Immigrazione: #whyagain

“Aylan, il bambino siriano annegato ed approdato sulle coste turche e quelli che sulle coste libiche sembrano dormire sull’acqua. I bambini ammassati al confine ungherese, con le vite bloccate da un muro e il filo spinato riflesso negli occhi. I bambini “segnati” dalla guerra da cui scappano e da un pennarello indelebile al confine ceco e macedone. I bambini che vengono allontanati con i gas lacrimogeni, nonostante abbiano già pianto tanto durante le loro giovani vite. Sono fotogrammi che popolano le pagine dei giornali, i social media, che animano il dibattito di oggi. E’ la sofferenza silenziosa dei tanti piccoli e dei loro genitori che ogni giorno incontriamo sul campo, nelle aree di crisi”, ha commentato Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children.

“Immagini di inaccettabili violazioni dei più elementari diritti dei bambini che riflettono l’inadeguatezza e il fallimento degli interventi sino ad oggi messi in atto per rispondere ad una crisi umanitaria di così grandi dimensioni. È questa la risposta che l’Europa è riuscita a dare a chi fugge da guerre, violenza e fame, una risposta tardiva ed inadeguata. Immagini che sono lo specchio della nostra coscienza.”

L’Organizzazione internazionale dedicata dal 1919 a salvare i bambini e  tutelarne i diritti, oggi più che mai chiede con forza una risposta politica strutturale che fermi questa escalation di violenza e disumanità. Save the Children rilancia  l’hashtag #whyagain, invitando tutti ad aderire e diffonderlo. Perché quello che sta accadendo è veramente troppo e non può essere più tollerato.

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