COP27: un piccolo ma fondamentale passo per portare i diritti dei bambini al tavolo delle trattative e un'importante vittoria su perdite e danni
I leader mondiali che hanno partecipato alla COP27 hanno compiuto un piccolo ma fondamentale passo per garantire giustizia ai bambini più colpiti dalla crisi climatica, riconoscendoli formalmente come agenti di cambiamento e istituendo un fondo per le perdite e i danni. Ma c'è ancora molto da fare per garantire loro un futuro. Save the Children esorta i potenti del mondo a trarre ispirazione dai più piccoli, che hanno fatto sentire forte la loro voce in questa COP.
Secondo un recente rapporto di Save the Children, circa 774 milioni di bambini - un terzo della popolazione infantile mondiale - vivono il duplice impatto della povertà e del rischio climatico. Nello studio, l'83% dei bambini consultati in 15 Paesi ha dichiarato di vedere gli impatti della crisi climatica o della disuguaglianza, o di entrambi, nel mondo che li circonda. Il 73% ritiene che gli adulti dovrebbero fare di più per affrontare questi problemi.
"Questa è una crisi che non abbiamo causato, ma che stiamo cercando di risolvere. Ho vissuto le ondate di calore estremo, mi sentivo soffocare e non potevo condurre una vita normale. Non potevo mangiare o studiare, non potevo dormire bene. Tutti i miei diritti fondamentali mi sono stati tolti a causa del cambiamento climatico", ha dichiarato Ashraqat, 16 anni, egiziano.
Mustafa, 12 anni, di Minya, che vive sulla sponda occidentale del fiume Nilo in Egitto, ha raccontato che le piogge sempre più intense hanno causato e continuano a causare inondazioni e interruzioni di corrente che a volte gli impediscono di andare a scuola o di studiare, sottolineando: "Non ho provocato io la crisi climatica. Non ho mai costruito una fabbrica, non ho mai comprato un'auto, non ho mai inquinato l'ambiente".
Save the Children – che ha supportato la partecipazione di bambini alla COP27, permettendo che la loro voce venisse ascoltata- accoglie con favore il fatto che, per la prima volta alla COP, i Paesi abbiano formalmente riconosciuto i bambini come agenti di cambiamento nell'affrontare e rispondere alla crisi e abbiano concordato che i governi li debbano coinvolgere nella progettazione e nell'attuazione delle politiche legate al clima.
Anche l'impegno annunciato alla COP27 per l'istituzione di un fondo per le perdite e i danni è estremamente positivo, ed è in gran parte dovuto a decenni di lavoro di sensibilizzazione da parte delle comunità più colpite dalla crisi climatica, compresi i bambini, i giovani e le comunità indigene. Tuttavia, non è ancora chiaro se il fondo proposto soddisferà le crescenti esigenze dei minori e delle loro comunità che già si trovano nella fase più acuta della crisi climatica, come Ashraqat e Musafa.
Inoltre, l’Organizzazione evidenzia che, a parte il fondo per le perdite e i danni, gli impegni finanziari per il contrasto alla crisi climatica continuano ad essere inadeguati. Il tempo a disposizione per far fronte a eventi climatici estremi sempre più intensi e ai costi sia economici che in termini di vite umani, che essi comportano, sta per scadere. Solo se si investirà adeguatamente ora, potranno essere ridotti, i costi e i rischi futuri, rischi che soprattutto i bambini dovranno affrontare durante la crescita.
Infine, è fondamentale sottolineare che senza l'impegno a eliminare rapidamente l'uso e le sovvenzioni per i combustibili fossili, la finestra per assicurare un futuro stabile e sicuro per i bambini continua a ridursi. Un rapporto di Save the Children e della Vrije Universiteit di Bruxelles, pubblicato l'anno scorso, ha rilevato che, in base agli impegni di riduzione delle emissioni previsti dall'Accordo di Parigi, i bambini che nasceranno nel 2020 dovranno affrontare un numero molto maggiore di eventi climatici estremi, come incendi, ondate di caldo torrido, siccità, perdite di raccolti e inondazioni, rispetto ai loro nonni. Secondo il rapporto, però, la probabilità che ciò accada si ridurrà enormemente se riusciremo a limitare il riscaldamento delle temperature a 1,5 gradi Celsius.
"In tutto il mondo, i bambini soffrono la fame, non possono andare a scuola, la loro salute è a rischio e molti sono sfollati a causa degli impatti della crisi climatica. A risentirne sono soprattutto coloro che vivono in Paesi a basso reddito e quelli colpiti da disuguaglianze e discriminazioni" ha dichiarato Yolande Wright, Direttore Globale di Save the Children per la povertà e il clima. "Uno dei punti salienti della COP27 è stata l'incredibile partecipazione di bambini e giovani che hanno detto la verità alle potenze mondiali. Il Padiglione dei bambini e dei giovani, guidato dalle organizzazioni giovanili e sostenuto da Save the Children e da altri gruppi, è stato animato da moltissime attività. Ma i ragazzi hanno bisogno di avere un'influenza nei negoziati e di poter chiedere conto ai governi delle loro azioni. È positivo che i leader stiano finalmente iniziando a prendere coscienza di questo diritto fondamentale, ma bisogna fare molto di più. Pertanto, se da un lato accogliamo con favore i progressi compiuti in materia di perdite e danni, compresa la creazione di un nuovo fondo, dall'altro sappiamo che sono urgentemente necessari molti più finanziamenti. È inaccettabile che non si riesca a proteggere i bambini da un futuro segnato dal continuo utilizzo di combustibili fossili. Loro ci chiedono chiaramente un mondo più sicuro e pulito e sappiamo che non c'è tempo da perdere".
Le fa eco Ekin Ogutogullari, Direttore dell'Ufficio regionale di Save the Children per il Medio Oriente, l'Europa orientale e il Nord Africa, che ha dichiarato: "Avere l'opportunità di garantire ai ragazzi la presenza alla COP quest'anno ci ha permesso di ascoltare da Mustafa, Ashraqat e altri come i costi della crisi climatica non si misurano solo in termini economici o in perdita di vite umane, ma il prezzo da pagare è alto anche in termini di qualità della vita, che per loro si traduce nel perdere la possibilità di andare a scuola, di giocare con gli amici, di avere un riparo o del cibo da mangiare. Quello appena compiuto è un passo nella giusta direzione, ma ci sono ancora molti ostacoli prima che i bambini possano essere inclusi in modo significativo nei negoziati sul clima. Ci aspettiamo che nei prossimi anni si faccia di più per includere i bambini nel processo decisionale, affinché siano consultati prima della COP per capire i loro bisogni e le loro idee, si creino meccanismi che assicurino loro l'opportunità di portare le loro esperienze e raccomandazioni alla COP, con un'attenzione specifica alla partecipazione dei bambini più colpiti dai cambiamenti climatici e dalle disuguaglianze".
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