Legge di bilancio: un appello a Governo e Parlamento per affrontare l’emergenza di 1,2 milioni di bambini in povertà assoluta

La povertà minorile è una vera emergenza per l’Italia. Intervenire per combatterla è un investimento indispensabile, nel lungo periodo, per il Paese. In occasione della discussione alla Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, Save the Children, l’Organizzazione internazionale che dal 1919 lotta per salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro, sostiene con forza la necessità di intervenire con cinque misure in favore dei bambini e le loro famiglie, in particolare le più vulnerabili.

“Lo scenario economico, oggi così critico, non ci esime dal dover mettere al centro la tutela dei bambini e degli adolescenti, soprattutto di quelli che vivono nelle condizioni di maggior disagio, come il milione e duecentomila minori sotto la soglia della povertà assoluta. C’è la assoluta necessità di rafforzare la rete di intervento sociale ed educativa. Questa è la vera infrastruttura di cui il nostro Paese ha bisogno, e i fondi per l’infanzia dovrebbero essere considerati, in Italia così come in Europa, non come una spesa ma come un investimento indispensabile per lo sviluppo” – ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice dei Programma Italia-Europa di Save the Children. Ecco i cinque passi proposti da Save the Children.


1-    Sostegno materiale alle famiglie con bambini in povertà assoluta.

E’ necessario che nella definizione del nuovo Reddito di Cittadinanza si introduca un criterio di priorità nei confronti delle famiglie con minori in povertà assoluta, a partire dalla constatazione che proprio i minori sono i più colpiti dall’impoverimento: il 12% dei minori è in povertà assoluta, con una incidenza tre volte maggiore rispetto agli over65. E’ inoltre necessario che non si interrompa, ma si potenzi, il percorso avviato con il Reddito di Inclusione - sostenuto dalla Alleanza contro la Povertà di cui Save the Children fa parte - per affiancare al contributo economico il necessario sostegno della rete dei servizi sociali e specifiche misure dedicate ai minori, come la prevenzione della dispersione scolastica, rendendo i minori stessi protagonisti dell’intervento.


2-    Fondo di contrasto alla Povertà Educativa

Non è solo la povertà materiale a colpire i minori e pregiudicarne il futuro: occorre contrastare quella che Save the Children ha definito “povertà educativa”, ovvero l’impossibilità, per i minori, di accedere alle risorse educative indispensabili per sviluppare i propri talenti e le proprie potenzialità. Con la legge di stabilità del 2016 (con un impegno per 2016, 2017 e 2018) il Parlamento ha dato vita al “Fondo di contrasto per la povertà educativa minorile”.  Il Fondo è alimentato dalle Fondazioni di origine bancaria, che usufruiscono di un credito d’imposta. “Chiediamo – sottolinea Raffaela Milano - che sia data continuità a questo importante strumento, per affrontare con iniziative specifiche e innovative uno degli aspetti della povertà minorile meno visibile e allo stesso tempo più grave e spesso purtroppo irreversibile, perché condiziona non solo il presente ma anche il futuro dei minori colpiti”.


3-    Sicurezza scolastica, mense gratuite e scuole aperte tutto il giorno nelle aree di maggior disagio

La scuola è il primo presidio educativo ed anche il luogo dove ridurre le diseguaglianze economiche e sociali, assicurando ad ogni bambino la possibilità di sviluppare le sue potenzialità. Troppe scuole oggi non riescono a rispondere a questa missione, sono spazi pericolosi e squallidi. E’ necessario concretizzare l’impegno sulla edilizia scolastica per tutelare il diritto di ogni bambino ad uno spazio scolastico sicuro, bello e adatto all’apprendimento. Visti i dati allarmanti sulla povertà alimentare, anche il tema della mensa scolastica va messo al centro. Save the Children chiede di garantire un accesso gratuito alla mensa scolastica ai bambini in condizioni certificate di povertà assoluta. La mensa è funzionale anche a consentire l’apertura delle scuole per tutto il giorno, per attività curriculari ed extracurriculari, come presidio educativo, di legalità e di promozione culturale e di prevenzione della dispersione scolastica.

“Occorre un investimento mirato su quelle aree di maggior disagio, dove si concentrano per i bambini e i ragazzi tutti i fattori di svantaggio - povertà, dispersione scolastica, criminalità, degrado ambientale -, trasformando questi territori in vere “comunità educanti” in grado di garantire ai bambini la possibilità di costruire liberamente il futuro, senza doversi sottomettere ad un destino già segnato”, ha proseguito Raffaela Milano.


4-    Educazione 0-6 e sostegno alla genitorialità

Occorre sviluppare il sistema educativo per i bambini dagli 0 ai 6 anni, visto che è ormai chiara l’importanza dell’investimento precoce sin dalla prima infanzia. In quest’ottica è necessario finanziare un Piano Nazionale di sostegno alla genitorialità, che preveda una programmazione organica e pluriennale e che assicuri per i nuclei familiari un coordinamento tra le diverse misure di intervento. Inoltre per riequilibrare i carichi di cura fin dalla nascita, è fondamentale prorogare e stabilizzare il congedo di paternità obbligatorio.


5-    Rinnovare l’impegno dell’Italia per i bambini del mondo per salute materno-infantile, nutrizione ed educazione

Per essere in grado di rispondere alle sfide attuali e future è necessaria una cooperazione internazionale forte e dotata di adeguate risorse, per azioni di sviluppo che partano da settori chiave quali l’educazione, la salute materno-infantile e la nutrizione. La Nota di aggiornamento al DEF 2018 ha annunciato che gli stanziamenti per gli aiuti allo sviluppo raggiungeranno lo 0,40% del reddito nazionale lordo entro il 2021, un dato che conferma il trend di crescita avviato negli scorsi anni[1]. Occorre confermare questo percorso nel triennio senza arretramenti nell’investimento. A tal fine, Save the Children raccomanda di dedicare una parte del Fondo di Rotazione per le politiche comunitarie, nella misura di 60 milioni di euro annui per il triennio, a favore delle azioni di cooperazione allo sviluppo realizzate dal Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, in coerenza e a complemento della politica di cooperazione dell’Unione europea.

Gli interventi di Save the Children 

Siamo presenti nelle periferie più svantaggiate di 18 città italiane grazie a una rete di 23 Punti Luce nei quali offriamo a bambini e ragazzi tra i 6 e i 16 anni l’opportunità di partecipare ad attività formative ed educative, come accompagnamento allo studio, laboratori artistici e musicali, gioco e attività motorie, che solo nell’anno in corso hanno coinvolto oltre 8.130 minori.

Per contrastare il fenomeno della dispersione scolastica e favorire la motivazione allo studio e il protagonismo dei minori, dal 2011 Save the Children ha inoltre avviato il programma Fuoriclasse, che dallo scorso anno è stato esteso a una vera e propria rete -  Fuoriclasse in Movimento – che coinvolge attualmente 170 scuole in tutta Italia e che ci ha permesso finora di raggiungere 20.000 minori, 2.000 docenti e 1.000 genitori.

Grazie al progetto Fiocchi in Ospedale, attualmente attivo nei reparti materno-infantili di 10 ospedali italiani, offriamo invece supporto ai neogenitori prima, durante e dopo la gravidanza: attività con le quali tra il 2012 e il 2017 abbiamo coinvolto oltre 24 mila persone tra mamme, papà e familiari adulti e più di 17 mila bambine e bambini.

Il progetto Spazio Mamme, presente in 12 città, prevede poi la realizzazione di attività quotidiane rivolte a mamme e bambini e interventi di sostegno alla genitorialità, grazie alle quali dal 2014 abbiamo raggiunto più di 16.500 adulti e oltre 13.750 minori principalmente tra 0 e 6 anni di età. Infine, siamo attivi con il programma SottoSopra – Movimento Giovani per Save the Children che vede il coinvolgimento stabile di circa 350 ragazzi e ragazze tra i 14 e i 22 anni, impegnati in varie città italiane in azioni di informazione, sensibilizzazione e cittadinanza attiva, con l’obiettivo di migliorare il contesto in cui vivono.

Per ulteriori informazioni:
06-48070023/63/81/82
ufficiostampa@savethechildren.org
www.savethechildren.it
 

[1] Secondo i dati preliminari del Comitato di Aiuto allo Sviluppo dell’OCSE, l’Italia starebbe confermando il trend di crescita delle risorse per la cooperazione allo sviluppo (APS) avviato negli anni scorsi e – anzi – le risorse erogate nel 2017 dovrebbero segnare un aumento senza precedenti, arrivando a toccare la cifra inedita dello 0,29% del reddito nazionale lordo. Segnali evidentemente molto positivi, sono stati accompagnati di previsioni da ulteriore crescita avanzate nella Nota di aggiornamento al DEF 2018, che ha annunciato il raggiungimento dello 0,40% fra tre anni. L’attuale DdL Bilancio non sembra però confermare tale percorso virtuoso, prevedendo un modesto aumento delle risorse di APS complessive, con un andamento persino decrescente nel triennio. Fra le voci che compongono il totale preoccupa ad esempio quella relativa alle iniziative di cooperazione portate avanti dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, sostanzialmente invariata da qui al 2021.