Clima: un bambino su tre esposto a ondate di calore estreme nel mondo

Un terzo della popolazione infantile mondiale, ovvero 766 milioni di bambini, è stata esposta a ondate di calore estreme[1] nel periodo compreso tra luglio 2023 e giugno 2024, quando le temperature hanno raggiunto nuovi record. Lo rivela una nuova indagine di Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro, realizzata analizzando le immagini satellitari delle temperature superficiali nel mondo.

Nello stesso periodo, 344 milioni di bambini - il 15% del totale mondiale – hanno sperimentato, nel luogo dove vivono,  la temperatura più alta registrata almeno dal 1980 , mentre il numero di minori colpiti da ondate di calore estreme è raddoppiato nell’ultimo anno rispetto a quello precedente. 170 milioni di minori sono stati colpiti dal caldo estremo solo nel luglio di quest’anno, mese che ha registrato temperature senza precedenti a livello globale, compreso il giorno più caldo mai registrato[2].

I bambini di tutto il mondo stanno vivendo ondate di calore più intense e frequenti a causa della crisi climatica, che mette a rischio la loro salute fisica e mentale e diritti come l'istruzione. 

I bambini sono più vulnerabili degli adulti agli effetti del caldo, come ad esempio i colpi di calore, perché il loro corpo ha una minore capacità di regolazione della temperatura. Inoltre, il loro sistema respiratorio e immunitario è ancora in fase di sviluppo, il che li rende più suscettibili agli impatti negativi sulla salute della scarsa qualità dell'aria che spesso accompagna queste situazioni climatiche.

Il caldo estremo sta portando a un aumento dei ricoveri ospedalieri dei minori, alla diffusione di condizioni respiratorie come l'asma, oltre ad avere un impatto sulla salute mentale e sullo sviluppo generale dei bambini. Le ondate di calore stanno anche aggravando le disuguaglianze esistenti e l'insicurezza alimentare e  hanno un impatto anche sull'istruzione, causando chiusure delle scuole e una riduzione delle capacità di apprendimento. Nei mesi di aprile e maggio 2024, più di 210 milioni di bambini[3] hanno perso giorni di scuola a causa del caldo estremo. Nella provincia più popolosa del Pakistan, il Punjab, almeno 26 milioni di bambini[4], ovvero il 52% di tutti gli alunni del Paese di scuola dell’infanzia, primaria e secondaria, a maggio hanno saltato le lezioni a causa del caldo estremo.

Nelle zone di conflitto, l'effetto combinato delle ondate di calore e delle crisi umanitarie mette ulteriormente in pericolo i bambini che già vivono in condizioni precarie.

Sameer, 13 anni, della provincia pakistana di Sindh, che nel maggio del 2024 ha registrato una temperatura di 52°C - sfiorando il record di 54°C - ha raccontato che il caldo soffocante ha provocato malesseri a lui e ai suoi compagni di classe:

“Abbiamo dei colpi di calore e i bambini svengono. Uno dei miei amici, Yasir, è collassato. Gli è venuta una febbre improvvisa e ha iniziato a vomitare. Poi è stato portato subito in ospedale. I bambini hanno attacchi di vomito, febbre e vertigini per caldo intenso, anche a me è capitato più volte di avere le vertigini mentre ero seduto alla mio banco”.

“La portata di questa crisi è sconcertante – ha dichiarato Shruti Agarwal, Senior Advisor per i cambiamenti climatici e le economie sostenibili - Quando quasi un terzo dei bambini del mondo è esposto alle ondate di calore, non si tratta solo di un record, ma di una catastrofe. Non si tratta più di un disagio, ma di una minaccia alla loro sopravvivenza , alla loro istruzione e al loro futuro. Stiamo assistendo a una tendenza allarmante: le ondate di calore stanno diventando più frequenti, più gravi e più durature, colpendo più duramente i bambini già minacciati da disuguaglianze e discriminazioni. Non si tratta oramai  solo un fenomeno meteorologico: sono un indicatore negativo della salute del nostro pianeta e rappresentano un rischio grave e sproporzionato per la salute e il benessere dei minori e delle generazioni future.

“La crisi climatica non è più una minaccia remota. Per i bambini significa crescere in un pianeta sempre più inabitabile. Loro non sono responsabili della situazione in cui ci troviamo, eppure sono quelli che hanno più da perdere. I bambini e i giovani stanno discutendo del tema da anni ormai, ed è giunto il momento che i leader mondiali dimostrino di ascoltarli adottando azioni coraggiose per salvare le loro vite e il loro futuro”.

Save the Children chiede ai governi nazionali di eliminare rapidamente l'utilizzo e i sussidi ai combustibili fossili e di garantire una transizione giusta ed equa per limitare il riscaldamento delle temperature a 1,5 gradi C sopra i livelli preindustriali. I bambini devono essere riconosciuti agenti chiave del cambiamento nella crisi climatica e vanno loro garantite piattaforme per esprimersi. I leader devono anche includere e mettere al centro queste voci - e i bisogni e i diritti dei bambini, in particolare di quelli colpiti da disuguaglianze e discriminazioni - nella risposta globale al cambiamento climatico, compresi i finanziamenti per il clima dai Paesi a più alto reddito ai Paesi a basso reddito. Concretamente, ciò significa garantire che edifici come le scuole siano meno colpite dall'aumento delle temperature, in modo che i bambini possano imparare in sicurezza.

In tutto il mondo, Save the Children lavora per creare un cambiamento duraturo con e per i bambini, sostenendo le comunità a rafforzare la loro resilienza alla crisi climatica e chiedendo ai leader mondiali di affrontarne le cause profonde.

Qui foto e video disponibili https://www.contenthubsavethechildren.org/Share/uyp52t0t4cag3celdr013argl2g0r5m5?FR_=1&W=1290&H=691

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[1]In questa ricerca, un'ondata di calore è definita come tre giorni consecutivi con temperature superiori al 99° percentile degli ultimi 30 anni per una specifica località. La nostra definizione rigorosa di 99° percentile evidenzia le condizioni estreme; utilizzando un 97° percentile, i bambini colpiti salirebbero a 1,7 miliardi, utilizzando il periodo di riferimento 1991-2020 per l'anno in corso.