Minori Migranti: Save the Children, in Italia 7.797 ragazzi e ragazze stranieri non accompagnati. Marocco, Egitto, Albania, Palestina ed Afghanistan i principali paesi di provenienza.

7.797 minori stranieri non accompagnati sono arrivati in Italia nel 2008. Vengono da Marocco (15,29%), Egitto (13,75%), Albania (12,49%), Palestina (9,47%) ed Afghanistan (8,48%), seguiti da Eritrea (4,99), Nigeria (4,14%), Somalia (3,90%), Serbia (3,76%) ed Iraq (3,68%), per un totale di 78 paesi diversi rappresentati. La maggior parte di questi minori è di sesso maschile, pari al 90,46%, contro il 9,54% di sesso femminile, ed ha un’età compresa tra i 16 (26,22%) ed i 17 anni (50,58%).
Questi i dati più significativi che emergono dal Dossier sulle condizioni di vita dei minori migranti in Italia presentato oggi da Save the Children in occasione del lancio di CivicoZero, il centro diurno creato a Roma per l’orientamento, la consulenza legale, la fornitura di servizi essenziali e la realizzazione di attività formative e ricreative per minori stranieri non accompagnati, “male accompagnati”, in situazioni di marginalità e rischio devianza. Il progetto è il naturale proseguimento e integrerà le azioni di unità di strada e di mediazione sociale e culturale già sperimentate dall’Organizzazione, attraverso il progetto Orizzonti a Colori, finanziato dalla Fondazione Vodafone Italia.
“Riteniamo che il dato d’insieme, tuttavia, sia profondamente sottostimato, perché in esso non sono inclusi i minori neocomunitari, i richiedenti asilo, le vittime di tratta oltre, naturalmente, a quelli che non sono mai entrati in contatto con il sistema istituzionale di accoglienza”, ha specificato Claudio Tesauro, Presidente di Save the Children Italia.
A conferma di ciò, basti pensare che i minori rumeni, che attualmente non sono inclusi nel numero sopraccitato, in quanto neocomunitari, ha costituito sempre una percentuale importante del totale degli arrivi nel nostro paese e in particolare nel 2006, ultimo anno in cui sono stati conteggiati, rappresentavano ben il 33,5%.
La presenza dei minori stranieri sul territorio. Nel Lazio, soprattutto rumeni e afgani.
I minori migranti sono presenti e ricevono assistenza principalmente nelle grandi città italiane (oltre 100.000 abitanti), ma negli ultimi tempi anche quelle di medie dimensioni (tra i 15.000 e i 100.000 abitanti) hanno registrato un incremento nel numero dei minori accolti. Le principali regioni di arrivo dei minori stranieri non accompagnati sono state la Sicilia (34,4%), Lombardia (14,3%), Emilia Romagna (8,5%) e Piemonte (8,2%). Da sottolineare il rapporto tra paese di provenienza ed area geografica di destinazione, che conferma l’importanza delle “catene migratorie”, ovvero il ruolo della rete dei parenti e dei connazionali che funge da ponte tra l’Italia ed il paese di provenienza dei minori. Così, negli ultimi anni, i minori rumeni risultavano presenti soprattutto in Lazio ed in Friuli Venezia Giulia, quelli albanesi in Emilia Romagna, Toscana, Friuli Venezia Giulia e Puglia, i marocchini in Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna e gli afgani soprattutto nelle Marche e nel Lazio.
I ragazzi provenienti dall’Africa arrivano soprattutto a Lampedusa e in seguito alla collocazione in comunità alloggio molti si disperdono sul territorio, come rilevato da Save the Children nel monitoraggio effettuato sull’isola e nelle comunità siciliane. Infatti, su un totale di 2.201 minori arrivati a Lampedusa da maggio a dicembre 2008, la maggior parte proveniva da Egitto (25%), Eritrea (15%), Nigeria (13%), Palestina (11%) e Somalia (9%) 1.721 sono stati collocati in comunità alloggio e, di questi, ben 959 si sono allontanati, pari a circa il 55%.
La città di Roma, i dati dell’accoglienza
Nel solo comune di Roma, sono stati 1.152 i minori stranieri e richiedenti asilo accolti nel 2007 . Il gruppo più numeroso è costituito dai rumeni, seguito dagli afgani, moldavi, egiziani e marocchini. Il gruppo che risulta aver registrato il più alto tasso di crescita nella capitale è senza dubbio quello afgano, passato da 32 minori del 2004 a 264 nel 2007, pari al 22,8% del totale.
“Nel 2008, benché non esistano ancora dati dettagliati al riguardo, dal lavoro su strada degli operatori di Save the Children, congiuntamente alle osservazioni delle istituzioni competenti, emerge un ulteriore cambiamento di scenario, tutt’ora in atto”, afferma Laura Lagi, responsabile del progetto CivicoZero di Save the Children. “ Risultano infatti in aumento le richieste di sostegno e accoglienza di minori egiziani e bengalesi, a fronte di una flessione di quelle di ragazzi rumeni e afgani”.
Tutti questi minori sono particolarmente vulnerabili e spesso possono essere coinvolti loro malgrado in fenomeni di sfruttamento e abuso, nonché inglobati nei circuiti dell’illegalità. Inoltre, ad essi, come ha registrato l’esperienza diretta del team dell’Organizzazione, bisogna aggiungere quei bambini e adolescenti che formalmente o apparentemente hanno genitori o familiari i quali, tuttavia, non sono spesso in condizioni di costituire un valido punto di riferimento. Per prevenirne la devianza, supportarli e orientarli, sono necessarie forme di intervento innovative, che prevedano un rafforzamento del dialogo inter-istituzionale e con i soggetti privati del no profit e che impieghino, tra l’altro, equipe di strada ed educatori alla pari.
Save the Children: 3.143 contatti con minori stranieri in tre anni nella capitale
Informazioni sanitarie, orientamento sui servizi e le istituzioni destinate all’accoglienza e aiuto dei minori migranti soli, consulenza legale, supporto psicologico e mediazione culturale. Sono le principali attività svolte dall’equipe del progetto Orizzonti a Colori di Save the Children, costituita da operatori, educatori alla pari, consulenti legali e etnopsicologi. Nel periodo di riferimento (2005-2008), grazie al supporto dato dalla Fondazione Vodafone Italia a Save the Children, sono stati effettuati 3.143 contatti con minori stranieri a Roma. A seconda dei casi, sono stati accolti e quindi accompagnati presso le forze dell’ordine per il collocamento in luogo sicuro, hanno ricevuto assistenza per procedure di regolarizzazione e connesse alla giustizia minorile, o ancora per il riconoscimento dello status di rifugiato. Alcune vittime dello sfruttamento della prostituzione sono state condotte presso i servizi sanitari, stabilendo così una relazione di fiducia che ha permesso in alcuni casi la fuoriuscita dal circuito della strada. Contestualmente, sono stati organizzati corsi di formazione per peer educator e per mediatori culturali della Giustizia Minorile, condotte ricerche partecipate con i ragazzi e le ragazze e realizzati laboratori di arte-terapia.
La nuova sfida: CivicoZero
Oggi Save the Children lancia una nuova sfida con il progetto Civico Zero, intervento per la protezione, sostegno e ricerca in favore di minori e neomaggiorenni stranieri in situazioni di marginalità sociale, devianza e sfruttamento nella città di Roma.
Fulcro del progetto e sede delle principali attività è il Centro diurno CivicoZero, una struttura semiresidenziale al centro di Roma (in prossimità della Stazione Termini), dotata spazi ricreativi, di servizio, di incontro e consulenza. CivicoZero intende raggiungere quei ragazzi e ragazze stranieri presenti a Roma, che vivono in condizioni di marginalità sociale e sono a rischio di devianza, criminalità e sfruttamento.
“Questi minori non sono venuti in contatto con la rete di servizi a loro destinati, di cui spesso hanno poche informazioni o verso la quale nutrono sentimenti di sospetto e paura, o non hanno avuto accesso all’iter giuridico di regolarizzazione. Uno degli obiettivi principali è contribuire alla riduzione del numero di ragazzi e ragazze stranieri coinvolti in attività illegali o sfruttati e promuoverne l’integrazione e il reinserimento sociale, rendendo i ragazzi e le ragazze consapevoli dei propri diritti, nonché rafforzare il coordinamento tra tutti i soggetti attivi nel settore, al fine di garantire una maggiore e più efficace protezione dei minori”, ha affermato Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia.
Le attività del Centro vanno dalla consulenza legale, sanitaria, psicologica all’orientamento alla formazione, ricerca lavoro e sostegno all’inserimento lavorativo, da attività sportive e ricreative, a laboratori artistici, espressivi, informatici. Al contempo, Save the Children continuerà a svolgere attività con la propria unità di strada e ad eseguire accompagni di minori presso i servizi attivi sul territorio.
Minori Migranti: le raccomandazioni di Save the Children
Sulla base della propria esperienza, Save the Children raccomanda che:
• i minori stranieri, nel rispetto del principio di non discriminazione, siano trattati alla pari di tutti gli altri minori, al di là di qualsiasi considerazione relativa al loro status di migranti o alla loro nazionalità;
• in particolare, venga garantito il diritto alla protezione a tutti i minori stranieri che si trovano sul territorio nazionale e sia favorito il loro accesso al sistema di accoglienza attraverso lo sviluppo di un sistema di presa in carico ed assistenza efficiente che comprende il potenziamento della messa in rete di iniziative differenziate di intervento sociale che possano rispondere ai bisogni ed ai percorsi individuali di ogni minore.

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