Istat: l’aumento di prezzi è una scure che si sta abbattendo sulle famiglie più povere, che impiegano già il 90% del loro reddito in beni necessari. Grave ipoteca educativa sul futuro dei bambini più poveri
La brusca impennata dei prezzi del paniere Istat, dovuta prevalentemente all’aumento dei costi energetici, rischia di essere una grave ipoteca sul futuro dei bambini più vulnerabili in Italia. Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro, commenta così la diffusione da parte dell’Istat dell’aumento dei prezzi al consumo, che crescono in media d’anno dell‘1,9%, registrando l'aumento più ampio dal 2012 (+3,0%).
“L’aumento dei prezzi registrato è dovuto prevalentemente ai prezzi dei beni alimentari e di quelli energetici. Per le famiglie con figli e con una minore capacità di spesa, già sensibilmente colpite nel 2020 da un incremento della povertà assoluta a causa della crisi pandemica - pari a circa 150 mila nuclei con minori in più rispetto al 2019 - potrebbe significare un drastico peggioramento delle loro condizioni economiche”, ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice dei programmi Italia Europa di Save the Children.
Si tratta di famiglie che appartengono alla fascia a basso reddito (il quintile meno abbiente delle famiglie con figli under 18), per le quali la spesa incomprimibile - come quella per il cibo, per affitto, mutuo, bollette e riparazioni - assorbe oltre la metà del reddito disponibile, percentuale che per le famiglie povere arriva a sfiorare quasi il 90%.
“Con la pandemia è già molto aumentato in Italia il numero di bambini, bambine e adolescenti che vive in condizioni di povertà assoluta: l’Istat certifica che nel 2020 sono 1.337.000 minorenni a trovarsi in questa condizione di disagio estremo. L’aumento dei prezzi relativo a beni primari rischia ora di essere devastante per i tanti nuclei familiari che già faticavano ad arrivare alla fine del mese, allargando ulteriormente lo spettro delle disuguaglianze. Per queste famiglie, si tratterà di dover cancellare, in primo luogo, quelle spese educative che sono essenziali per la motivazione e lo sviluppo dei bambini, delle bambine e degli adolescenti, legate alla fruizione di attività di tipo culturale, sportivo e ricreativo. È necessario quindi intervenire immediatamente perché un’intera generazione non debba vedere ipotecato il proprio futuro”, continua Raffaela Milano.
“Tra gli interventi immediati da assumere, Save the Children propone la messa in campo di “ristori educativi”, pacchetti gratuiti di opportunità extra-scolastiche (attività culturali, attività sportive, soggiorni estivi, sostegno allo studio, sostegno psicologico) rivolti a studenti in condizioni di grave svantaggio economico. Il ristoro educativo è finalizzato a consentire loro di vivere esperienze educative di qualità che rafforzino la motivazione, l’autostima e le aspirazioni e prevengano la dispersione scolastica e la povertà educativa”, conclude Raffaela Milano.
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