Dispersione scolastica, Save the Children: cambiare è possibile. Grazie al progetto “Fuoriclasse” - a Napoli, Scalea e Crotone - in 2 anni dimezzate le assenze e i ritardi degli studenti e aumentata la partecipazione dei genitori
La valutazione di impatto del programma condotta, in modo innovativo per l’Italia, dalla Fondazione Giovanni Agnelli.
750 i bambini e gli adolescenti coinvolti da Fuoriclasse in modo diretto e indirettamente circa 4.250
In Italia 110.000 ragazzi abbandonano prematuramente la scuola. Al Sud sono il 19,4% dei giovani 18-24 anni, il 22,2% in Campania e il 16,4% in Calabria.
In Italia il numero di early school leavers - ragazzi e ragazze che si sono fermati alla terza media e fuori da qualsiasi altro percorso formativo1– è molto alto: circa 110.000 giovani fra i 18 e i 24 anni nel 2013, pari al 17% in questa fascia di età. Una percentuale 7 punti sopra l’obiettivo Ue del 10%2 e che nel Sud Italia sale fino al 19,4% con un picco del 22,2% in Campania.
Ma il disagio scolastico, che può culminare nell’abbandono della scuola, si può battere, come dimostrano i risultati del programma “Fuoriclasse” per il contrasto alla dispersione scolastica di Save the Children, avviato nel 2012 a Napoli, Scalea e Crotone, in collaborazione con "Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie" e il finanziamento di Bulgari e di Fondazione CON IL SUD.
Per la prima volta un progetto di contrasto alla dispersione scolastica è stato valutato nel suo reale impatto da un ente esterno e accreditato – la Fondazione Giovanni Agnelli – che ha confrontato i risultati ottenuti con i 750 bambini e adolescenti direttamente coinvolti nelle attività di Fuoriclasse con quelli di compagni appartenenti a classi e scuole non partecipanti3. La comparazione ha rivelato che: gli ingressi in ritardo alle lezioni si sono quasi dimezzati, con una drastica diminuzione anche dei ritardatari cronici. Si sono anche sensibilmente contratte le assenze: gli alunni delle scuole medie hanno ridotto di ben 11 giorni le loro assenze su base annua anche in virtù di un rinnovato interesse delle famiglie per l’andamento scolastico dei figli. In fine, la maggiore regolarità nella frequenza comincia a dare i primi frutti anche i termini di rendimenti scolastici che per gli studenti delle medie migliorano del 4-6%.
I dati sono stati resi noti oggi a Roma, in occasione dell’incontro promosso da Save the Children, alla presenza del Sottosegretario all’Istruzione, Università e Ricerca Roberto Reggi, che ha dichiarato:
“Si contrasta la dispersione scolastica con una chiara assunzione di responsabilità da parte della scuola, delle famiglie e del territorio con interventi coerenti e sistematici che riconoscano i ragazzi e le ragazze soggetti con risorse proprie da scoprire e non come problemi da risolvere”.
Un modello di intervento innovativo.
Se la valutazione dell’impatto ha riguardato i 750 studenti fra 9 e 13 anni di scuola primaria di primo e secondo grado coinvolti direttamente nel programma, Fuoriclasse ha raggiunto anche circa 4.250 bambini e adolescenti grazie alle attività di sensibilizzazione portate avanti dai loro coetanei: in particolare sono stati circa 2.100 in totale gli studenti coinvolti a Napoli4 oltre 1.000 a Scalea5 e circa 1.800 a Crotone6; 300 gli insegnanti che hanno partecipato a Fuoriclasse, 460 i genitori sensibilizzati, grazie al lavoro di 28 operatori e di molti volontari. Il programma è stato realizzato in partenariato con l’associazione "Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie".
“Poiché la dispersione va prevenuta e combattuta sul nascere, quindi già in età di scuola elementare, il programma Fuoriclasse si indirizza a studenti fra i 9 e i 13 anni, utilizzando un approccio innovativo basato su 3 pilastri: la collaborazione fra scuola e famiglia, l’integrazione di attività scolastiche ed extrascolastiche, la partecipazione diretta e il protagonismo dei bambini. Infatti la dispersione scolastica è un fenomeno complesso che riguarda lo studente, il contesto scolastico, quello familiare e il territorio e richiede un approccio multilivello”, spiega Valerio Neri, Direttore Generale Save the Children, l’Organizzazione che dal 1919 lotta per salvare la vita dei bambini e difendere i loro diritti.
Le principali azioni portate avanti sono state quindi attività laboratoriali in classe a supporto della motivazione allo studio e dell’apprendimento (oltre 100 incontri in ogni città), attività di sensibilizzazione peer to peer (da pari a pari, ndr) realizzate dai ragazzi e rivolte agli altri compagni di scuola, il sostegno allo studio - nei 2 centri educativi pomeridiani a Crotone e Scalea e nelle scuole di Napoli, i consigli consultivi - sedi di dialogo e confronto fra studenti e insegnanti -, i campi estivi grazie ai quali bambini e adolescenti hanno sperimentato la cooperazione, il rispetto delle regole e il gioco. I genitori sono stati invece coinvolti e stimolati attraverso attività e incontri specifici mentre per i docenti sono state organizzate sessioni di formazione e di sensibilizzazione, funzionali a promuovere una didattica innovativa.
Carattere innovativo ha avuto anche la valutazione del programma da parte della Fondazione Agnelli, curata da Gianfranco De Simone.
“Nel nostro paese succede troppo spesso che la partenza di nuove sperimentazioni in campo educativo venga annunciata con grande enfasi, ma mai verificata concretamente negli esiti”, spiega Andrea Gavosto, Direttore della Fondazione Giovanni Agnelli. “Con la valutazione dell’impatto di Fuoriclasse, per la prima volta, abbiamo solidi riscontri fattuali: il programma ha prodotto risultati lusinghieri e per nulla scontati, data la criticità degli ambiti d'intervento. Inoltre, i risultati sono stati ottenuti spendendo all'incirca 350 euro all'anno per studente, una cifra contenuta e significativamente inferiore a quella sostenuta per analoghi interventi svolti negli anni scorsi. Non solo dai buoni risultati, ma anche dalla sostenibilità di Fuoriclasse crediamo che l’attore pubblico possa trarre utili indicazioni per le strategie future”.
Ma chi sono i bambini e ragazzi a rischio dispersione?
“Sono tante e diverse le motivazioni che portano i ragazzi ad abbandonare prematuramente la scuola”, dichiara Raffaela Milano Direttore Programmi Italia-Europa di Save the Children. “Alla base di questa situazione critica, che vede l’Italia agli ultimi posti nella classifica europea, vi è una condizione diffusa di “povertà educativa” che affligge tutto il Paese e in modo particolarmente acuto le regioni del Sud: servizi per la prima infanzia quasi inesistenti, poche scuole a tempo pieno, nessuna opportunità sul territorio di sport, di musica e di altre attività creative, pervasività delle reti criminali e di sfruttamento lavorativo pronte ad arruolare i più giovani. Il drammatico aumento delle famiglie in povertà ha portato anche alla riduzione della disponibilità di spesa per l’educazione, tanto che oggi moltissimi bambini, all’inizio dell’anno scolastico, sono alle prese con il problema di non poter comprare il materiale necessario o di non potersi iscrivere alla mensa. Tutto questo incide sui fallimenti formativi: sono troppi i ragazzi che per proseguire gli studi devono affrontare un vero percorso ad ostacoli e spesso prevalgono la stanchezza e la rassegnazione. Ci auguriamo che l’impegno assunto dal Governo all’interno della nuova strategia <
“La dispersione scolastica rappresenta il lato più amaro e preoccupante del divario Nord-Sud”, commenta Carlo Borgomeo Presidente della Fondazione CON IL SUD. “Per questo la Fondazione è in prima linea per sostenere interventi efficaci per contrastare il fenomeno, promuovendo la collaborazione tra realtà ed esperienze differenti”.
Un progetto pilota replicabile
“In coincidenza con la riapertura delle scuole vogliamo mettere in evidenza il fatto che la dispersione scolastica si può e si deve combattere e auspichiamo che il modello che Save the Children ha sviluppato insieme ai docenti e agli studenti e alle comunità locali in aree dove il problema è più acuto possa essere replicato su larga scala”, commenta ancora Valerio Neri, Direttore Generale Save the Children. “Da parte nostra, visti i notevoli risultati del primo biennio del programma Fuoriclasse, dall’anno scolastico 2013/2014 abbiamo esteso il progetto anche alle città di Milano e Bari, grazie al finanziamento di Gruppo Bolton”.
L’ impegno sul versante della prevenzione della dispersione si inserisce nel quadro di un’ampia e incisiva attività dell’Organizzazione a contrasto della <
Il report con La valutazione d’impatto del Programma Fuoriclasse è scaricabile dal link:
http://bit.ly/1CR5ArM
Il video sulla dispersione scolastica realizzato dai ragazzi di Scalea dal link:
http://bit.ly/1xNeR4i
Per ulteriori informazioni:
Ufficio stampa Save the Children Italia
06-48070023-81, 338.7518129-388.1061308, 345. 5508132
www.savethechildren.it
ufficio stampa@savethechildren.org
1 - E’ l’indicatore che viene utilizzato per dar conto del fenomeno della dispersione scolastica in ambito europeo e misura la quota di giovani che hanno abbandonato precocemente il percorso educativo. In particolare indica la percentuale di giovani (18-24enni) con al più la licenza media e che non frequenta altri corsi scolastici o svolge attività formative superiori ai 2 anni, sul totale dei giovani di età 18-24 anni. I dati menzionati sono di fonte Eurostat 2014.
2 - Il programma Europa2020, come già prima la strategia di Lisbona, ha individuato nella riduzione della dispersione scolastica uno dei tre obiettivi che i Paesi membri si sono impegnati a raggiungere nel campo della “crescita intelligente” entro il 2020. In particolare l’obiettivo per ogni paese membro, inclusa l’Italia, di arrivare a ridurre al 10% la quota di giovani che abbandona prematuramente gli studi.
3 - Il “gruppo di controllo” è stato di circa 550 alunni.
4 - Le scuole coinvolte sono state: I.C. Marotta, I.C. F. Russo, I.C. F.Baracca, I.C. Fava-Gioia.
5 - La scuola coinvolta è stata l’unica esistente, l’I.C. Caloprese.
6 - Le scuole coinvolte sono state: I.C. Giovanni XXIII, I.C. Alcmeone.