Emergenza povertà minorile in Italia: 649.000 minori non possono avere accesso ai beni essenziali.
La morte di Devid, il neonato di 20 giorni che ha perso la vita il 5 gennaio 2011 a Bologna in condizioni di precarietà, è un richiamo alla crescente emergenza legata alla povertà minorile in Italia che non può essere ignorato.
Secondo il primo “Atlante dell’infanzia a(a rischio) in Italia” presentato da Save the Children, la mappa della povertà minorile presenta dati allarmanti sulla povertà minorile in Italia che registra uno dei valori tra i più alti di Europa. Secondo le ultime rilevazioni di Eurostat sul tasso di rischio per la povertà minorile1 peggio dell’Italia farebbero solo Romania e Bulgaria (nota 1). Se questo è vero per la povertà relativa – cioè quella calcolata rispetto al reddito medio delle famiglie – quando si passa a considerare la povertà assoluta, si vede come in Italia ci siano 649.000 minori che non possono avere accesso ai beni essenziali (nota 2). La povertà in Italia colpisce infatti soprattutto le famiglie con figli minori.
Una realtà confermata dai dati sulla condizione di povertà delle madri in Italia, contenuti nel rapporto realizzato nel 2010 da Save the Children in collaborazione con ANCI-Cittalia e Istat. L’11% delle mamme non ha avuto i soldi per riscaldare la sua abitazione, il 10% non ha avuto quelli per le spese scolastiche dei figli, il 6% non ha avuto le risorse necessarie per acquistare i generi alimentari. Questi dati fanno riferimento al 2008, ma il quadro si è ulteriormente aggravato con la crisi economica.
“Per questo motivo Save the Children rinnova la richiesta di varare, con urgenza, un Piano nazionale di lotta alla povertà minorile, che preveda misure specifiche a sostegno, obiettivi di breve e medio termine, sistemi di valutazione,” dichiara Raffaela Milano, Responsabile Programmi Italia-Europa di Save the Children Italia. “E’ urgente un’ inversione di rotta sulle risorse, perché i fondi sociali, progressivamente ridotti negli anni, sono un investimento indispensabile, così come lo sono le risorse umane dedicate all’infanzia, a partire dagli assistenti sociali. Ci vuole uno sforzo collettivo, da parte di tutte le istituzioni ad ogni livello, per assicurare ai minori i loro diritti essenziali.”
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1 Eurostat 2008 – si considerano a rischio di povertà i minori che vivono in nuclei familiari che dispongono di un reddito inferiore del 60% al livello medio nazionale.
2 ISTAT 2009