Colera nella capitale di Haiti: Save the Children lancia l’allarme per il primo decesso e i 115 casi sotto accertamento a Port-au-Prince finora risparmiata dall’epidemia

Migliaia di bambini che sopravvivono nell’area della capitale distrutta dal terremoto corrono ora un serio rischio di contagio per l’epidemia di colera che aveva fino ad ora risparmiato Port-au-Prince dove sono concentrati un gran numero di campi di sfollati.

Al momento si è a conoscenza di un primo caso di morte a causa del colera e 115 casi sotto analisi da parte delle autorità nell’area della capitale. Sono iniziate immediatamente le operazioni di informazione della popolazione nei campi, viste anche le complicazioni determinate dall’uragano Tomas che ha colpito l’isola venerdì scorso e può moltiplicare le possibilità di contagio della malattia potenzialmente letale soprattutto per i bambini.

“Dallo scorso gennaio stiamo lavorando ininterrottamente per rispondere ai bisogni delle persone colpite dal terremoto e questo è servito fino ad oggi anche come barriera per il colera che aveva finora risparmiato Port-au-Prince,” ha dichiarato Gary Shaye, Direttore di Save the Children ad Haiti. “Ora la presenza del colera nella capitale complica gravemente una situazione già molto precaria. Più di un milione di persone nel paese vivono ancora accalcate nei campi e le comunità circostanti sono seriamente impoverite. Alta densità di popolazione abbinata a condizioni igieniche largamente insufficienti sono un terreno fertile per la malattia.”

Save the Children a finora raggiunto ad Haiti più di 280.000 persone con forniture di acqua potabile e programmi di igiene e sanitari. Dal primo allarme per la diffusione del colera il mese scorso l’Organizzazione ha moltiplicato l’impegno delle proprie equipe mediche nell’informazione e prevenzione della malattia, identificando ed isolando in collaborazione con le autorità i casi più gravi. Sono stati rinforzati i presidi medici con nuovi stock di medicinali salvavita e sali reidratanti. Inoltre Save the Children sta collaborando con le Nazioni Unite, il governo e le altre organizzazioni non governative per far fronte alla situazione.

Molti casi di colera sono curabili se si interviene subito con la reidratazione orale e le cure necessarie,” precisa Shaye. “L’unica chance di impedire l’esplosione dell’epidemia è legata alla disponibilità di acqua potabile e alla massima diffusione delle norme di igiene di base come lavarsi le mani, preparare il cibo in modo sicuro e ricorrere al soccorso medico ai primi sintomi della malattia. Per tutto questo è fondamentale l’opera di informazione a tappeto nella quale siamo impegnati da giorni.”

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