Pacchetto sicurezza, Save the Children: disappunto e preoccupazione per le misure previste dal ddl appena approvato al Senato

L’abolizione del divieto di segnalazione alle autorità per gli immigrati irregolari che si rivolgono ad una struttura sanitaria, l’introduzione di misure specifiche per il rimpatrio di minori stranieri non accompagnati comunitari coinvolti nella prostituzione, la restrizione delle possibilità dell’ottenimento del permesso di soggiorno per i minori stranieri non accompagnati al compimento del diciottesimo anno, sono le principali misure del ddl A.S. 733 (ultimo dei provvedimenti in fase di approvazione del c.d. “pacchetto sicurezza”) che destano la preoccupazione e il disappunto di Save the Children.

Secondo l’organizzazione internazionale esse non tengono in debita considerazione il superiore interesse del minore ed avranno un impatto negativo sulla tutela e la promozione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia, peggiorando le condizioni di vita di moltissimi bambini e ragazzi di origine straniera nel nostro paese.

In particolare l’abolizione del divieto di segnalazione alle autorità per gli immigrati irregolari che si rivolgono ad una struttura sanitaria, ingenerando il fondato timore di denuncia, ostacolerà l’accesso alle cure mediche per loro stessi e per i familiari, compresi i figli di minore età, e per i minori stranieri non accompagnati non ancora in possesso del permesso di soggiorno. (Tale restrizione verosimilmente riguarderà anche l’accesso alle prestazioni a tutela della gravidanza, alle vaccinazioni e agli interventi a tutela della salute del minore. Inoltre tale misura, creerà gravi rischi sul piano della tutela della salute pubblica e ciò a danno di tutti i cittadini, ivi inclusi i minori, presenti sul territorio).
Per quanto riguarda la previsione di misure specifiche per il rimpatrio di minori stranieri non accompagnati comunitari coinvolti nella prostituzione esse introducono un criterio di discriminazione – inammissibile ai sensi dell’art.2 della Convenzione Onu sui Diritti dell’Infanzia e dell’adolescenza (CRC) e dell’art. 3 della Costituzione Italiana- nei confronti di un gruppo di minori particolarmente vulnerabile e ciò in contrasto con l’individuazione e la considerazione preminente del superiore interesse del minore (art.3 CRC). Inoltre pongono seri rischi di mancata protezione dei minori stranieri non accompagnati coinvolti in prostituzione in Italia, i quali molto spesso possono essere vittime di gravi forme di tratta e sfruttamento, e potrebbero essere in molti casi privi di adeguate cure familiari nel paese di origine.

Save the Children è quindi preoccupata per la restrizione delle possibilità dell’ottenimento del permesso di soggiorno per i minori stranieri non accompagnati al compimento del diciottesimo anno. Introducendo una discriminazione tra diversi gruppi di minori sulla base dell’età anagrafica, oltre a contraddire una sentenza della Corte Costituzionale (2003 ), avrà delle conseguenze molto negative. In primo luogo, i minori entrati in Italia dopo aver compiuto i quindici anni non saranno incentivati a seguire un percorso di integrazione sociale, poiché non avrebbero in ogni caso la prospettiva del diritto al soggiorno dopo il compimento del diciottesimo anno. Esclusi da percorsi formali di protezione ed inclusione, i minori ultraquindicenni resteranno maggiormente esposti ai rischi di sfruttamento e tratta. Inoltre, tale limitazione incentiverà l’ingresso in Italia di minori sempre più piccoli (al di sotto dei quindici anni).
Destano poi preoccupazione: l’inasprimento delle pene per l’impiego dei minori nell’accattonaggio, che affronta un fenomeno molto complesso e variegato in modo meramente repressivo; l’impossibilità di contrarre matrimonio per i migranti irregolari, che inciderà anche sulla tutela dei figli, l’impossibilità di riconoscere in prima istanza i figli nati da genitori irregolari, e la subordinazione dell’iscrizione anagrafica alla presenza di requisiti di idoneità alloggiativa, che pone notevoli barriere all’integrazione sociale proprio dei minori appartenenti alle fasce sociali più vulnerabili e delle loro famiglie.
Apprezzamento viene invece espresso da Save the Children per la mancata approvazione di misure altrettanto lesive dei diritti umani, quali il prolungamento del periodo di trattenimento amministrativo a diciotto mesi nei centri per immigrati irregolari.
L’organizzazione internazionale auspica che, nel passaggio del ddl all’esame della Camera, vi sia l’opportunità di ridiscutere il contenuto del disegno di legge nel suo complesso, con particolare riferimento a quei provvedimenti fortemente lesivi dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

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