Sahel, Save the Children: tragedia di proporzioni bibliche, 18,7 milioni di persone colpite dalla fame tra colera, carestia e sciami di cavallette
Emergenza Mali: 4.6 milioni di persone colpiti dalla insicurezza alimentare e dalla crisi nutrizionale, di cui 700.000 bambini sotto i 5 anni. Più di 1.5 milioni di persone sono a rischio colera. Oltre un milione di bambini combattono contro il rischio di malnutrizione acuta grave.
Gravi conflitti interni, scarsità dei raccolti, l’arrivo della stagione delle piogge, l’innalzamento dei prezzi alimentari: una combinazione fatale che ha messo in ginocchio le popolazioni del Sahel. 18,7 milioni di persone si trovano ad affrontare una crisi alimentare gravissima che avrebbe potuto essere prevenuta e i cui effetti sono stati ampiamente sottostimati in alcuni Paesi. Folti sciami di cavallette stanno già devastando raccolti e piantagioni di datteri nella parte settentrionale del Niger, e potrebbero allargarsi a gran parte della regione. L’arrivo della stagione delle piogge inoltre sta aumentando il rischio diffusione di colera, che si affaccia ora in Mali (47 già le morti registrate, 2005 i casi) ma ha già raggiunto livelli endemici in Niger.
Nel solo Mali, oltre un milione di bambini soffrono la fame e la sete e sono esposti a un gravissimo rischio malnutrizione. Massicci i flussi migratori interni alla ricerca della salvezza, spostamenti colossali che mettono a serio rischio la vita di centinaia di migliaia di bambini, separati dalle loro famiglie e dunque anche a rischio di abuso, violenza o, ancora, di arruolamento nei gruppi armati nella parte settentrionale del Paese. Si stima siano circa 160.000 i maliani che si stanno spostando internamente e 198.800 i rifugiati che hanno lasciato il Paese per raggiungere la Mauritania (88.825, di cui 15.000 arrivati solo nelle ultime 3 settimane ), il Burkina Faso (65.009) e il Niger (44.987).
Una crisi devastante che va a sommarsi ad una già precaria condizione di sopravvivenza che interessa milioni di persone. Nonostante due decenni di rapida crescita economica e progresso notevole, il Mali resta infatti uno dei paesi più poveri del mondo, occupando il 175° posto su 187 paesi per Indice di Sviluppo Umano nel 2011. Più della metà degli abitanti vive sotto la soglia di povertà e con meno di 1,25 dollari al giorno. Il Mali, dove oltre due terzi della popolazione totale è sotto i 25 anni, ha i più alti tassi di mortalità infantile e materna, di malattie e malnutrizione della maggior parte dei paesi dell'Africa sub-sahariana. Un bambino su cinque non vive abbastanza per vedere il suo quinto compleanno. Le recenti vicende socio-politiche hanno purtroppo ulteriormente aggravato la situazione.
Il Mali, infatti, sta affrontando tre crisi concomitanti, combinando una crisi alimentare e nutrizionale, un conflitto armato nella parte settentrionale del paese e la crisi politica e militare, dopo il recente colpo di stato.
La crisi alimentare è stata provocata da carenze di produzione a causa di un cattivo raccolto per le piogge irregolari nella stagione 2011/2012. Ciò ha portato ad un raccolto inferiore alla media in sette regioni del Mali che ora ha un impatto devastante in tutte le regioni confinanti. La crisi ha avuto un impatto devastante nelle regioni settentrionali, un’area in cui Save the Children sta attuando programmi di sicurezza alimentare, educazione, sanità e programmi nutrizionali. Qui l'insicurezza degli spostamenti sull'asse viario principale, la debolezza dei mercati, e la mancanza di denaro (le banche sono chiuse) impedisce alle popolazioni di intraprendere qualsiasi attività economica e di ottenere rifornimenti di cibo necessario. Ci sono grandi preoccupazioni inoltre circa l'aumento dei prezzi dei generi alimentari di base. A Gao e Kayes, una riduzione della produzione delle colture e un rapido aumento dei prezzi dei generi alimentari (+ 116% rispetto allo stesso periodo del 2011) hanno un grande impatto sulla disponibilità di cibo per le famiglie, costrette a vendere il bestiame per acquistare derrate. Oltre la metà della popolazione maliana vive attualmente sotto la soglia di povertà, disponendo di meno del 40% del fabbisogno alimentare giornaliero.
Ad aggravare ulteriormente lo scenario, secondo Human Rights Watch, nel Nord del Paese circa 2,4 milioni di persone vivono nelle aree interessate dal conflitto armato in seguito al golpe guidato dalla giunta militare che ha rovesciato il Presidente Amadou Toumani Touré lo scorso 22 marzo. Drastico l’ aumento di stupri, violenza e abusi sessuali su donne e ragazze in città e villaggi in tutta la regione. Molti i casi documentati in cui le ragazze e le donne sono state rapite dalle loro case e portate nei campi militari, scarsa la disponibilità di assistenza per le donne che hanno subito violenza.
Lo staff locale di Save the Children ha segnalato nelle ulime settimane l’iscrizione volontaria o forzata di 54 bambini in gruppi armati, nelle divisioni amministrative di Gao e Bourem.
L’intervento di Save the Children in Mali
L'obiettivo generale dell'intervento è quello di contribuire alla riduzione dell'impatto della crisi alimentare, della malnutrizione e del crescente conflitto interno in Mali, attraverso una risposta multi-settoriale, graduale ed integrata e una strategia di emergenza che durerà sino a dicembre 2012. I settori di intervento previsti sono: sicurezza alimentare, nutrizione, protezione dell'infanzia, educazione, salute e igiene. Save the Children lavorerà con partner locali, a stretto contatto con i ministeri competenti, i cluster ei gruppi di lavoro, nonché le ONG internazionali e locali e le strutture leadership della comunità. Il piano di intervento in larga scala prevede di raggiungere 455.000 persone vulnerabili, di cui 292.500 bambini, nelle 4 regioni di Gao, Kayes, Mopti e Sikasso. Interventi ad hoc per gli sfollati sono inoltre previsti a Bamako.
L’Organizzazione ha soccorso fino ad oggi in Mali oltre 135.000 persone con assistenza medica, trattamenti per la malnutrizione moderata e grave, interventi di protezione dell'infanzia, educazione, salute e igiene. Sono 1.800 i rifugiati, di cui 1.020 bambini, già raggiunti da Save the Children con la distribuzione di kit per l’igiene e voucher per ricevere cibo alle famiglie bisognose. Sementi e attrezzi per l’agricoltura sono invece stati distribuiti a più di 18.500 capi famiglia di Sikasso, che rappresentano circa 130.000 persone, di cui circa 74.000 bambini.
Nel settore dell’educazione, Save the Children ha raggiunto più di 1.885 bambini con la distribuzione di kit per studenti e insegnati e kit ricreativi a Bamako, Segou, Koulikoro, Sikasso e Kayes, e ha promosso in modo sistematico e in diverse lingue l’informazione sull’accesso gratuito alla scuola per i bambini rifugiati attraverso le radio locali, il principale canale di informazione locale.
Per rispondere alla frammentazione e alla dispersione delle famiglie, l’organizzazione ha formato 65 esperti nell’Identificazione e riunificazione familiare e le attività di riconoscimento di minori non accompagnati sono già iniziate a Segou, Sikasso, Koulikoro e Mopti.
La risposta alla crescente minaccia del colera, Save the Children sta predisponendo un programma per la distribuzione di appositi kit sanitari e per la diffusione delle buone pratiche igieniche nella zona di Gao.
Tutti possono sostenere con il loro contributo gli interventi di Save the Children nell’emergenza Sahel visitando la pagina www.savethechildren.it/sahel
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