Cambiamenti climatici: Save the Children, sono un’emergenza globale per i bambini

I cambiamenti climatici sono la più grave minaccia alla salute e sopravvivenza dei bambini nel 21esimo secolo e costituiscono una grave emergenza, sostiene Save the Children la più grande organizzazione internazionale indipendente per la difesa e la tutela dei diritti dell’infanzia che il 5 ottobre scorso ha lanciato la campagna EVERY ONE per dire basta alla mortalità infantile.

175 milioni di bambini all’anno saranno vittime dell’aumento dei disastri naturali nel corso del prossimo decennio. Alluvioni, cicloni, carestie colpiranno i bambini ancora più duramente e con più frequenza, quale effetto dei cambiamenti climatici, afferma l’organizzazione internazionale: passati da 200 ogni anno ai 400 attuali, si prevede che i disastri naturali triplicheranno (+320%) di qui al 2030.
Disastri che andranno di pari passo con un aumento della malnutrizione e di alcune malattie come malaria, polmonite, diarrea, già allo stato attuale i più pericolosi killer dei bambini.

In occasione del lancio del nuovo rapporto “Riscaldamento globale e sopravvivenza infantile nell’era del mutamento climatico”, da Barcellona dove sta partecipando con una propria delegazione all’importante Vertice Negoziale sul clima, Save the Children chiede ai leader del mondo di firmare e sottoscrivere l’ accordo sui cambiamenti climatici che sarà al centro dell’importantissimo e decisivo vertice sul clima in programma a Copenaghen a dicembre e che intende aiutare i bambini dei paesi più poveri a fare i conti con gli effetti del riscaldamento globale.

Nel suo nuovo dossier Save the Children mette in luce il fatto che i cambiamenti climatici esacerberanno quelle che già sono le principali cause di mortalità infantile, come per esempio la diarrea, la malnutrizione e la malaria.

La diarrea, il killer di 1 milione di bambini ogni anno, si stima che crescerà del 10% entro il 2020. La malnutrizione, che attualmente affligge 178 milioni di bambini ed è causa di morte per 3.2 milioni di essi ogni anno, colpirà 25 milioni di bambini in più di qui al 2050. E la malaria, responsabile di 1 milione di minori vittime ogni anno, coinvolgerà oltre 320 milioni di persone entro il 2080.

“I bambini purtroppo già stanno morendo per colpa del clima così cambiato e in mancanza di misure e azioni immediate queste morti cresceranno”, commenta Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Children Italia. “Quasi 9 milioni di bambini muoiono ogni anno prima del loro quinto compleanno per cause stupide e prevenibili come la diarrea e la polmonite. I cambiamenti climatici renderanno ancora più minacciose queste malattie. A meno che non si prendano subito provvedimenti, i cambiamenti climatici diventeranno come un treno lanciato a folle velocità con i bambini a bordo”, commenta ancora Valerio Neri.

Il rapporto di Save the Children inoltre sottolinea come saranno le persone più povere nei paesi più poveri le più colpite, poichè i mutamenti del clima riducono la possibilità per le comunità di accedere all’acqua potabile e di coltivare prodotti nutrienti, fanno salire i prezzi e facilitano la diffusione della zanzara malarica. I bambini con meno di 5 anni, nei paesi poveri, saranno i più colpiti.

Nell’Africa occidentale l’attuale crisi alimentare, esacerbata dagli imprevedibili andamenti meteorologici, sta rapidamente peggiorando: oltre 20 milioni di persone sono a rischio di grave malnutrizione e hanno un disperato bisogno di aiuti alimentari. In Etiopia, 6.2 milioni versano in questa condizione, in Kenya 4 milioni di persone rischiano di morire di fame.

“I minori nei paesi in via di sviluppo non sono responsabili dei cambiamenti climatici tuttavia sono i più colpiti e quelli che ne pagano le più pesanti conseguenze”, spiega ancora il Direttore Generale di Save the Children Italia. “Spetta quindi alle nazioni ricche che per secoli hanno prodotto anidride carbonica aiutare i paesi più poveri a fronteggiare il mutamento del clima”.

Come? Save the Children chiede ai governi dei paesi industrializzati di:

- assicurare finanziamenti per aiutare i paesi e le comunità più povere ad adattarsi ai cambiamenti climatici già in essere. I fondi debbono essere indirizzati a rafforzare salute, acqua e sistemi igienico-sanitari nei paesi più in difficoltà cosicché siano pronti a fronteggiare gli effetti dei cambiamenti climatici.

- I paesi in via di sviluppo debbono mettere a punto piani per l’adattamento ai cambiamenti climatici che tengano in conto le specifiche esigenze dei bambini e che includano un sistema di allerta precoce in grado di avvisare i pubblici ufficiali dell’arrivo di un disastro come alluvioni, cicloni, epidemie e carestie. Save the Children sta contribuendo in diversi paesi alla realizzazione di sistemi di allerta: in Bangladesh, per esempio, lavora con i volontari per garantire ai bambini e alle rispettive famiglie di essere evacuati verso i rifugi anti-ciclone quando scatta l’allarme.

- Debbono essere erogati fondi immediati e di facile accesso per supportare le persone più povere ad adattarsi all’impatto del cambiamento di clima e anche per contribuire alla resilienza delle persone e dei bambini – cioè al recupero delle proprie capacità.

Inoltre “è essenziale che la comunità internazionale firmi un accordo vincolante a Copenhagen, che comprenda anche stanziamenti per aiutare i paesi più poveri ad adattarsi ai cambiamenti climatici e che impegni i paesi sottoscrittori a ridurre le emissioni di anidride carbonica dell’80% entro il 2050”, conclude Valerio Neri. E’ in ballo la sopravvivenza del pianeta e di milioni di bambini incolpevoli”.

E' disponibile un portavoce di Save the Children a Barcellona; un b roll di immagini sul Kenya afflitto dalla siccità e dai cambiamenti climatici; foto di bambini colpiti da siccità o inondazioni in paesi come Kenya, Etiopia, Liberia, Bangladesh, Filippine.



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