Iraq: i bambini muoiono di sete o vengono uccisi mentre tentano di fuggire da Hawija

Iraq: bambini muoiono di sete o vengono uccisi dalle mine mentre tentano la fuga con le loro famiglie prima dell’offensiva finale su Mosul. Nei prossimi giorni, almeno 90.000 persone potrebbero fuggire da Hawija.

Bambini che muoiono di sete o che rimangono uccisi dall’esplosione improvvisa delle mine mentre, con le loro famiglie, cercano disperatamene di fuggire dai combattimenti sulla strada per Mosul. Lo riferisce lo staff di Save the Children in Iraq, nei giorni cruciali dell’offensiva annunciata dell’esercito iracheno e delle forze alleate per prendere il controllo della città, attualmente nelle mani dell’Isis.

In un centro di accoglienza ad Hayakal, a sud della città di Hawija, operatori umanitari raccontano di un bambino trasportato in fin di vita a causa di una forma gravissima di deidratazione. Altri bambini continuano ad arrivare nel centro a piedi nudi, dopo aver camminato per almeno 36 ore consecutive attraversando aree minate con ordigni esplosivi improvvisati del gruppo Stato islamico.

Secondo quanto raccontato dalle famiglie in fuga al personale di Save the Children, nei giorni scorsi decine di bambini sono rimasti senz’acqua e hanno perso la vita mentre percorrevano pericolosi sentieri di montagna per mettersi in salvo. Altri sono rimasti uccisi dopo aver inavvertitamente messo il piede su una mina improvvisata. Particolarmente drammatica è stata la fuga di una famiglia composta da cinque persone: due figli sono morti a causa dell’esplosione improvvisa di un ordigno nascosto nel terreno.

Nel timore della presenza di ulteriori mine nella zona, i familiari non hanno potuto neanche recuperare i corpi dei loro cari. Sono migliaia le persone che hanno finora abbandonato le zone intorno a Hawija, mentre le forze irachene e alleate combattono per riconquistare i territori nelle mani dell’Isis sulla via che conduce a Mosul. Secondo Save the Children, almeno 90.000 persone potrebbero fuggire da Hawija nei prossimi giorni, in concomitanza con l’intensificarsi dell'offensiva.

"I bambini stanno arrivando da Hawija sull'orlo della morte. In quest’area non c’è quasi più cibo oramai: i piccoli hanno fame, hanno sete e sono esausti a causa di una fuga disperata che li vede, assieme alle loro famiglie, camminare per ore a piedi nudi attraverso strade di montagna cosparse di mine e sotto il controllo dei combattenti dell’Isis. Il nostro team ci ha raccontato di una donna e di suo figlio di 17 anni che sono morti, dopo essere crollati per terra, sfiniti, quando mancavano solo pochissimi chilometri per raggiungere gli aiuti", afferma Aram Shakaram, vice Direttore di Save the Children in Iraq.

A molte famiglie, dopo essere riuscite a mettersi in salvo, è inoltre capitato di dover attendere ore e ore sedute per terra, sotto il sole cocente, senza acqua e senza cibo, prima di ricevere gli aiuti. Da quando è giunto ad Hayakal, il team di Save the Children sta fornendo acqua e beni di prima necessità alle persone in fuga. La costante insicurezza e la mancanza di fondi continua tuttavia ad ostacolare gravemente la risposta umanitaria, considerando peraltro che l’appello delle Nazioni Unite per Mosul è stato ad oggi finanziato per meno della metà.

"Siamo solo all’inizio di uno scenario drammatico: temiamo purtroppo che il peggio debba ancora arrivare. Le condizioni degli uomini, delle donne e dei bambini in fuga da Hawija rappresentano un segnale di allarme di ciò che potrà accadere quando un numero molto maggiore di persone abbandonerà Mosul – spiega ancora Shakaram - "In questo momento è fondamentale che le parti in conflitto assicurino alle famiglie vie sicure per fuggire dalle aree interessate dagli scontri e garantiscano loro cibo, acqua e un posto sicuro. Allo stato attuale, le famiglie rischiano la vita sia se decidono di rimanere a Mosul sia se scelgono di fuggire". Un milione di persone potrebbero fuggire disperatamente da Mosul quando le forze irachene e quelle della coalizione lanceranno l’offensiva finale per prendere il controllo della città. In quella che potrebbe rivelarsi come la peggiore crisi umanitaria in Iraq negli ultimi anni, le Nazioni Unite stimano che almeno 700.000 persone avranno urgente bisogno di aiuti.

Per interviste, sono disponibili portavoce di Save the Children sia dall’Iraq che dall’Italia.

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