Haiti: Save the Children, dopo la recente scossa, i bambini sono terrorizzati
“Dopo la recente scossa di terremoto di 6,1 gradi della scala Richter, che ha colpito Haiti, molti edifici danneggiati sono crollati. E tutto questo non ha fatto che aumentare ulteriormente la paura e il senso d’insicurezza dei bambini della zona colpita”, ha riferito Filippo Ungaro, Responsabile Comunicazione di Save the Children Italia, che in questi giorni ha raggiunto il team dell’Organizzazione presente sull’isola.
Save the Children sta cercando di rintracciare tutti i membri dello staff nella capitale, mentre quelli che operano a Jacmel e Legane sono già stati rintracciati e stanno bene.
“I bambini e le loro famiglie sono molto vulnerabili: stanno dormendo all’aperto, in mezzo alle macerie e questa ulteriore scossa li ha terrorizzati. Stiamo lavorando strenuamente per supportarli, cercando di far arrivare rifornimenti e di distribuirli alla gente più velocemente possibile”, ha dichiarato Annie Foster, responsabile del Team di Emergenza di Save the Children ad Haiti.
L’Organizzazione continua ad evidenziare il continuo pericolo per la salute dei bambini.
“La portata e la complessità di questo disastro sono enormi e i bambini e le loro famiglie stanno combattendo per soddisfare i loro bisogni quotidiani. Cibo, acqua, luoghi sicuri e medicine sono scarsi, le condizioni dei campi spontanei sorti negli ultimi giorni sono molto difficili e il rischio per la salute ed i benessere dei bambini è maggiore ogni giorno che passa senza che essi ricevano aiuto”, continua Annie Foster.
Save the Children ha distribuito cibo, acqua, kit igienici in un ospedale di Port-au-Prince, associato a due orfanotrofi e raggiungendo così più di 200 persone.
L’organizzazione inoltre ha ricevuto 15 tonnellate di medicinali e forniture ospedaliere, metà delle quali sono state distribuite alle strutture medico-ospedaliere di Port-au Prince, mentre l’altra metà è destinata alla zona costiera di Leogane.
Già prima del terremoto che l’ha messa in ginocchio, Haiti era il paese dell’emisfero occidentale con il più alto tasso di mortalità infantile, a causa principalmente di diarrea, infezioni respiratorie, tubercolosi. “Anche prima del disastro le condizioni dei bambini di Haiti erano precarie: l’80% della popolazione viveva con meno di 2 dollari al giorno e un bambino su quattro era malnutrito. I bambini haitiani e le loro madri morivano a causa di malattie facilmente prevenibili anche prima del terremoto della scorsa settimana, che però ha decimato le infrastrutture sanitarie, mettendo ulteriormente a repentaglio la vita di quei bambini”, ha continuato Annie Foster.
L’Organizzazione, che oltre al quartier generale di Port-au-Prince, è presente a Jacmal, Leogane e Petit Goave, ha allestito cliniche mobili e distribuito beni di prima necessità in queste aree duramente colpite dal terremoto.
“I nostri operatori ci dicono che le necessità in queste aree sono enormi, ma pochi aiuti stanno arrivando. È passata più di una settimana dal terremoto e queste persone hanno disperato bisogno del nostro aiuto”.
Il sistema sanitario di Haiti è sopraffatto dall’incredibile numero di feriti, mentre ormai i materiali scarseggiano, e per dare un contributo concreto Save the Children ha inviato un team di 12 medici.
Ma non è solo il benessere fisico dei bambini che preoccupa l’Organizzazione poiché i bambini soffrono anche di forte stress emotivo causato dal terremoto e dall’essere obbligati a vivere in uno scenario di completa distruzione.
Inoltre, come in ogni emergenza, moltissimi bambini rischiano di essere separate dalle loro famiglie. “In una crisi umanitaria di tale portata, le costruzioni sociali e i meccanismi di protezione dei bambini, come la scuola, la famiglia e il sistema sanitario, spesso vanno completamente a pezzi. I bambini soli o quelli separati dalle famiglie devono essere supportati con servizi per la riunificazione ai genitori o presi in carico da persone che possano prendersi cura di loro. Questa attività di assistenza e supporto è coerente con l’attività di riunificazione familiare e assicura al bambino protezione e benessere”.
In questi giorni, Save the Children ha allestito la prima area sicura a misura di bambino, un luogo dove i bambini possono cercare di superare il terribile trauma che hanno vissuto, svolgere attività educative e ricreative e al contempo essere protetti da abusi e sfruttamento.
“I bambini hanno una forte resilienza e dando loro il giusto supporto e assistenza, sono in grado di superare prove difficilissime. Le nostre aree a misura di bambino sono il primo passo sulla via del recupero”, ha concluso la Foster.
Nei prossimi giorni arriveranno sei aerei con beni di prima necessità da distribuire alla popolazione.
Per ulteriori informazioni:
Ufficio stampa Save the Children Italia
tel. 06 48070071 - 23
press@savethechildren.it
www.savethechildren.it
Save the Children sta cercando di rintracciare tutti i membri dello staff nella capitale, mentre quelli che operano a Jacmel e Legane sono già stati rintracciati e stanno bene.
“I bambini e le loro famiglie sono molto vulnerabili: stanno dormendo all’aperto, in mezzo alle macerie e questa ulteriore scossa li ha terrorizzati. Stiamo lavorando strenuamente per supportarli, cercando di far arrivare rifornimenti e di distribuirli alla gente più velocemente possibile”, ha dichiarato Annie Foster, responsabile del Team di Emergenza di Save the Children ad Haiti.
L’Organizzazione continua ad evidenziare il continuo pericolo per la salute dei bambini.
“La portata e la complessità di questo disastro sono enormi e i bambini e le loro famiglie stanno combattendo per soddisfare i loro bisogni quotidiani. Cibo, acqua, luoghi sicuri e medicine sono scarsi, le condizioni dei campi spontanei sorti negli ultimi giorni sono molto difficili e il rischio per la salute ed i benessere dei bambini è maggiore ogni giorno che passa senza che essi ricevano aiuto”, continua Annie Foster.
Save the Children ha distribuito cibo, acqua, kit igienici in un ospedale di Port-au-Prince, associato a due orfanotrofi e raggiungendo così più di 200 persone.
L’organizzazione inoltre ha ricevuto 15 tonnellate di medicinali e forniture ospedaliere, metà delle quali sono state distribuite alle strutture medico-ospedaliere di Port-au Prince, mentre l’altra metà è destinata alla zona costiera di Leogane.
Già prima del terremoto che l’ha messa in ginocchio, Haiti era il paese dell’emisfero occidentale con il più alto tasso di mortalità infantile, a causa principalmente di diarrea, infezioni respiratorie, tubercolosi. “Anche prima del disastro le condizioni dei bambini di Haiti erano precarie: l’80% della popolazione viveva con meno di 2 dollari al giorno e un bambino su quattro era malnutrito. I bambini haitiani e le loro madri morivano a causa di malattie facilmente prevenibili anche prima del terremoto della scorsa settimana, che però ha decimato le infrastrutture sanitarie, mettendo ulteriormente a repentaglio la vita di quei bambini”, ha continuato Annie Foster.
L’Organizzazione, che oltre al quartier generale di Port-au-Prince, è presente a Jacmal, Leogane e Petit Goave, ha allestito cliniche mobili e distribuito beni di prima necessità in queste aree duramente colpite dal terremoto.
“I nostri operatori ci dicono che le necessità in queste aree sono enormi, ma pochi aiuti stanno arrivando. È passata più di una settimana dal terremoto e queste persone hanno disperato bisogno del nostro aiuto”.
Il sistema sanitario di Haiti è sopraffatto dall’incredibile numero di feriti, mentre ormai i materiali scarseggiano, e per dare un contributo concreto Save the Children ha inviato un team di 12 medici.
Ma non è solo il benessere fisico dei bambini che preoccupa l’Organizzazione poiché i bambini soffrono anche di forte stress emotivo causato dal terremoto e dall’essere obbligati a vivere in uno scenario di completa distruzione.
Inoltre, come in ogni emergenza, moltissimi bambini rischiano di essere separate dalle loro famiglie. “In una crisi umanitaria di tale portata, le costruzioni sociali e i meccanismi di protezione dei bambini, come la scuola, la famiglia e il sistema sanitario, spesso vanno completamente a pezzi. I bambini soli o quelli separati dalle famiglie devono essere supportati con servizi per la riunificazione ai genitori o presi in carico da persone che possano prendersi cura di loro. Questa attività di assistenza e supporto è coerente con l’attività di riunificazione familiare e assicura al bambino protezione e benessere”.
In questi giorni, Save the Children ha allestito la prima area sicura a misura di bambino, un luogo dove i bambini possono cercare di superare il terribile trauma che hanno vissuto, svolgere attività educative e ricreative e al contempo essere protetti da abusi e sfruttamento.
“I bambini hanno una forte resilienza e dando loro il giusto supporto e assistenza, sono in grado di superare prove difficilissime. Le nostre aree a misura di bambino sono il primo passo sulla via del recupero”, ha concluso la Foster.
Nei prossimi giorni arriveranno sei aerei con beni di prima necessità da distribuire alla popolazione.
Per ulteriori informazioni:
Ufficio stampa Save the Children Italia
tel. 06 48070071 - 23
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