Coronavirus: in Italia oggi scuola sospesa per 4 milioni di minori. Nel nostro Paese, la metà degli insegnanti non è stato ancora formato all’uso delle tecnologie digitali per la didattica.

Ad oggi 4 milioni di bambini e ragazzi hanno interrotto il loro percorso scolastico in diverse regioni italiane a causa dell’emergenza Coronavirus. Questa situazione di emergenza è una cartina di tornasole di tutte le problematiche della didattica digitale in Italia: a fronte di situazioni di eccellenza, con istituti che hanno potuto garantire continuità scolastica attraverso l’online, si riscontrano gravi ritardi per quanto riguarda sia le dotazioni tecnologiche che la preparazione del corpo docente, sottolinea Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro.

Nel nostro Paese, spiega l’Organizzazione, quasi la metà degli insegnanti (48%) non ha ricevuto un training formale sull’uso delle nuove tecnologie per la didattica e solo poco più di 1 su 3 (36%) si sente particolarmente preparato nell’utilizzarle[1]. Inoltre, circa il 18% dei minori tra i 6 e i 17 anni che vivono nelle aree interessate alla chiusura delle scuole non usa internet[2] e rischiano quindi di rimanere disconnessi da eventuali attività di didattica a distanza.

“Nulla può sostituire la relazione diretta tra i docenti, i ragazzi e il gruppo classe, ma è fondamentale che tutte le scuole sviluppino, anche in tempo ordinario, modalità innovative di didattica integrate con il digitale. Sono oggi da apprezzarsi tutti gli sforzi che, anche in mancanza di strumenti adeguati, molti docenti stanno compiendo in modo “fai da te” per mantenere in ogni caso i contatti con i propri studenti, offrendo consigli di lettura, predisponendo moduli di lezioni da scaricare on line e così via. Tutto questo al fine di scongiurare il rischio che l’interruzione del percorso scolastico possa avere conseguenze sull’apprendimento”, ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice dei programmi Italia-Europa di Save the Children.

L’Organizzazione chiede dunque che si faccia oggi ogni sforzo per garantire la continuità di apprendimento e del percorso scolastico, e che, alla luce dell’esperienza che stiamo vivendo, si attivi un processo volto a colmare, su tutto il territorio nazionale, i gap tecnologici e di formazione degli insegnanti. Parlando di didattica digitale, Save the Children sottolinea che ad oggi non tutti gli studenti in Italia sono nelle condizioni di poter fruire, a casa, dei necessari supporti (pc, rete internet, etc.).

“È fondamentale che lo sviluppo della didattica digitale non generi ulteriori forme di diseguaglianza e di discriminazione nei confronti dei bambini e dei ragazzi che vivono in condizione di grave povertà educativa. Questo non significa arrestare il processo di digitalizzazione, ma garantire a tutti gli studenti la possibilità di esserne protagonisti, senza lasciare nessuno indietro, in particolare quei minori vivendo in condizioni di svantaggio socio-economico non hanno la possibilità di accedere con regolarità alla rete e alle nuove tecnologie”, ha concluso Raffaela Milano.

Per aiutare i bambini a comprendere ciò che stanno vivendo e proteggerli, allo stesso tempo, dalla sovraesposizione alle notizie sul Coronavirus, Save the Children ha sviluppato 10 semplici suggerimenti rivolti ai genitori e agli adulti di riferimento: una serie di piccoli gesti, pensati sulla base dell’esperienza maturata negli anni dall’Organizzazione nella protezione dei minori nei contesti di emergenza, per evitare che in queste fasi concitate possano generarsi nei minori  ansie, paure e preoccupazioni per la loro sicurezza.

Il decalogo è disponibile al link: https://www.savethechildren.it/blog-notizie/coronavirus-10-suggerimenti…

Per ulteriori informazioni:

Tel. 06-48070023/63/81/82
ufficiostampa@savethechildren.org
www.savethechildren.it

[1] Fonte: Indagine internazionale dell'OCSE sull'insegnamento e l'apprendimento (Teaching and Learning International Survey - TALIS), 2018, http://www.oecd.org/education/talis/TALIS2018_CN_ITA_it.pdf

[2] ISTAT, 2018. Piemonte, 22,9%; Liguria 10,4%; Lombardia 17%; Veneto 19,8%; Friuli Venezia Giulia 16,3%; Emilia Romagna, 17,4%; Marche 14%; Trentino Alto Adige 19,2%%;