Mortalità infantile: i maggiori progressi in Niger, i più scarsi in Papua Nuova Guinea, Guinea Equatoriale, Haiti. Oggi in 67 paesi oltre 50.000 bambini corrono per dire basta alla mortalità infantile

4 milioni di bambini in più potrebbero essere salvati se gli Stati si impegnassero a raggiungere soprattutto i bambini più poveri. Lo documenta il nuovo rapporto “Vite sul filo” mentre prosegue in Italia la campagna Every One, con il numero solidale 45509 attivo fino al 3 novembre.  Atleti famosi come il maratoneta Patrick Makau Musyoki e la star di Bollywood  e testimonial di Save the Children Kunal Kapoor, protagonisti di un coinvolgente video di sensibilizzazione.
 

Globalmente 4 milioni di vite  potrebbero essere salvate ancora se gli sforzi dei governi fossero indirizzati  in ugual misura verso i bambini più emarginati e in difficoltà. Il Niger, uno dei paesi più poveri del mondo, è in testa nella battaglia contro la mortalità infantile e guida la classifica redatta da Save the Children nel nuovo rapporto “Vite sul filo” - diffuso in tutto il mondo oggi, nell’ambito della campagna globale Every One, - che documenta i progressi compiuti dagli Stati nella lotta alla mortalità infantile per cause prevenibili e curabili.

E la giornata odierna è in 67 Paesi il Global Day of Action contro la mortalità infantile, con 50.000 bambini che correranno delle maratone non competitive per dire basta alla morte di 6,6 milioni di bambini all’anno per cause prevenibili e curabili: l’Italia ha già dato il suo contributo alla chiamata all’azione grazie ai 100 bambini che hanno corso a Cagliari domenica scorsa (ndr, foto e immagini in calce).

Il rapporto Vite sul filo prende in esame i 75 paesi nei quali si registra la quasi totalità delle morti infantile e materne e, non solo verifica se e in che misura stiano progredendo verso l’ Obiettivo 4 del Millennio, ovvero la riduzione di 2/3 della mortalità infantile nel mondo, ma anche l’equità di tali progressi  – cioè quali i gruppi sociali e le fasce di reddito interessate.

Benché abbia poche risorse e carestie ricorrenti, dal 1990 ad oggi il Niger ha ridotto di quasi 2/3 il numero di morti infantili (entro  i 5 anni) ed è  in linea  con il 4° Obiettivo del Millennio, Progressi notevoli dovuti al fatto che, a differenza di altre nazioni, il Niger è riuscito a raggiungere  i bambini appartenenti a tutti i livelli sociali e in tutte le aree del paese, rurali e urbane.

Per contro, altre nazioni come Bangladesh e Cambogia che hanno fatto grandi passi avanti nella tutela della salute infantile, rischiano di vedere uno stallo dei miglioramenti registrat se non vengono aggredite le disuguaglianze che ancora esistono al loro interno.

 "Stiamo compiendo progressi molto importanti nella lotta alla mortalità infantile, ma questi successi così evidenti mascherano a volte il fatto che i bambini poveri restano indietro o che addirittura la loro condizione sia peggiorata”, commenta Valerio Neri, Direttore Generale Save the Children Italia.

 "I leader mondiali debbono far sì che tutti i bambini, di qualsiasi provenienza sociale, abbiano pari opportunità di sopravvivere. Il Niger guida la classifica di Save the Children per la lotta alla mortalità infantile grazie a una combinazione di fattori e scelte: cure sanitarie gratuite a donne incinta e bambini, avvio di programmi nutrizionali, accesso universale gratuito a cure di base di qualità.”, spiega ancora Valerio Neri. “Benché dunque la mortalità infantile resta alta, il Niger è passato da 326 morti ogni mille nati vivi nel 1990 in un anno, a 114 nel 2012”.

E progressi importanti si registrano anche Liberia, Rwanda, Indonesia, Madagascar, India e Cina che seguono  il Niger nella classifica dei primi dieci.

Esistono comunque altri esempi significativi di iniziative promosse dai governi per combattere la mortalità infantile, come l’annuncio delle gratuità dell’assistenza medica alle donne pre e post gravidanza in Kenia, o il programma di sanità in Etiopia che dal 2004 ad oggi ha impiegato ben 40.000 operatori sanitari.

In fondo alla graduatoria invece  Haiti, Papua Nuova Guinea e Guinea Equatoriale dove si registra una lenta e non uniforme diminuzione nei tassi di mortalità infantile e bassi livelli di investimenti in salute e nutrizione.

“In alcune aree del mondo le ineguaglianze stanno aumentando. In Africa sub sahariana, dove si concentra la metà delle morti infantili, pur a fronte di un generale progresso, il divario fra bambini ricchi e poveri è aumentato dal 1998 e il 2008”, sottolinea il Direttore Generale Save the Children Italia. “E’ necessario muoversi in tre direzioni: implementare piani nazionali per la salute che raggiungano ogni bambino, compresi i neonati; lanciare una campagna nazionale per ridurre la malnutrizione; aumentare la spesa pubblica per la salute. La mortalità infantile si può e si deve sconfiggere e la nostra generazione ha l’opportunità di vincere questa sfida”.

Primi 10 Paesi

Ultimi 10 Paesi

1. Niger

66. Comoros

2. Liberia

67. Guatemala

3. Rwanda

68. Myanmar

4. Indonesia

69. Turkmenistan

5. Madagascar

70. Philippines

6. India

71. Lesotho

7. China

72. Morocco

8. Egypt, Arab Rep.

=75. Haiti

9. Tanzania

=75. Equatorial Guinea

10. Mozambique

=75. Papua New Guinea

 23 ottobre: Global Day of Action. Maratone di bambini e un video per fermare la mortalità infantile

E a sollecitare impegno e mobilitazione saranno oggi oltre 50.000 bambini che correranno delle maratone non competitive – tante Race for Survival ((l’evento si potrà seguire anche su Twitter: #Race4Survival).- in 67 paesi del mondo (dall’Afganistan, Pakistan, Cina, India, al Niger, Rwanda, dalla Gran Bretagna, alla Spagna), in un ideale passaggio del testimone che vedrà al loro fianco anche personaggi noti dello sport e dello spettacolo che per l’occasione hanno girato un coinvolgente ed energetico video: nel film diretto da Mason Rose l’attrice e testimonial di Save the Children Isla Fisher, il leggendario maratoneta kenyota Patrick Makau Musyoki, la star di Bolliwood e testimonial di save the Children Kunal Kapoor, l’attore e danzatore statunitense Cameron Boyce compaiono accanto a bambini, giovani acrobati, parkourists e freerunners, in una ideale maratona che si snoda fra Kenya, California, India e che incita a sostenere la campagna Every One di Save the Children contro la mortalità infantile.

In Italia attivo fino al 3 novembre il numero solidale 45509
Anche l’Italia partecipa alla mobilitazione globale con le attività di sensibilizzazione e raccolta fondi a sostegno di Every One.

Domenica scorsa si è invece svolta a Cagliari la tappa italiana della Race for Survival, con un centinaio di bambini che hanno corso indossando la maglietta Every One e portando per mano il palloncino rosso simbolo della campagna. La maratona non competitiva ha avuto il Patrocinio del Comune di Cagliari e il sostegno dell'Assessorato alle Pari Opportunità ed è stata organizzata in collaborazione con F.i.d.a.l e F.i.p.a.v.


All’interno delle azioni previste per la campagna Every One (Global Day of Action), Save the Children inoltre sarà audita il 29 ottobre sul tema della mortalità infantile presso il Comitato permanente sull’Agenda post-2015, cooperazione allo sviluppo e partenariato pubblico-privato ed il Comitato permanente su Africa e questioni globali entrambi appartenenti alla Commissione Affari Esteri e Comunitari della Camera dei Deputati.

E fino al 3 novembre  è attivo il numero unico solidale 45509 grazie al quale tutti possono contribuire con 2 euro inviando un sms dai cellulari TIM, Vodafone, WIND, 3, PosteMobile, CoopVoce e Nòverca o chiamando da rete fissa TeleTu e TWT. E’ inoltre possibile donare 2 o 5 euro chiamando lo stesso numero da rete fissa Telecom Italia, Infostrada e Fastweb.

Per ulteriori informazioni:
Ufficio Stampa Save the Children Italia
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