Salute materno-infantile, Mozambico: la stilista e imprenditrice Goga Ashkenazi a fianco di Save the Children con un progetto di pianificazione familiare nella provincia di Manica in Mozambico

Circa 60.000 le giovani e le coppie raggiunte dall’intervento
Ogni giorno nel mondo 50.000 adolescenti perdono la vita, principalmente a causa del parto

 

Permettere a tante giovani donne di programmare e distanziare le gravidanze e di avere adeguata assistenza prima, durante e dopo il parto affinché la nascita sia un’esperienza positiva sia per la mamme che per il bambino. E’ questo l’obiettivo  dell’ampio progetto di salute materno-infantile e pianificazione familiare che Save the Children sta portando avanti nella provincia di Manica, in Mozambico,  con  il determinante aiuto di Goga Ashkenazi, stilista e imprenditrice - alla guida della Maison Vionnet  - che ha deciso di sostenere le attività del progetto per il 2014.

Tuttoggi  il parto è tra le principali cause di morte per 50 mila adolescenti che perdono la vita ogni giorno, nel mondo, e circa 2 milioni di bambini all’anno muoiono a causa dello scarso controllo delle nascite e dell’insufficiente distanziamento fra una gravidanza e l’altra.

Una condizione che si registra anche in Mozambico.

“Sono ancora moltissime le adolescenti in Mozambico che hanno la loro prima gravidanza in un’età troppo precoce in cui il loro fisico non è ancora pronto ad affrontare una gestazione e il parto”, spiega Claudio Tesauro, Presidente di Save the Children Italia “Le conseguenze di ciò possono essere purtroppo molto gravi: parti prematuri, emorragie e anche, purtroppo, la morte della mamma o del bambino. Per questo Save the Children, in accordo con il sistema sanitario locale sostiene da tempo programmi di salute materno-infantile in Mozambico con una speciale attenzione alla salute riproduttiva e alla pianificazione familiare. Siamo quindi molto grati a Goga Ashkenazi per il sostegno all’ampio intervento nella provincia di Manica di Save the Children e per il sentimento di vicinanza e condivisione che, così facendo, trasmette alle tante giovani donne di questa parte di mondo”, conclude Claudio Tesauro.

“Madeleine Vionnet è stata una pioniera nel campo del sociale e molto sensibile verso l'etica del lavoro.  Istituì i primi programmi di sostegno per le madri e i loro figli all'interno della sua Maison parigina all'inizio degli anni '20.  La sua innovazione nel sociale continua ai nostri giorni con questo progetto di grande impatto che non avrei potuto sostenere senza Save the Children, che da anni si impegna a iniziative dedicate ai bambini e alle loro madri di tutto il mondo”, ha commentato la signora Goga Ashkenazi.

Formazione di operatori sanitari sulla salute riproduttiva; informazione e sensibilizzazione delle comunità locali – in particolare di figure chiave come i capi-villaggio o le levatrici tradizionali – sulla disponibilità di servizi di salute riproduttiva; supporto agli ambulatori che danno consulenza e assistenza a donne, adolescenti e coppie sulla salute riproduttiva e pianificazione familiare, con fornitura di medicine e strumentazioni mediche; aiuto logistico alle donne, giovani o coppie – per esempio fornitura di carburante e veicoli – per il raggiungimento delle strutture di cure e assistenza nella pianificazione familiare.

Sono alcune delle principali attività portate avanti da Save the Children nell’ambito del progetto di pianificazione familiare nella provincia mozambicana. Circa  60.000 in totale le persone – adolescenti, donne in età fertile, uomini – beneficiarie delle attività, 28 le comunità e 10 i distretti sanitari coinvolti.

Il contesto dell’intervento è un’area profondamente segnata dalla devastazione della guerra civile, con alti tassi di povertà, analfabetismo, lavoro minorile e indisponibilità di servizi e informazioni sulla salute riproduttiva.

In Mozambico il 49% della popolazione è sotto i 15 anni, solo il 40% delle persone sa leggere e scrivere,il 45% delle donne che lavorano sono adolescenti e ogni famiglia ha in media 5-6 figli.

“Prima che Save the Children venisse nel villaggio, noi non sapevamo cosa fosse la pianificazione familiare. Io ho 18 anni e ho già 3 bambini. Non sono in grado di rispondere a molti dei loro bisogni perché non lavoro e non sono sposata. Gli operatori sanitari del mio villaggio mi hanno detto molte cose che non sapevo. Adesso ho chiaro il mio principale obiettivo: fare in modo che le mie due sorelle non abbiano bambini così giovani, come è successo a me. Mi piacerebbe che loro avessero un futuro diverso dal mio: un’educazione e un vero lavoro”, racconta Tamacho, 18 anni.

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