lncubo mortale dei bambini palestinesi nella buffer zone lungo il confine di Gaza: 3 minori feriti oggi a Qarara dallo scoppio di una mina vicino alla scuola, 26 i bambini colpiti dal fuoco dei soldati israeliani negli scorsi mesi
3 ragazzi adolescenti di una scuola secondaria di Qarara nella zona sud della striscia di Gaza sono rimasti feriti dallo scoppio accidentale di una mina inesplosa nei pressi dell’edificio scolastico a poche centinaia di metri dal confine con Israele. Dalla gioia dei festeggiamenti per gli esami del 1° semestre, conclusosi oggi, al trasferimento d’urgenza in ambulanza all’ospedale Nasser a Khan Younis dove sono ora ricoverati. Gli studenti partecipano ad un progetto di protezione e sostegno dei minori di Save the Children a Qarara finanziato dalla Cooperazione italiana.
“La scuola si trova all’interno della buffer zone, una fascia di sicurezza stabilita unilateralmente da Israele che si estende per alcune centinaia di metri dal confine verso l’interno del territorio della striscia di Gaza,” racconta da Qarara Sara Valerio, Coordinatrice del progetto di Save the Children sul posto. “Le operazioni di bonifica dall’operazione piombo fuso che ha martoriato questa zona, tra le più colpite e dove il 60% della popolazione è costituito da bambini, sono rese difficili o impossibili dai divieti di accesso imposti da Israele agli esperti e operatori delle agenzie ONU e delle ONG che di questo si occupano. Ma la buffer zone continua a fare vittime innocenti tra i bambini colpiti anche direttamente dal fuoco dei soldati israeliani negli ultimi mesi.”
Il blocco della striscia di Gaza da parte di Israele, che dura ormai dal 2007, induce infatti molti bambini a scavare proprio tra le macerie ammassate nella buffer zone per recuperare i materiali edili indispensabili alla ricostruzione sommaria delle abitazioni distrutte, irreperibili altrimenti a causa del blocco. Secondo il gruppo Children Affected by Armed Conflict guidato dall’Unicef 26 bambini sono stati colpiti dal fuoco diretto delle truppe israeliane nel 2010, 16 dei quali si trovavano al di fuori dalla buffer zone.
“Il blocco della striscia di Gaza deve cessare e devono essere riviste le politiche di confine che mettono continuamente a rischio la vita dei bambini costretti ad esporsi per necessità a questo pericolo,” ha dichiarato Valerio Neri, Direttore Generale Save the chIldren Italia.
Save the Children Italia è presente direttamente in Palestina dal 2009 con il coordinamento di un progetto di sostegno educativo e protezione dei minori nelle località di Qarara e Khoza’a nel sud della striscia di Gaza. Il progetto, interamente finanziato dalla Cooperazione italiana, ha coinvolto nel 2010 960 ragazzi e ragazze dai 14 ai 18 anni nelle attività di protezione e sostegno psicologico e scolastico in 2 Centri per la Protezione dell’Infanzia e presso le 4 scuole secondarie femminili e maschili nelle due località, ha fornito corsi di formazione per 8 psicologi, animatori e animatrici più attività di informazione e sensibilizzazione delle comunità sui diritti dell’infanzia, sui rischi per la protezione dei bambini e delle bambine, sulle strategie per la prevenzione e la riduzione dei rischi. Nel 2009, prima fase del progetto, sono stati invece coinvolti bambini delle scuole primarie dai 6 ai 14 anni.
Sara Valerio è disponibile da Gaza per contatti telefonici e interviste di approfondimento.
Per ulteriori informazioni:
Ufficio Stampa Save the Children Italia
tel. 06.48070023-071-001
press@savethechildren.it
www.savethechildren.it
“La scuola si trova all’interno della buffer zone, una fascia di sicurezza stabilita unilateralmente da Israele che si estende per alcune centinaia di metri dal confine verso l’interno del territorio della striscia di Gaza,” racconta da Qarara Sara Valerio, Coordinatrice del progetto di Save the Children sul posto. “Le operazioni di bonifica dall’operazione piombo fuso che ha martoriato questa zona, tra le più colpite e dove il 60% della popolazione è costituito da bambini, sono rese difficili o impossibili dai divieti di accesso imposti da Israele agli esperti e operatori delle agenzie ONU e delle ONG che di questo si occupano. Ma la buffer zone continua a fare vittime innocenti tra i bambini colpiti anche direttamente dal fuoco dei soldati israeliani negli ultimi mesi.”
Il blocco della striscia di Gaza da parte di Israele, che dura ormai dal 2007, induce infatti molti bambini a scavare proprio tra le macerie ammassate nella buffer zone per recuperare i materiali edili indispensabili alla ricostruzione sommaria delle abitazioni distrutte, irreperibili altrimenti a causa del blocco. Secondo il gruppo Children Affected by Armed Conflict guidato dall’Unicef 26 bambini sono stati colpiti dal fuoco diretto delle truppe israeliane nel 2010, 16 dei quali si trovavano al di fuori dalla buffer zone.
“Il blocco della striscia di Gaza deve cessare e devono essere riviste le politiche di confine che mettono continuamente a rischio la vita dei bambini costretti ad esporsi per necessità a questo pericolo,” ha dichiarato Valerio Neri, Direttore Generale Save the chIldren Italia.
Save the Children Italia è presente direttamente in Palestina dal 2009 con il coordinamento di un progetto di sostegno educativo e protezione dei minori nelle località di Qarara e Khoza’a nel sud della striscia di Gaza. Il progetto, interamente finanziato dalla Cooperazione italiana, ha coinvolto nel 2010 960 ragazzi e ragazze dai 14 ai 18 anni nelle attività di protezione e sostegno psicologico e scolastico in 2 Centri per la Protezione dell’Infanzia e presso le 4 scuole secondarie femminili e maschili nelle due località, ha fornito corsi di formazione per 8 psicologi, animatori e animatrici più attività di informazione e sensibilizzazione delle comunità sui diritti dell’infanzia, sui rischi per la protezione dei bambini e delle bambine, sulle strategie per la prevenzione e la riduzione dei rischi. Nel 2009, prima fase del progetto, sono stati invece coinvolti bambini delle scuole primarie dai 6 ai 14 anni.
Sara Valerio è disponibile da Gaza per contatti telefonici e interviste di approfondimento.
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