Giornata mondiale infanzia e adolescenza: 1 miliardo di minori è vittima nel mondo di violenze fisiche, sessuali, psicologiche, 12 milioni di ragazze sono costrette a matrimoni precoci
Nel mondo ogni anno 1 miliardo di minori tra i 2 e i 17 anni è vittima di violenza fisica, sessuale o psicologica, 12 milioni di ragazze si sposano prima dei 18 anni con uomini spesso molto più grandi di loro, 85 milioni di bambini e ragazzi sono coinvolti in pericolose forme di lavoro minorile. In Italia il 13,5% abbandona la scuola prima del tempo. Tutto questo è spesso legato a quella povertà che affligge il presente e che ruba il futuro, colpendo almeno 586 milioni di bambini nel mondo, numero che potrebbe aumentare vertiginosamente, rischiando di lasciare entro la fine dell’anno 150 milioni di bambini in più, 1 su 3 in tutto il pianeta, senza cibo sufficiente e accesso a beni e servizi essenziali. Queste previsioni critiche non risparmiano nemmeno i Paesi più benestanti, come il nostro che entro il 2020 rischia di vedere un aumento di 1 milione di bambini in condizioni di povertà assoluta, che andrebbero ad aggiungersi agli oltre 1.100.000 dell’anno scorso.
E’ l’allarme lanciato da Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro, alla vigilia della Giornata Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, che si celebra il 20 novembre, anniversario dell’adozione della Convenzione del 1989. I dati riportati accendono l’attenzione sull’immenso lavoro da fare per assicurare la protezione e il rispetto dei diritti dei bambini nel mondo, in un momento in cui, tra l’altro, questi sono messi particolarmente a rischio. Infatti, se quella evidenziata è la fotografia della situazione prima della pandemia, oggi il quadro è ancora più fosco, con i principali indicatori al rialzo, perché l’impatto del virus sta esacerbando le disuguaglianze esistenti e condannando una generazione di bambini.
La chiusura delle scuole in seguito al coronavirus, ad esempio, ha riguardato quasi il 90% di tutti gli studenti nel mondo, dove 1 giovane su 3 non ha accesso al digitale e alle nuove tecnologie, e circa 10 milioni di loro rischiano di non tornare più tra i banchi, con tutto quello che ciò comporta, in termini di maggiore esposizione a rischi di subire violenze e sfruttamento, di essere costretti ad andare a lavorare per aiutare le famiglie o di sposarsi prematuramente rinunciando così alla propria infanzia, mettendo a repentaglio la propria salute e rinunciando alla possibilità di costruirsi un futuro a misura dei propri sogni e talenti. Solo nel 2020, secondo l’Organizzazione, quasi 500 mila ragazze in più nel mondo potrebbero essere costrette al matrimonio forzato, prima di compiere i 18 anni di età, per effetto delle conseguenze economiche della pandemia. E a queste si potrebbero aggiungere 1 milione in più di gravidanze precoci, che rappresentano la principale causa di morte per le ragazze tra i 15 e i 19 anni in tutto il mondo.
Se una adolescente su 10 a livello globale era già vittima di stupro o violenza sessuale da parte del proprio compagno prima del Covid-19, il coronavirus ha portato ad un aumento di questi casi e si prevedono 2 milioni di casi di mutilazione genitale femminile in più nei prossimi 10 anni, soprattutto tra chi non ne ha ancora compiuti 14.
“I diritti, il futuro, la salute e la vita stessa dei bambini quest’anno sono stati travolti e messi fortemente a rischio. La pandemia, con i suoi effetti indiretti, si è abbattuta come un macigno sui minori di tutto il mondo, accelerando le disuguaglianze e rendendo sempre più vulnerabili i bambini e i ragazzi dei contesti più fragili in tutti i Paesi del pianeta” ha affermato Daniela Fatarella, Direttrice Generale di Save the Children.
Già prima della pandemia in un solo anno morivano 5,3 milioni di bambini prima di aver compiuto i 5 anni di età, più di metà dei quali per cause facilmente curabili e prevenibili, come malaria, diarrea o polmoniti. Solo quest’ultima, la malattia contagiosa più letale al mondo per i bambini, ogni anno ne uccide oltre 800.000 sotto i 5 anni. A essere più esposti, ancora una volta, sono i più poveri che hanno probabilità più che doppie di perdere la vita prima di raggiungere i 5 anni rispetto ai coetanei delle famiglie più benestanti. Dati già altissimi ma che rischiano un incremento drammatico a seguito degli effetti della pandemia e del collasso dei sistemi sanitari. Anche a causa del COVID-19, infatti, sono stati sospesi i programmi di immunizzazione in più di 60 Paesi e 80 milioni di bambini di età inferiore a 1 anno potrebbero contrarre gravi malattie prevenibili con le terapie vaccinali.
Il coronavirus ha inasprito condizioni esistenti di disuguaglianza, privazione e vulnerabilità. 135 milioni di persone al mondo stavano già subendo sulla propria pelle le conseguenze di una grave condizione di insicurezza alimentare, tra cui 114 milioni di bambini sotto i 5 anni affetti da malnutrizione cronica e 14 milioni colpiti da forme acute di malnutrizione. A causa degli effetti devastanti della crisi, 6,7 milioni di bambini sotto i cinque anni in più potrebbero finire nella morsa letale della malnutrizione acuta e 426 bambini al giorno, 1 ogni 4 minuti, solo in Africa rischiano di morire di fame entro la fine del 2020.
“E’ necessaria, oggi più che mai, un’azione coordinata da parte della comunità internazionale e dei governi per sostenere con uno sforzo straordinario un’intera generazione di bambini e tutelare il futuro loro e del nostro pianeta. Servono azioni urgenti e concrete per contribuire in modo decisivo al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, bisogna aumentare gli investimenti e il sostegno in favore dei sistemi sanitari, per garantire l’accesso alle cure mediche e alla nutrizione, soprattutto per i bambini e le famiglie più vulnerabili. Così come è fondamentale un Piano di azione globale, che investa in maniera efficace su sistemi di istruzione resilienti ed inclusivi, ponendo al centro proprio i bambini e i ragazzi, ascoltando la loro voce e i loro bisogni, perché possano essere resi loro stessi promotori del cambiamento e della ricostruzione” ha concluso Daniela Fatarella.
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