Immigrazione, UE: centinaia i minori soli in transito in Italia
L’organizzazione sottolinea che, tra i minori arrivati in Italia dall’inizio dell’anno, più di un terzo proviene da Eritrea, Siria, Somalia, Palestina, Iraq e Libia.
“È fondamentale che l’Unione Europea superi l’accordo di Dublino e che i membri non rimandino ulteriormente l’assunzione di responsabilità condivisa nei confronti dei più vulnerabili tra i migranti giunti in Europa. La proposta della Commissione UE di ricollocare 40.000 richiedenti asilo che si trovano in chiare condizioni di necessità di protezione internazionale è un passo nella giusta direzione se troverà attuazione in tempi rapidi. Tuttavia, visto il numero senza precedenti di migranti arrivati quest’anno via mare in Italia e Grecia da paesi in conflitto, si tratta di un numero assolutamente insufficiente per far fronte alla situazione,” ha dichiarato Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia a commento delle indiscrezioni sull’esito del Consiglio Europeo su Giustizia e Affari Interni dove si è discussa l’agenda europea sull’immigrazione.
Dal 1 gennaio all’10 giugno scorso, sono arrivati in Italia via mare 57.469 migranti, tra cui 4.556 minori, di cui 3.480 soli non accompagnati. Tra tutti i minori, più di un terzo (1718) sono provenienti da Eritrea, Siria, Somalia, Palestina, Iraq e Libia.
“Solo a Roma e Milano ci sono in questo momento secondo le nostre stime centinaia di minori soli non accompagnati, in particolare di origine Eritrea – più di 1.000 quelli originari di questo Paese arrivati in Italia dall’inizio dell’anno -, che sono in un limbo assoluto, esposti a gravi rischi di sfruttamento o sicurezza, in molti casi senza un riparo o protezione. Questi minori si trovano spesso obbligati - per il timore dei tempi e della burocrazia o di essere rispediti in Italia una volta giunti nel paese di destinazione - a rimettersi nelle mani dei trafficanti per cercare di passare le frontiere e raggiungere gli altri paesi europei dove vivono già familiari o amici. E a loro si aggiungono i bambini siriani anche piccolissimi, arrivati con i gruppi familiari in fuga dalla guerra.”
Save the Children rinnova il proprio appello ai membri dell’Unione Europea di accogliere e attuare in tempi brevi la proposta della Commissione e non rimandare ulteriormente l’assunzione di responsabilità condivisa nei confronti dei più vulnerabili tra i migranti giunti in Europa. L’Organizzazione chiede anche ai Governi di rinforzare ed estendere i programmi di re-insediamento e ammissione umanitaria, al fine di offrire una via legale per raggiungere l’Europa dalle aree di crisi alle migliaia di rifugiati in condizioni di estrema vulnerabilità, inclusi i bambini, perché possano evitare il rischio di essere vittime di violenze, abusi o sfruttamento, o rischiare di perdere la vita nel corso dei lunghi viaggi in mano ai trafficanti.
Un rifugiato o sfollato su due ha meno di 18 anni, in un momento storico in cui nel 2014 il numero di persone costrette alla fuga dai loro paesi ha raggiunto per la prima volta dopo la seconda Guerra Mondiale i 50 milioni[1]. Il numero di richiedenti protezione internazionale nell’Unione Europea è cresciuta tra il 2013 e il 2014 del 44%, per un totale di 625.000 persone, il 20% di sui siriani. A maggio 2015, circa 4 milioni di siriani sono fuggiti dal Paese e sono stati registrati come rifugiati nell’area di crisi, e le attuali previsioni indicano un aumento fino a 4.270.000 entro fine anno, mentre si stimano in 7,6 milioni gli sfollati interni alla Siria. I bambini costituisco il 52,1% della popolazione di rifugiati siriani, circa 2 milioni sul totale registrato nella regione.
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[1] Fonte UNHCR