Gaza: salute mentale dei bambini oltre il punto di non ritorno, dopo quasi un mese di assedio e bombardamenti. In un mese di ostilità morti oltre 4000 bambini nella Striscia
Un mese di bombardamenti incessanti su aree civili densamente popolate[1] ha esacerbato la già critica salute mentale dei bambini di Gaza con terribili conseguenze, dopo che ogni strategia per fronteggiare le circostanze è fallita, gli spazi sicuri sono stati strappati via e i servizi di salute mentale e l'assistenza sono stati tagliati. Lo afferma Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine a rischio e garantire loro un futuro.
Nell'ultimo mese, 4.008 bambini sono stati uccisi a Gaza e altri 1.270 risultano dispersi, presumibilmente sepolti sotto le macerie. Altri 43 bambini sono stati uccisi nella Cisgiordania occupata e 31 in Israele, mentre secondo notizie di stampa circa 30 bambini sarebbero tenuti in ostaggio[2]. Save the Children esprime la propria preoccupazione per il benessere fisico ed emotivo dei bambini in tutta la regione - compresi Cisgiordania e Israele - e avverte che la salute mentale dei bambini a Gaza è stata spinta oltre il punto di rottura.
A causa degli attacchi aerei israeliani che nell'ultimo mese hanno colpito migliaia di spazi civili a Gaza, tra cui scuole e ospedali che ospitano famiglie, la violenza, la paura, il dolore e l'incertezza stanno causando gravi danni mentali ai minori, che non hanno un posto sicuro dove andare.
Il Ministero della Sanità di Gaza riferisce che 444 famiglie hanno perso da due a cinque membri a causa delle violenze nelle ultime quattro settimane, tra di esse ben 192 hanno perso 10 o più membri, lasciando molti bambini senza il sostegno dei propri cari, sostegno che costituisce un meccanismo cruciale per far fronte alle avversità per i minori che subiscono un trauma. I professionisti del settore medico a Gaza, tra cui Medici senza frontiere, hanno riferito che il numero di bambini senza familiari sopravvissuti che arrivano per ricevere cure mediche è così alto che è stato coniato un nuovo acronimo per identificarli: "WCNSF" (Wounded Child No Surviving Family – Bambini feriti senza familiari sopravvissuti).
Gli esperti di salute mentale di Save the Children avvertono che l'attuale conduzione delle ostilità a Gaza espone i bambini a episodi estremamente traumatici, privandoli di qualsiasi mezzo in grado di aiutarli ad affrontare la situazione. Non hanno un luogo sicuro dove rifugiarsi, sono privati di qualsiasi senso di sicurezza o di routine, in migliaia sfollati dalle loro case. Anche gli operatori esperti, che a loro volta stanno affrontando una situazione personale ardua, hanno difficoltà ad aiutare i bambini a gestire le reazioni emotive travolgenti, tipiche dei giovani traumatizzati dalla violenza. Nelle condizioni attuali, a Gaza, i bambini manifestano tutta una serie di segni e sintomi di trauma, tra cui ansia, paura, preoccupazione per la propria sicurezza e per quella dei propri cari, incubi e ricordi inquietanti, insonnia, difficoltà a esprimere le proprie emozioni e allontanamento dai propri cari. Il trauma che dà origine a questi sintomi è continuo, inesorabile e si aggrava giorno dopo giorno.
"C'è un forte senso di perdita e molto dolore. Abbiamo paura: di quello che ci riserveranno le prossime ore, di quello che ci riserverà il domani. La morte è ovunque. I miei figli mi guardano negli occhi ogni giorno, cercano risposte. Io non ho risposte per loro. È molto difficile, soprattutto per i bambini. Cerchiamo di unirci per sostenere e proteggere i più piccoli. Il bisogno è enorme", ha dichiarato Yousef*, membro del personale di Save the Children a Gaza e padre di tre bambini di meno di 10 anni.
Da quando, nel 2007, è stato imposto il blocco terrestre, aereo e marittimo, la vita dei bambini di Gaza è stata un susseguirsi di gravi privazioni, cicli di violenza e limitazioni della libertà. Un rapporto pubblicato da Save the Children nel giugno 2022 ha mostrato che la salute mentale dei bambini era già al limite. L'80% aveva dichiarato, infatti, di vivere in un perenne stato di paura, preoccupazione, tristezza e dolore. Tre quarti dei bambini facevano la pipì a letto per la paura e un numero sempre maggiore si chiudeva in un mutismo reattivo.
"In tempi di guerra, le persone di solito cercano rifugio in luoghi sicuri. In questo momento a Gaza non ci sono luoghi sicuri e non c'è modo di raggiungere la sicurezza all'esterno. Solo ristabilendo un senso di sicurezza e una sorta di routine, con la presenza costante e rassicurante della famiglia e fornendo trattamenti adeguati, i bambini possono riprendersi. Ma molti minori hanno già perso i loro familiari, alcuni hanno perso tutto, e la violenza e lo sfollamento sono inarrestabili”, ha dichiarato Jason Lee, Direttore di Save the Children per i Territori palestinesi occupati.
"Più volte abbiamo avvertito che il conflitto e il blocco avrebbero richiesto un tributo troppo alto alla salute mentale dei bambini. Anche prima di questa escalation, più della metà dei genitori con cui abbiamo parlato ci ha riferito che i loro figli erano autolesionisti o avevano pensieri suicidi. Stiamo esaurendo le parole per lanciare l'allarme in termini sufficientemente forti o per spiegare l'entità della sofferenza dei più piccoli. Deve esserci un cessate il fuoco. Senza di esso, i bambini che non vengono uccisi vedranno completamente distrutte le loro ultime riserve di speranza e la fiducia di essere protetti. Ogni giorno di violenza significa più cicatrici mentali e fisiche che dureranno per tutta la vita. Senza un cessate il fuoco immediato, c'è il rischio molto concreto che la salute mentale dei minori venga spinta fino al punto di non ritorno" ha aggiunto Lee.
Tutti i bambini della regione hanno il diritto di essere protetti. Save the Children chiede alla comunità internazionale di sostenere un cessate il fuoco senza ulteriori ritardi e di assicurare che tutte le parti in conflitto rispettino il Diritto Internazionale Umanitario, come è loro dovere.
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[1] Secondo l’OCHA, le infrastrutture civili colpite dagli attacchi aerei israeliani questo mese comprendono almeno 253 strutture educative, 101 strutture sanitarie, 58 luoghi di culto, tre campi profughi e più di 40.000 unità abitative.
[2] I dati sulle vittime infantili dichiarati provengono dall’OCHA, che cita rispettivamente i ministeri della Sanità di Gaza, Cisgiordania e Israele. A causa della situazione attuale, le informazioni e i numeri forniti da queste autorità non possono essere verificati in modo indipendente