Global Campaign for education: aprire le porte della scuola a tutti i bambini e le bambine
Dal 4 al 10 maggio in programma la Global Action Week, in Italia e oltre 100 paesi
Roma, 5 maggio – 57 milioni di bambini non hanno accesso all’istruzione, mentre circa un terzo di quelli che frequentano la scuola non ottengono risultati adeguati di apprendimento. Nei paesi in via di sviluppo sono i bambini disabili quelli maggiormente esclusi da un’educazione di qualità.
La mancanza di attenzione alla qualità dell'istruzione e di una scuola che arrivi ai più marginalizzati ha contribuito a una crisi dell' apprendimento che richiede urgente attenzione. In tutto il mondo, 250 milioni di bambini - molti dei quali provenienti da ambienti svantaggiati - non stanno imparando l'alfabeto, e neanche le nozioni di calcolo. In Africa circa la metà degli studenti che terminano la scuola primaria non hanno neanche imparato a leggere e scrivere.
E’ l’educazione inclusiva il tema della Global Action Week, che la Coalizione Italiana della Campagna Globale per l’Educazione promuove anche quest’anno dal 4 al 10 maggio.
La povertà, il genere, la zona di residenza, l'etnia, le disabilità e altri fattori si traducono in minori opportunità di ricevere un supporto adeguato per migliorare il grado di istruzione e diventano fattori di esclusione. Occorre un’educazione inclusiva per promuovere il riconoscimento del bisogno di lavorare verso una scuola adatta a tutti che celebri le diversità, supporti l’apprendimento e risponda ai bisogni individuali - afferma Anna Rita De Bellis, Coordinatrice in Italia della Campagna Globale per l’Educazione.
Il messaggio di quest’anno: “Equal Right Equal Opportunity”, si concentra sulla relazione tra disabilità ed educazione, mettendo in luce le sfide che i bambini con disabilità devono superare per rivendicare il diritto all’istruzione. Essere disabili, in alcuni paesi, raddoppia la probabilità di non accedere al sistema educativo rispetto agli altri bambini. Mentre per coloro che riescono ad accedervi, la qualità dell’istruzione offerta, spesso in scuole separate, può aggravare ulteriormente i fenomeni di esclusione confermando i già esistenti pregiudizi sociali sulla disabilità.
Strutture educative non adatte alle necessità dei bambini con disabilità, investimenti troppo alti, formazione specifica degli insegnanti, cultura e comportamento sociale rappresentano potenti strumenti di marginalizzazione dei bambini disabili dei paesi in via di sviluppo, sia dentro che fuori dall’ambito educativo.
La campagna di quest’anno, Equal Right Equal Opportunity, sarà promossa dalle associazioni della Coalizione Italiana della Campagna Globale per l’Educazione nelle scuole italiane durante la Global Action Week. Centinaia di studenti e studentesse in tutta Italia si uniranno questa settimana alla grande mobilitazione globale riflettendo e realizzando delle attività sul tema al centro della campagna.
In occasione della Global Action Week, la Coalizione Italiana ha realizzato anche un rapporto intitolato “Che nessuno resti indietro! L’educazione inclusiva come pre-condizione per un’educazione di qualità per tutti” nel quale si dà conto della situazione dei sistemi educativi nel mondo rispetto al tema dell’inclusione, con una attenzione speciale a quella che è la situazione nel nostro Paese..
Emerge così che l’Italia è il solo paese europeo dove quasi tutti i bambini disabili sono inclusi nelle scuole ordinarie (circa il 99%). Una zona d’ombra è invece rappresentata dal problema della dispersione scolastica. Nel nostro Paese gli early school leavers rappresentano ben il 17,6% mentre in Germania la quota è sensibilmente più bassa (10,5%), così come in Francia (11,6%). Rispetto alla media prefissata del 10%, il nostro Paese ha circa otto punti di differenza da colmare. Anche per affrontare la dispersione scolastica bisogna adottare un approccio volto all’inclusione
Recenti dati indicano che, se i trend attuali rimanessero invariati, si riuscirebbe a garantire l’istruzione primaria ai ragazzi soltanto nel 2030 e solo in 56 dei 74 Paesi a basso e medio reddito, mentre le ragazze povere raggiungerebbero questo obiettivo entro il 2013 solo in 7 Paesi, uno solo dei quali a basso reddito.
Per garantire la qualità dell’apprendimento ed una maggiore equità sarà necessario concentrare gli sforzi verso i gruppi più poveri ed emarginati e per questa ragione il processo di definizione della nuova agenda di sviluppo post-2015 offre un’opportunità fondamentale per far fronte alle sfide esistenti e promuovere un orientamento dei sistemi di istruzione verso un modello di inclusione.
La Global Action Week è l’occasione per sollecitare i Governi ad attivarsi per il perseguimento dell’obiettivo della campagna. La Coalizione Italiana, felicitandosi della recente inversione di tendenza del nostro Paese in termini di Aiuto Pubblico allo Sviluppo (APS) - chiede al Governo italiano di sostenere la Global Partnership for Education nello sforzo di raggiungimento dell’obiettivo dei 3.5 miliardi di dollari nei prossimi quattro anni, partecipando con un chiaro impegno in termini di risorse all’ormai prossima Conferenza di Replenishment del 26 giugno. “Ci auguriamo che, coerentemente a quanto espresso nelle recenti linee guida della Cooperazione Italiana allo Sviluppo, l’Italia si impegni concretamente per l’obiettivo strategico relativo alla formazione di base universale – commenta De Bellis – investendo in questa sfida il 10% dell’APS”.
Per maggior informazioni:
Coalizione Italiana della Campagna Globale per l’Educazione (CGE-IT)
c/o Oxfam Italia - via Concino Concini 19 - 52100 Arezzo
Coordinatrice CGE-IT: Anna Rita De Bellis