Ebola: il governo renda operativi al più presto i benefici di legge a tutela degli operatori sanitari a tutte le associazioni impegnate nell’emergenza

Ebola al fine di poter inviare sul campo il personale medico e paramedico necessario a fronteggiare l’epidemia.

In occasione dell’incontro  “Ebola, gli italiani che sfidano la paura”  svoltosi oggi a Montecitorio e promosso dalla presidenza della Camera, alla presenza della Presidente Laura Boldrini, Save the Children ha ricordato che 2.5 milioni di bambini al di sotto dei cinque anni vivono nelle aree colpite dal virus ebola e 3.5 milioni di bambini non stanno frequentando la scuola a causa della chiusura degli istituti. I bambini sono esposti a molteplici rischi, oltre al contagio devono affrontare la perdita dei genitori ammalati, la mancanza di cure, di cibo e di protezione.

Save the Children è impegnata nella risposta in prima linea all’epidemia di Ebola in corso, con  interventi di cura, contenimento e assistenza in Liberia, Guinea e Sierra Leone, grazie ai quali ha raggiunto finora direttamente circa 155.000 persone, tra cui almeno 50.000 bambini. Le attività medico-sanitarie comprendono un Centro di Trattamento dell’Ebola a Kerry Town in Sierra Leone, 2 Unità di Trattamento in Liberia (Bong e Margibi), 10 Centri di Cura Comunitari in corso di costruzione nella contea di Margibi in Liberia, il primo dei quali è già operativo a Dolo Town dal 10 novembre 2014, oltre alla  formazione di operatori sanitari e alla distribuzione di attrezzature mediche essenziali e di kit di protezione dal contagio ad altre strutture sanitarie. Più in generale, Save the Children si occupa, in alcune aree, dell’assistenza ai bambini resi orfani o separati dai familiari a causa dell’epidemia, compresa, ove possibile, la riunificazione familiare, mette in atto vaste campagne di sensibilizzazione porta a porta o via radio, forma insegnanti e organizzazioni locali sulla prevenzione, con il coinvolgimento attivo dei bambini, oltre a contribuire, in collaborazione con i governi locali, allo sviluppo di programmi sostitutivi delle attività scolastiche.

In termini globali, la risposta Ebola è ancora notevolmente carente in termini di risorse umane disponibili e, anche se nelle ultime settimane molti Stati hanno aumentato il proprio contributo in questo senso, secondo alcune stime, servono almeno 5mila fra medici e staff di supporto per combattere l'epidemia.

“L’incontro di oggi è la testimonianza dell’attenzione delle istituzioni a quanto sta accadendo e alla necessità che tutti si mobilitino per dare il proprio contributo alla sconfitta del virus. In uno sforzo collettivo di risposta all’emergenza, anche la nostra Organizzazione ha individuato operatori sanitari italiani disposti a partire. Ma in Italia ci scontriamo con barriere burocratiche che non consentono loro al momento attuale di godere di opportuni benefici di legge.”, ha dichiarato Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia.

“Felicitandoci per la recente adozione della delibera del Consiglio dei Ministri (01 Dicembre 2014) in cui si dichiara ufficialmente lo stato di emergenza per la crisi umanitaria in atto in Africa occidentale, auspichiamo quindi ora che vi sia la effettiva disponibilità del Governo a valutare positivamente richieste di sostegno all’azione di volontari appartenenti ad organizzazioni umanitarie e di volontariato impegnate in questa emergenza e vengano rese note le procedure per poter avanzare tali richieste. Obiettivo è quello di accordare al personale sanitario la possibilità di partire per salvare vite umane, rafforzare la capacità di identificare e isolare i casi sospetti, e più in generale sostenere i sistemi sanitari dei paesi colpiti”, conclude Valerio Neri.

Save the Children Italia chiede  che siano al più presto rese operative le garanzie previste dal DPR 194.2001 art. 9 (Disciplina relativa all'impiego delle organizzazioni di volontariato nell’attività di pianificazione, soccorso, simulazione, emergenza e formazione teorica-pratica) anche alle associazioni impegnate nell’emergenza Ebola e non iscritte nell’elenco del Dipartimento della Protezione Civile.

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