Infanzia: per dare voce alle richieste di pace dei bambini nel mondo l'Organizzazione diffonde il video “Pensieri dei bambini sulla pace” e su TikTok tre brani musicali inediti insieme a tre creators

Dall’aumento dei conflitti e della violenza ai devastanti effetti dei cambiamenti climatici: il 2023 è stato un anno drammatico per milioni di bambine, bambini e adolescenti nel mondo tra emergenze, guerre, crisi alimentare e climatica. Sempre più bambini a livello globale hanno bisogno di assistenza umanitaria.

Tra i più vulnerabili, coloro che vivono in aree di conflitto, ben 468 milioni. Per dare voce alla richiesta di pace dei più piccoli in tutto il mondo e lanciare un messaggio di speranza in vista del nuovo anno, Save the Children - l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine a rischio e garantire loro un futuro - ha diffuso una nuova iniziativa di sensibilizzazione.

L’Organizzazione - in collaborazione con COSMIC, AdTech Company specializzata nella produzione e nella distribuzione di video brevi - ha chiesto a tre creators di TikTok di creare tre brani musicali a partire da una poesia scritta da Hanane*, una ragazza siriana di 15 anni costretta a fuggire dalla propria casa, a Raqqa, in Siria, a causa della guerra. Hanane* ora lavora in una fabbrica dove a causa delle condizioni precarie ha perso anche due dita, e passa il suo tempo libero scrivendo e custodendo il sogno di tornare a scuola e diventare una poetessa.

Per dare voce alla storia di Hanane* e di tutti i bambini che nel mondo vivono in zone di guerra, le creators e songwriter Le Nora, Opposite e Camilla Rinaldi hanno creato tre brani musicali, a partire da una delle sue poesie dal titolo “On the path of hope”. Il risultato è una canzone di speranza, un potente inno alla pace, con l’augurio che possa diventare per tutti la colonna sonora di questo periodo natalizio ricordando il dramma delle migliaia di bambini,bambine e adolescenti che in tutto il mondo vivono in condizioni disperate a causa della guerra.

Le canzoni sono disponibili sui profili TikTok delle creators @lestaccatonora, @oppositeofficial e @_camimusic_

A conclusione del 2023, Save the Children ha diffuso anche il video “Pensieri dei bambini sulla pace” che raccoglie i messaggi di bambine, bambini e adolescenti nel mondo. Tamara, 13 anni, dello Yemen, dice che se potesse scrivere alle persone più influenti chiederebbe loro di porre fine alla guerra perché, le fa eco Eyad, 14 snni, “non c’è vita quando si è in guerra”. “Vorrei un cielo di pace” è il desiderio dall’Ucraina di Nina, 13 anni. “Io e mio fratello desideriamo vivere in pace come tutti i bambini nel mondo” racconta Fadi, 13 anni, siriano.

I bambini che vivono in zone di conflitto rischiano di essere feriti, uccisi, rapiti, abusati e alcuni non hanno conosciuto altro che violenze o campi profughi da quando sono nati.

Nel 2022 (ultimi dati disponibili) un minore su sei viveva in un’area di guerra, il livello più alto dal 2005, anno in cui sono iniziate le rilevazioni. Il continente africano è l’area con il maggior numero assoluto di minori in contesti di guerra, mentre il Medio Oriente, già prima del conflitto in corso a Gaza, registrava la proporzione più elevata, pari a un bambino su tre. Il Paese con il maggior numero di casi di minori uccisi o mutilati, secondo il rapporto del Segretario Generale delle Nazioni Unite, è stata l’Ucraina (1.386), mentre già nel 2022 nei Territori palestinesi occupati 1.134 bambini sono stati uccisi o hanno subito mutilazioni, in particolare nella Striscia di Gaza, cifra destinata a salire vertiginosamente nel 2023 a causa dei continui bombardamenti, e del conflitto in Sudan, che ha causato la più grave crisi di bambini sfollati al mondo.

A questo link il video “Pensieri dei bambini sulla pace”: https://vimeo.com/889852970/a6aec25928?share=copy

La canzone di Lestaccatonora: https://vm.tiktok.com/ZGeFRqHbS/

La canzone di Oppositeofficial: https://vm.tiktok.com/ZGeFR9ync/

La canzone di _camimusic_: https://vm.tiktok.com/ZGeFR47JT/

*Il nome è stato cambiato per proteggere l’identità degli intervistati

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