Pacchetto sicurezza: Save the Children, disappunto e preoccupazione per l’approvazione alla Camera, attraverso la conferma della fiducia al Governo, del maxiemendamento in materia d’immigrazione
Il maxi emendamento in materia di immigrazione, parte del Ddl Sicurezza e appena approvato alla Camera, attraverso il meccanismo della fiducia, desta forti preoccupazioni sia per i suoi contenuti che per la modalità di approvazione. Secondo Save the Children, in particolare, presentano forti criticità le norme che prevedono l’introduzione del reato di immigrazione clandestina, l’impossibilità di accesso agli atti di stato civile per gli stranieri senza permesso di soggiorno e dell’allungamento fino a 180 giorni dei tempi di permanenza dei migranti nei CIE, provvedimento quest’ultimo che tra l’altro era già stato rigettato dal Parlamento per ben due volte e che è stato introdotto ora nel Ddl Sicurezza con emendamento.
Molto preoccupanti sono le norme, incluse nel maxi emendamento, che riguardano la conversione del permesso di soggiorno alla maggiore età e che sostanzialmente si traducono in una maggiore difficoltà di ottenimento dello stesso per i minori stranieri non accompagnati che arrivano nel nostro paese. Infatti, per la conversione sarà necessario che il minore straniero sia affidato o sottoposto a tutela e sia inserito in un progetto di integrazione da almeno due anni.
“La nuova norma che si vuole introdurre avrà come effetto quello di incentivare l’ingresso in Italia di ragazzi sempre più piccoli, in virtù delle maggiori possibilità di regolarizzazione”, ha commentato Valerio Neri, Direttore generale di Save the Children Italia.” Inoltre, molti dei minori entrati in Italia non saranno incentivati a seguire un percorso di integrazione sociale, poiché non avranno in ogni caso la prospettiva di avere il diritto al soggiorno dopo il compimento del diciottesimo anno. La loro esclusione da percorsi formali di protezione ed inclusione, infine, li esporrà al rischio di tratta e sfruttamento, anche in attività irregolari o illegali”.
Save the Children ritiene permangano delle forti criticità anche per la previsione di misure specifiche per il rimpatrio di minori stranieri non accompagnati comunitari coinvolti nella prostituzione, in quanto esse introdurrebbero un criterio di discriminazione nei confronti di uno specifico gruppo di minori, inammissibile ai sensi dell’art. 2 della Convenzione Onu sui Diritti dell’Infanzia e dell’adolescenza (CRC) nonché e dell’art. 3 della Costituzione Italiana. La norma non considera altresì che i minori stranieri non accompagnati coinvolti in prostituzione in Italia molto spesso possono essere vittime di gravi forme di sfruttamento e tratta, e se rimandati nei paesi di origine potrebbero essere in molti casi privi di un ambiente familiare e socio-economico idoneo a garantirne i diritti.
Per maggiori informazioni:
Ufficio stampa Save the Children Italia
Tel: 06.48.07.0023-71;
press@savethechildren.it
Molto preoccupanti sono le norme, incluse nel maxi emendamento, che riguardano la conversione del permesso di soggiorno alla maggiore età e che sostanzialmente si traducono in una maggiore difficoltà di ottenimento dello stesso per i minori stranieri non accompagnati che arrivano nel nostro paese. Infatti, per la conversione sarà necessario che il minore straniero sia affidato o sottoposto a tutela e sia inserito in un progetto di integrazione da almeno due anni.
“La nuova norma che si vuole introdurre avrà come effetto quello di incentivare l’ingresso in Italia di ragazzi sempre più piccoli, in virtù delle maggiori possibilità di regolarizzazione”, ha commentato Valerio Neri, Direttore generale di Save the Children Italia.” Inoltre, molti dei minori entrati in Italia non saranno incentivati a seguire un percorso di integrazione sociale, poiché non avranno in ogni caso la prospettiva di avere il diritto al soggiorno dopo il compimento del diciottesimo anno. La loro esclusione da percorsi formali di protezione ed inclusione, infine, li esporrà al rischio di tratta e sfruttamento, anche in attività irregolari o illegali”.
Save the Children ritiene permangano delle forti criticità anche per la previsione di misure specifiche per il rimpatrio di minori stranieri non accompagnati comunitari coinvolti nella prostituzione, in quanto esse introdurrebbero un criterio di discriminazione nei confronti di uno specifico gruppo di minori, inammissibile ai sensi dell’art. 2 della Convenzione Onu sui Diritti dell’Infanzia e dell’adolescenza (CRC) nonché e dell’art. 3 della Costituzione Italiana. La norma non considera altresì che i minori stranieri non accompagnati coinvolti in prostituzione in Italia molto spesso possono essere vittime di gravi forme di sfruttamento e tratta, e se rimandati nei paesi di origine potrebbero essere in molti casi privi di un ambiente familiare e socio-economico idoneo a garantirne i diritti.
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