Iraq: l'imminente assalto a Mosul
L’assalto che incombe sulla città irachena di Mosul rischia di mettere in grave pericolo la vita di 600.000 bambini se non verranno garantiti immediatamente percorsi sicuri e altre misure per proteggere la popolazione.
Save the Children, l’Organizzazione internazionale dedicata dal 1919 a salvare la vita dei bambini in pericolo e a promuovere i loro diritti, esprime profonda preoccupazione sullo scenario che potrebbe presto verificarsi in quella che oggi viene considerata la capitale de facto del gruppo Stato islamico in Iraq, che attualmente conta una popolazione compresa tra 1,2 e 1,5 milioni di abitanti[1], di cui almeno la metà sono bambini.
L’attacco finale dell’esercito iracheno e delle forze alleate per riprendere il controllo di Mosul è previsto entro la fine del mese. Le famiglie che rimarranno in città rischiano di essere colpite dagli attacchi aerei o di finire intrappolate nel fuoco incrociato durante i combattimenti. Allo stesso modo, se non verranno garantite vie di fuga sicure dalla città, coloro che tenteranno di fuggire potranno incorrere nel rischio di finire sotto i colpi dei cecchini, di calpestare mine o di essere catturati o giustiziati dai combattenti dell’Isis.
Una donna che recentemente è riuscita a fuggire dalla città ha raccontato al personale di Save the Children che lei e i suoi tre figli, tra cui un bimbo di soli quattro mesi, hanno schivato le pallottole mentre correvano per mettersi in salvo. Due giovani fratelli hanno raccontato di avere corso a piedi nudi nelle zone periferiche della città, lasciando dietro di sé la loro mamma, la quale, trovandosi in stato di gravidanza avanzato, non era nelle condizioni di correre. La donna, hanno detto i ragazzi, ha tuttavia esortato i due figli a fuggire e a mettersi in salvo.
"Le famiglie di Mosul si trovano ora davanti alla decisione più drammatica da prendere nelle loro vita. Se decidono di restare in città, i bambini rischiano di finire vittime del fuoco incrociato oppure di rimanere senza cibo e medicinali. Se invece sceglieranno di fuggire, saranno costretti ad affrontare combattenti, cecchini e mine antiuomo”, spiega Maurizio Crivellaro, Direttore di Save the Children in Iraq.
“Se contassimo i bambini che in questo momento sono in grave pericolo a Mosul, da soli riempirebbero quasi una città delle dimensioni di Genova. Tutte le parti devono quindi assicurare percorsi sicuri che permettano a questi bambini e alle loro famiglie di abbandonare la città senza rischiare la vita, garantendone la protezione anche una volta fuori da Mosul”, prosegue Crivellaro.
Le Nazioni Unite e le Organizzazioni umanitarie si stanno preparando a mettere in campo la risposta umanitaria più critica degli ultimi anni, considerando che l’esodo improvviso da Mosul potrebbe coinvolgere un milione di persone[2]. Tuttavia, si continua a registrare una carenza di aiuti necessari per salvare vite umane, visto che l’appello di emergenza lanciato dall’Onu è stato finora finanziato solo al 48%[3].
Le unità di emergenza di Save the Children in Iraq e nella regione del Kurdistan iracheno sono pronte a intervenire con distribuzioni di acqua potabile, cibo e beni di prima necessità e supporto specialistico per la protezione dei bambini. Save the Children prevede di fornire immediato supporto psicologico ai bambini più vulnerabili, individuando in particolare i minori separati dalle loro famiglie che hanno dovuto affrontare la fuga da soli, contribuendo a riunirli alle loro famiglie.
Nei prossimi giorni e settimane, Save the Children intende inoltre offrire ai minori traumatizzati servizi di supporto psicologico e lavorare per permettere ai bambini e agli adolescenti di tornare a studiare, attraverso programmi di educazione da realizzarsi all’interno di strutture mobili. Nell’arco di sei mesi, l’Organizzazione prevede di raggiungere in totale almeno 200.000 persone.
Per fornire l’aiuto essenziale ai bambini e alle famiglie più vulnerabili, in particolare nella prima fase della risposta umanitaria, Save the Children ha tuttavia urgente bisogno di maggiori fondi.
"Mosul è una città di bambini e la comunità internazionale deve intensificare i propri sforzi per fare in modo che questi piccoli siano finalmente al sicuro. Se ignoreremo la tragedia che si sta consumando in Iraq, centinaia di migliaia di bambini ne pagheranno il prezzo più caro", conclude Crivellaro.
Per sostenere gli interventi di Save the Children in emergenza: www.savethechildren.it/fondoemergenze
Per ulteriori informazioni:
Ufficio stampa Save the Children Italia
Tel 06-48070023/63/81/82
ufficiostampa@savethechildren.org
www.savethechildren.it
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[1] http://reliefweb.int/report/iraq/iraq-mosul-flash-appeal-enkuar
[2] http://www.unocha.org/top-stories/all-stories/iraq-54-cent-planned-prog…
[3] https://fts.unocha.org/pageloader.aspx?page=emerg-emergencyDetails&appe…