Isaac: Save the Children, l’America impreparata per proteggere i bambini durante le emergenze

Migliaia di strutture scolastiche ed asili nido in 27 stati degli USA non hanno piani di emergenza adeguati a rispondere alle necessità dei bambini più vulnerabili, come i neonati, i bambini con disabilità o quelli con malattie funzionali o difficoltà di accesso. Lo attesta un rapporto lanciato da Save the Children in queste ore, mentre con l’arrivo dell’uragano Isaac il paese si sta interrogando sul proprio stato di sicurezza.

“Alcuni stati non sono riusciti a stabilire norme che prevedano l’obbligo per asili e strutture scolastiche di dotarsi di piani d’emergenza per i bambini più piccoli e vulnerabili, esponendoli a gravi pericoli in caso di catastrofe naturale”, ha affermato Mark Shriver, Senior Vice President Save e the Children US. “Stiamo parlando di neonati che stanno imparando ora a camminare o di bambini con grosse disabilità fisiche e psicologiche – bambini in sedia a rotelle, autistici, con l’ossigeno o con il sondino per l’alimentazione supplementare - . Nonostante i progressi fatti in tal senso da molti stati, è inaccettabile che in ben 27 di essi non si sia fatto niente per garantire sicurezza e benessere a questi bambini”.

Il rapporto sottolinea come gli Stati siano stati deficitari nel chiedere alle scuole di mettere a punto piani di emergenza adeguati a far fronte ai molteplici rischi che si presentano in caso di una catastrofe naturale. Se si pensa che 68 milioni di bambini frequentano ogni giorno la scuola o gli asili negli USA - di cui 11 milioni hanno meno di 5 anni e 1 milione e mezzo meno di un anno - ci si può rendere conto di quanti giovani vite si mettano in pericolo.

“Molti genitori pensano erroneamente che lasciando i figli in queste strutture, in caso di emergenza, essi siano al sicuro. Ma solo 17 stati hanno delle norme di sicurezza che richiedono a scuole o altre strutture scolastiche dei piani di emergenza di base. Tra di essi la Louisiana, che dopo il devastante impatto di Katrina di qualche anno fa ha compiuto notevoli passi avanti e ora è in cima all’indice di Save the Children relativo alla sicurezza nelle strutture scolastiche e negli asili ”.

Gli indicatori relativi alla sicurezza ed emergenza per i bambini negli asili e nelle altre strutture scolastiche, in base ai quali vengono classificati i 50 stati americani e il Distretto di Columbia, sono quattro. I primi tre, che riguardano gli asili e le scuole materne, sono relativi alla presenza di un piano d’evacuazione e trasferimento, uno per la riunificazione familiare dopo la fase emergenziale e infine uno specifico per assistere i bambini con disabilità o con specifiche necessità funzionali. Il quarto indicatore riguarda le scuole e la loro dotazione di piani d’emergenza adeguati a far fronte ai molteplici rischi legati ai diversi tipi di catastrofi naturali.

Nonostante negli anni scorsi il numero di stati che sono riusciti a far rispettare tutti i parametri è passato dai 4 del 2008 ai 17 del 2012, secondo il rapporto di Save the Children:
• 33 stati e il distretto di Columbia non sono riusciti a rispettare tutti gli indicatori
• 27 stati non chiedono agli asili e alle scuole materne di avere un piano d’emergenza scritto specifico per i bambini disabili
• 20 stati non chiedono agli asili e alle scuole materne di avere un piano di evacuazione e trasferimento
• 18 stati non richiedono agli asili e alle scuole materne un piano di riunificazione familiare post emergenziale
• 9 stati non richiedono alle scuole frequentate dai bambini e ragazzi dai 4 ai 19 anni di dotarsi di un piano d’emergenza adeguato a far fronte ai molteplici rischi legati ai diversi tipi di catastrofi naturali.
• 5 stati - Idaho, Iowa, Kansas, Michigan e Montana – non sono riusciti a far rispettare alcuno di questi parametri a scuole, asili e scuole materne, mettendo così a rischio moltissimi bambini.

Per visualizzare la mappa completa degli stati americani con gli indicatori che evidenziano come i bambini vengono protetti nelle strutture scolastiche e negli asili, clicca qui

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