Haiti, terremoto 1 anno dopo: Save the Children, 870.000 adulti e bambini aiutati finora
“Ad Haiti la ricostruzione e la ripresa post-terremoto sono una maratona, una tripla maratona, non certo una corsa sprint. I progressi sono lenti e adesso anche a causa del colera e degli scontri seguiti alle elezioni l’isola continua ad essere in emergenza”.
Circa 500.000 bambini sono ancora nei campi. Insieme alle migliaia di altri che vivono negli slum, in mancanza di servizi sociali e di forze di polizia, sono in condizioni di permanente insicurezza e a rischio di abusi, violenze, sfruttamento e di contrarre il colera.
“Nonostante tutte queste sfide, Save the Children, che è presente ad Haiti da oltre 30 anni, continua a lavorare e a produrre miglioramenti reali nella vita di centinaia di migliaia di famiglie e bambini haitiani. Abbiamo iniziato a ricostruire alcune scuole che sono già un modello di edifici anti-sismici e anti uragano. Abbiamo aperto più di 80 cliniche e centri sanitari, anche per fronteggiare l’epidemia di colera. Stiamo aiutando migliaia di famiglie ad avere di nuovo un lavoro e una fonte di reddito e di sussistenza. Stiamo facendo il massimo per proteggere i bambini coinvolgendo le comunità e identificando e ricongiungendo i minori soli”.
Queste le parole di Valerio Neri, Direttore Generale Save the Children Italia, alla vigilia dell’ anniversario del terremoto che il 12 gennaio 2010 colpiva Haiti.
Haiti in numeri
230.000 le persone rimaste uccise a causa del sisma, 400.000 le case distrutte (circa il 15% nella regione di Petit Goâve, il 40-50% in alcune parti di Port-au-Prince, 50-60% a Jacmel e l’80-90% a Léogâne)1 ; 2 milioni gli adulti e i bambini senza casa, distribuiti in 1.325 campi a Port-au-Prince, Jacmel, Léogâne, Petit e Grande Goâve. Attualmente si stimano in circa 1 milione le persone ancora nelle tende, di cui circa 500.000 bambini.
Il lavoro di Save the Children, secondo il Rapporto I bambini di Haiti 1 anno dopo. Un paese al bivio.
870.000 è il totale di minori e adulti che hanno ricevuto finora aiuto da Save the Children dopo il terremoto, nell’ambito di interventi e programmi per la salute, l’istruzione, la protezione, la fornitura di ripari, di cibo, di lavoro e mezzi di sostentamento, di acqua e servizi igienici. Fino a 1.200 gli operatori dell’organizzazione all’opera in questi mesi.
Salute ed emergenza colera
80 le cliniche e strutture anche mobili per l’assistenza medico-sanitaria e nutrizionale aperte e allestite da Save the Children nelle aree più colpite dal terremoto, per un totale di quasi 165.000 bambini e adulti visitati e curati, più di 230.000 tra donne e bambini raggiunti da programmi di nutrizione (con distribuzione di cibo pronto all’uso e di latte in polvere), oltre 27.000 madri seguite per l’allattamento al seno.
Save the Children sta allestendo 16 Unità per il trattamento del colera (CTUs) a Port au Prince, Leogane, Jacmel e Maissade e Dessaline (nella regione dell’ Artibonite) sia nei campi provvisori che negli slum: 5 sono operative a Port au Prince e Jacmel. L’organizzazione sta conducendo training per gli insegnanti e sessioni di igiene e informazione per gli alunni in oltre 100 scuole di Port au Prince e Jacmel; analoghe attività sono in corso in alcuni campi con l’ausilio delle radio mentre a Léogâne sono stati creati dei gruppi di madri che vengono informate sulle corrette pratiche igieniche e sui sintomi del colera.
Finora quasi 348.000 persone hanno potuto usufruire di servizi igienici adeguati e acqua potabile. L’obiettivo di Save the Children è portare questi servizi a 600.000 tra adulti e bambini.
Istruzione: la prima scuola antisismica a Leogane
Save the Children ha supportato direttamente più di 270 scuole permettendo ad oltre 45.000 bambini di farvi ritorno; ha formato 2.300 insegnanti anche con training per fronteggiare eventuali altri eventi calamitosi; ha fornito circa 39.000 kit scolastici.
Ha inoltre ricostruito ex novo in legno e con criteri anti-sismici e anti-uragano la scuola Abeillard a Léogâne, una delle prime ad Haiti ricostruite con tali criteri. Accoglie quasi 300 bambini, dall’asilo alle elementari.
A Jacmel Save the Children sta portando avanti il programma HEART ( Healing and Education through Art), un progetto di arte-terapia.
Protezione
Già prima del terremoto circa 1.2 milioni di bambini erano a rischio di violenza, abuso e sfruttamento e circa 225.000 impiegati in lavoro domestico in condizione di semi schiavitù (cosiddetti bambini restavecs) 2.
A seguito del sisma Save the Children ha allestito 50 aree a misura di bambino nei campi di Port-au-Prince, Leogane e Jacmel. Spazi sicuri in cui i bambini potevano passare la loro giornata mentre i genitori cercavano di ricostruire le proprie vite. In questi spazi i bambini non solo trovano protezione ma ricominciano a giocare e a studiare, un primo passo verso la normalità. Attualmente le aree a misura di bambino sono state trasformate in club di bambini, per sensibilizzare le famiglie e le comunità sulla protezione dei minori e sulla prevenzione di abuso, sfruttamento e violenze.
Subito dopo il terremoto inoltre Save the Children ha avviato un programma per la riunificazione familiare (FTR-Family Tracing Reunification), cioè di identificazione dei minori rimasti soli, per ricongiungerli con i rispettivi genitori o familiari allargati. Ad oggi sono oltre 4.500 i bambini registrati e oltre 1.100 quelli ricongiunti con le famiglie.
Sicurezza alimentare e aiuto al sostentamento
All’indomani del terremoto, quando quasi tutti i negozi erano completamente a corto di provviste e derrate, Save the Children ha distribuito cibo a circa 300.000 adulti e bambini.
Una delle più gravi conseguenze del sisma è stata la perdita di guadagno ed entrate per i proprietari di piccoli esercizi.
Lavoro in cambio di denaro (cash for work), microcredito sono alcune delle iniziative specificamente indirizzate da Save the Children ai nuclei familiari in stato di maggior bisogno: donne sole con familiari a carico, famiglia con uno o più membri malati cronici o con persone disabili. Ad oggi i programmi di “sussistenza” di Save the Children hanno raggiunto 100.000 persone bisognose di mezzi e aiuto per sopravvivere. All’interno dei progetti cash for work sono state inserite attività per la riduzione dei rischi legati ai disastri naturali, come lavori per rinforzare i margini dei fiumi e proteggerne il corso pulendo i canali a Jacmel e Leogane. Supportando gli agricoltori, i pescatori e i piccolo commercianti, Save the Children inoltre sta contribuendo alla ripresa economica a Port-au-Prince, Léogâne e Jacmel.
Acqua, sanità e igiene
Più della metà degli haitiani prima del terremoto non aveva accesso all’acqua potabile e il 70% a servizi igienici.
348.000 persone da gennaio 2010 hanno ricevuto acqua potabile, latrine, stazioni per lavarsi le mani, docce.
Cosa fare subito. Il 10% degli haitiani aiutati da Save the Children entro il 2015
“Nonostante le inaccettabili condizioni di vita di tantissimi haitiani, la mancanza di lavoro e di servizi di base, alcune cose sono cambiate e migliorate dopo il terremoto, anche grazie al lavoro di Save the Children”, commenta ancora Valerio Neri. “Un numero maggiore di haitiani ha accesso all’acqua potabile. Donne incinte e in allattamento che non avevano mai ricevuto cure adesso possono rivolgersi a un medico, a delle infermiere o ad un’ostetrica. La possibilità di avere cure mediche ha fatto capire a molte persone come sia possible stare meglio e come curarsi.
“Adesso la sfida è fare della ricostruzione e della ripresa post terremoto un grande, prioritario e assoluto impegno nazionale. E’ necessario anche che permanga un’attenzione internazionale e che i donatori istituzionali entrino subito in contatto con quelli che saranno i nuovi eletti dalle elezioni, assicurando il prosieguo degli aiuti e degli stanziamenti. Questi dovranno essere finalizzati a un’uscita dai campi degli haitiani, a un loro ricollocamento e alla ricostruzione delle loro vite. L’Haiti che vogliamo deve essere migliore della precedente. Come Save the Children abbiamo approntato un piano quinquennale, con l’obiettivo di raggiungere e sostenere il 10% della popolazione haitiana, per un totale di 1 milione di persone, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie più vulnerabili”, conclude Valerio Neri.
Oltre 52 milioni dollari è la cifra spesa da Save the Children per sostenere Haiti dopo il terremoto. Oltre 3 milioni sono stati raccolti in Italia, nel quadro delle iniziative coordinate da AGIRE – Agenzia Italiana per la Risposta alle Emergenze all’interno dell’appello per il terremoto ad Haiti. AGIRE è il coordinamento di 12 tra le più importanti organizzazioni non governative che rispondono in maniera congiunta alle gravi emergenze umanitarie (www.agire.it).
Scopri le testimonianze e la fotogallery
E’ disponibile la versione integrale del Rapporto "I bambini di Haiti 1 anno dopo. Un paese al bivio" (in inglese)
Sono disponibili per la stampa foto, storie e testimonianze di bambini, mamme e operatori di Save the Children
Sono disponibili portavoce di Save the Children da Haiti
Per sostenere le attività di Save the Children ad Haiti: www.savethechildren.it/fondoemergenze
Per ulteriori informazioni:
Ufficio Stampa Save the Children Italia
tel. 06.48070023-071-001
press@savethechildren.it
www.savethechildren.it
NOTE:
1 Fonte: USAID
2 Fonte: UNICEF
Circa 500.000 bambini sono ancora nei campi. Insieme alle migliaia di altri che vivono negli slum, in mancanza di servizi sociali e di forze di polizia, sono in condizioni di permanente insicurezza e a rischio di abusi, violenze, sfruttamento e di contrarre il colera.
“Nonostante tutte queste sfide, Save the Children, che è presente ad Haiti da oltre 30 anni, continua a lavorare e a produrre miglioramenti reali nella vita di centinaia di migliaia di famiglie e bambini haitiani. Abbiamo iniziato a ricostruire alcune scuole che sono già un modello di edifici anti-sismici e anti uragano. Abbiamo aperto più di 80 cliniche e centri sanitari, anche per fronteggiare l’epidemia di colera. Stiamo aiutando migliaia di famiglie ad avere di nuovo un lavoro e una fonte di reddito e di sussistenza. Stiamo facendo il massimo per proteggere i bambini coinvolgendo le comunità e identificando e ricongiungendo i minori soli”.
Queste le parole di Valerio Neri, Direttore Generale Save the Children Italia, alla vigilia dell’ anniversario del terremoto che il 12 gennaio 2010 colpiva Haiti.
Haiti in numeri
230.000 le persone rimaste uccise a causa del sisma, 400.000 le case distrutte (circa il 15% nella regione di Petit Goâve, il 40-50% in alcune parti di Port-au-Prince, 50-60% a Jacmel e l’80-90% a Léogâne)1 ; 2 milioni gli adulti e i bambini senza casa, distribuiti in 1.325 campi a Port-au-Prince, Jacmel, Léogâne, Petit e Grande Goâve. Attualmente si stimano in circa 1 milione le persone ancora nelle tende, di cui circa 500.000 bambini.
Il lavoro di Save the Children, secondo il Rapporto I bambini di Haiti 1 anno dopo. Un paese al bivio.
870.000 è il totale di minori e adulti che hanno ricevuto finora aiuto da Save the Children dopo il terremoto, nell’ambito di interventi e programmi per la salute, l’istruzione, la protezione, la fornitura di ripari, di cibo, di lavoro e mezzi di sostentamento, di acqua e servizi igienici. Fino a 1.200 gli operatori dell’organizzazione all’opera in questi mesi.
Salute ed emergenza colera
80 le cliniche e strutture anche mobili per l’assistenza medico-sanitaria e nutrizionale aperte e allestite da Save the Children nelle aree più colpite dal terremoto, per un totale di quasi 165.000 bambini e adulti visitati e curati, più di 230.000 tra donne e bambini raggiunti da programmi di nutrizione (con distribuzione di cibo pronto all’uso e di latte in polvere), oltre 27.000 madri seguite per l’allattamento al seno.
Save the Children sta allestendo 16 Unità per il trattamento del colera (CTUs) a Port au Prince, Leogane, Jacmel e Maissade e Dessaline (nella regione dell’ Artibonite) sia nei campi provvisori che negli slum: 5 sono operative a Port au Prince e Jacmel. L’organizzazione sta conducendo training per gli insegnanti e sessioni di igiene e informazione per gli alunni in oltre 100 scuole di Port au Prince e Jacmel; analoghe attività sono in corso in alcuni campi con l’ausilio delle radio mentre a Léogâne sono stati creati dei gruppi di madri che vengono informate sulle corrette pratiche igieniche e sui sintomi del colera.
Finora quasi 348.000 persone hanno potuto usufruire di servizi igienici adeguati e acqua potabile. L’obiettivo di Save the Children è portare questi servizi a 600.000 tra adulti e bambini.
Istruzione: la prima scuola antisismica a Leogane
Save the Children ha supportato direttamente più di 270 scuole permettendo ad oltre 45.000 bambini di farvi ritorno; ha formato 2.300 insegnanti anche con training per fronteggiare eventuali altri eventi calamitosi; ha fornito circa 39.000 kit scolastici.
Ha inoltre ricostruito ex novo in legno e con criteri anti-sismici e anti-uragano la scuola Abeillard a Léogâne, una delle prime ad Haiti ricostruite con tali criteri. Accoglie quasi 300 bambini, dall’asilo alle elementari.
A Jacmel Save the Children sta portando avanti il programma HEART ( Healing and Education through Art), un progetto di arte-terapia.
Protezione
Già prima del terremoto circa 1.2 milioni di bambini erano a rischio di violenza, abuso e sfruttamento e circa 225.000 impiegati in lavoro domestico in condizione di semi schiavitù (cosiddetti bambini restavecs) 2.
A seguito del sisma Save the Children ha allestito 50 aree a misura di bambino nei campi di Port-au-Prince, Leogane e Jacmel. Spazi sicuri in cui i bambini potevano passare la loro giornata mentre i genitori cercavano di ricostruire le proprie vite. In questi spazi i bambini non solo trovano protezione ma ricominciano a giocare e a studiare, un primo passo verso la normalità. Attualmente le aree a misura di bambino sono state trasformate in club di bambini, per sensibilizzare le famiglie e le comunità sulla protezione dei minori e sulla prevenzione di abuso, sfruttamento e violenze.
Subito dopo il terremoto inoltre Save the Children ha avviato un programma per la riunificazione familiare (FTR-Family Tracing Reunification), cioè di identificazione dei minori rimasti soli, per ricongiungerli con i rispettivi genitori o familiari allargati. Ad oggi sono oltre 4.500 i bambini registrati e oltre 1.100 quelli ricongiunti con le famiglie.
Sicurezza alimentare e aiuto al sostentamento
All’indomani del terremoto, quando quasi tutti i negozi erano completamente a corto di provviste e derrate, Save the Children ha distribuito cibo a circa 300.000 adulti e bambini.
Una delle più gravi conseguenze del sisma è stata la perdita di guadagno ed entrate per i proprietari di piccoli esercizi.
Lavoro in cambio di denaro (cash for work), microcredito sono alcune delle iniziative specificamente indirizzate da Save the Children ai nuclei familiari in stato di maggior bisogno: donne sole con familiari a carico, famiglia con uno o più membri malati cronici o con persone disabili. Ad oggi i programmi di “sussistenza” di Save the Children hanno raggiunto 100.000 persone bisognose di mezzi e aiuto per sopravvivere. All’interno dei progetti cash for work sono state inserite attività per la riduzione dei rischi legati ai disastri naturali, come lavori per rinforzare i margini dei fiumi e proteggerne il corso pulendo i canali a Jacmel e Leogane. Supportando gli agricoltori, i pescatori e i piccolo commercianti, Save the Children inoltre sta contribuendo alla ripresa economica a Port-au-Prince, Léogâne e Jacmel.
Acqua, sanità e igiene
Più della metà degli haitiani prima del terremoto non aveva accesso all’acqua potabile e il 70% a servizi igienici.
348.000 persone da gennaio 2010 hanno ricevuto acqua potabile, latrine, stazioni per lavarsi le mani, docce.
Cosa fare subito. Il 10% degli haitiani aiutati da Save the Children entro il 2015
“Nonostante le inaccettabili condizioni di vita di tantissimi haitiani, la mancanza di lavoro e di servizi di base, alcune cose sono cambiate e migliorate dopo il terremoto, anche grazie al lavoro di Save the Children”, commenta ancora Valerio Neri. “Un numero maggiore di haitiani ha accesso all’acqua potabile. Donne incinte e in allattamento che non avevano mai ricevuto cure adesso possono rivolgersi a un medico, a delle infermiere o ad un’ostetrica. La possibilità di avere cure mediche ha fatto capire a molte persone come sia possible stare meglio e come curarsi.
“Adesso la sfida è fare della ricostruzione e della ripresa post terremoto un grande, prioritario e assoluto impegno nazionale. E’ necessario anche che permanga un’attenzione internazionale e che i donatori istituzionali entrino subito in contatto con quelli che saranno i nuovi eletti dalle elezioni, assicurando il prosieguo degli aiuti e degli stanziamenti. Questi dovranno essere finalizzati a un’uscita dai campi degli haitiani, a un loro ricollocamento e alla ricostruzione delle loro vite. L’Haiti che vogliamo deve essere migliore della precedente. Come Save the Children abbiamo approntato un piano quinquennale, con l’obiettivo di raggiungere e sostenere il 10% della popolazione haitiana, per un totale di 1 milione di persone, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie più vulnerabili”, conclude Valerio Neri.
Oltre 52 milioni dollari è la cifra spesa da Save the Children per sostenere Haiti dopo il terremoto. Oltre 3 milioni sono stati raccolti in Italia, nel quadro delle iniziative coordinate da AGIRE – Agenzia Italiana per la Risposta alle Emergenze all’interno dell’appello per il terremoto ad Haiti. AGIRE è il coordinamento di 12 tra le più importanti organizzazioni non governative che rispondono in maniera congiunta alle gravi emergenze umanitarie (www.agire.it).
Scopri le testimonianze e la fotogallery
E’ disponibile la versione integrale del Rapporto "I bambini di Haiti 1 anno dopo. Un paese al bivio" (in inglese)
Sono disponibili per la stampa foto, storie e testimonianze di bambini, mamme e operatori di Save the Children
Sono disponibili portavoce di Save the Children da Haiti
Per sostenere le attività di Save the Children ad Haiti: www.savethechildren.it/fondoemergenze
Per ulteriori informazioni:
Ufficio Stampa Save the Children Italia
tel. 06.48070023-071-001
press@savethechildren.it
www.savethechildren.it
NOTE:
1 Fonte: USAID
2 Fonte: UNICEF