortalità infantile.

La diarrea è causa di morte per due milioni di bambini all'anno: circa 85.000 di queste morti sarebbero direttamente legate ai cambiamenti climatici. Si stima che i casi di diarrea cresceranno in media dal 2 al 5 %, mentre in alcune zone dell'Africa si toccherà addirittura un aumento del 10%.

La scarsità d'acqua è un problema che affligge un miliardo e 300 milioni di persone all'anno, ma se la temperatura globale aumenterà di altri 2°, il numero di queste persone è destinato a raddoppiare.

La malaria uccide un milione di bambini ogni anno, l'80% dei quali ha meno di 5 anni. Con l'aumento delle temperature saranno circa 2,5 miliardi le persone a rischio di contrarre la malattia.

178 milioni di bambini soffrono di malnutrizione o rachitismo nei paesi in via di sviluppo, 3,2 milioni  muoiono per malnutrizione ogni anno. A causa della siccità, in alcune paesi dell'Africa Sub-sahariana, come Burkina Faso, Malawi, Kenya, il raccolto subirà un decremento del 50%  entro il 2020, mentre nelle regioni dell'Asia subtropicale, le coltivazioni di riso e mais diminuiranno fino al 40%. La già drammatica crisi alimentare in Africa orientale sta peggiorando rapidamente: circa 20 milioni di persone sono oppresse dalla fame e hanno bisogno di urgenti aiuti alimentari. Solo in Etiopia e in Kenya, rispettivamente 6,2 milioni e 4 milioni di persone sono al limite della sopravvivenza. Secondo alcune stime, entro il 2050, ci saranno 25 milioni di bambini malnutriti a causa degli effetti dei cambiamenti climatici.

La scarsità di risorse prodotte dai cambiamenti climatici e dalle calamità naturali, aumenta la competizione per accaparrarsi la risorse stesse, acuendo le tensioni e le possibilità di conflitto negli stati più fragili, le ondate migratorie.

L’intervento di Save the Children in emergenza
Save the Children è da sempre in prima linea per aiutare i bambini colpiti dalle calamità naturali e le loro famiglie, come nel recente tifone che ha colpito il Sud-est Asiatico e le alluvioni nel sud dell’India, che hanno causato molte perdite umane. Sono passati 5 anni dal terribile tsunami che nel 2004 ha colpito il sud-est asiatico e durante il quale l’Organizzazione è intervenuta portando aiuto ad un milione di persone, ma non sono state ancora effettuate scelte atte ad evitare catastrofi del genere e la conseguente perdita di migliaia di vite.

Save the Children ritiene che i cosiddetti Programmi di Riduzione del Rischio di Disastro (DRR – Disaster Risk Reduction) siano il primo passo per ridurre l’impatto delle catastrofi naturali e includono gli interventi più vari, dalla costruzione di rifugi sicuri, ai piani di evacuazione e pre-allerta, che coinvolgano tutti gli abitanti, le istituzioni e le organizzazioni. All’interno di questi programmi, devono essere anche previsti appositi interventi rivolti ai bambini che, in caso di disastri naturali, li aiutino ad individuare immediatamente i pericoli e li rendano in grado di mettersi in salvo. Si stima che per ogni dollaro investito per prepararsi ad affrontare un disastro naturale, se ne risparmiano sette che sarebbero necessari a ripagare i danni causati dallo stesso.

Importante, inoltre, essere in grado di intervenire in tempi brevissimi quando si verifica un’emergenza, mediante la distribuzione di beni di prima necessità, come acqua, cibo, kit medici, o costruendo aree dedicate ai bambini per proteggerli dai traumi, dalla violenza ed evitare che vengano separati dalle famiglie. Per consentire questo intervento immediato, Save the Children lancia anche in Italia l’apposito Fondo Emergenze per i Bambini, già esistente in numerosi Paesi, che consente all’Organizzazione di avere a disposizione i mezzi necessari per portare aiuti tempestivi, senza dover attendere il tempo necessario per raccogliere le risorse, tempo che spesso fa la differenza tra la vita e la morte per un bambino.

Per contribuire al Fondo Emergenze per i Bambini, clicca qui.


NOTE:
1) Il 1° Obiettivo di Sviluppo del Millennio si propone di sradicare la povertà estrema e la fame. Attualmente 600 milioni di bambini vivono in povertà estrema
2) Il 4° Obiettivo di Sviluppo del Millennio è volto a ridurre dei due terzi la mortalità infantile, mentre il 5° si propone di ridurre di tre quarti il tasso di mortalità materna e rendere possibile l’accesso ai sistemi di salute riproduttiva. Oggi ogni anno muoiono circa 9 milioni di bambini con meno di 5 anni per cause facilmente prevenibili e curabili e 500.000 donne perdono la vita durante il parto.

Per ulteriori informazioni: 
Ufficio stampa Save the Children Italia,
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