Kyrgyzstan: Save the Children, centinaia di migliaia i profughi, tra cui moltissimi bambini, che hanno lasciato le loro case nella parte meriodionale del Paese.

Il conflitto in Kyrgyzstan sta causando migliaia di vittime e centinaia di migliaia di profughi. Gli scontri, che hanno lasciato in rovina gran parte delle città di Osh e Jala- Abad, e che stanno proseguendo nei pressi dei villagi di Nariman e Kashar Kyshtak, hanno costretto alla fuga oltre 400,000 persone. Circa 100,000 di loro – soprattutto bambini, donne e anziani – si sono attualmente rifugiati nel vicino Uzbekistan, unendosi alle numerose famiglie che lentamente stanno superando il confine col passare dei giorni.

Save the Children, la più grande organizzazione internazionale indipendente che lavora per migliorare concretamente la vita dei bambini in Italia e nel mondo, è una delle poche presenti nella regione con un suo ufficio dal 1992, e, grazie ad un team permanente per la gestione delle emergenze sul territorio, sta organizzando i primi soccorsi da distribuire ai bambini e alle famiglie vittime della tremenda ondata di violenza che ha devastato la parte meridionale del paese.

Lo staff di Save the Children sul posto racconta che la maggior parte dei bambini e degli adulti sfollati sono rifugiati nelle moschee, nelle case dei vicini e dei familiari, o sono rimasti barricati nei territori d’origine sotto assedio.

“Questa è una crisi umanitaria di dimensioni enormi. Centinaia di migliaia di persone, tra cui moltissimi bambini, hanno bisogno di aiuto e protezione”, afferma Will Lynch, responsabile per l’area dell’Asia Centrale di Save the Children. “I bambini hanno visto e vissuto sulla propria pelle terribili violenze, hanno perso le proprie famiglie, gli amici, le loro case e stanno vivendo in un totale stato di incertezza. Adesso si trovano ammassati in rifugi temporanei, dove non possono fare nulla e dove non c’è alcun senso di normalità – o sono in fuga, con pochissimo cibo e acqua a disposizione, senza alcun riparo e nessuna sicurezza”.

“Sappiamo per esperienza che gli spostamenti di massa dovuti a disordini interni spesso portano ad uno stato di sfollamento permanente. Ci dobbiamo attivare immediatamente per assicurare aiuto e fornire un supporto sia immediato che di lungo periodo a questi bambini, che corrono il rischio di veder degenerare il già grave stato di povertà, senza più alcuna possibilità di accedere all’educazione e reti di sicurezza.” prosegue Will Lynch.


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