Siracusa: professore di religione arrestato su segnalazione di un minore
Arresto professore di religione a Siracusa: Save the Children, indagine scaturita dalla segnalazione di un minore all’organizzazione
Necessario istituire immediatamente regole stringenti per la nomina dei tutori e di chiunque opere con i minori, nonché un sistema che consenta ai minori di segnalare il sospetto o il rischio di abusi.
La notizia dell’arresto di Giuseppe Abbate, professore di religione nonché tutore legale di minori stranieri, avvenuto nelle ultime ore ad opera del personale della Squadra Mobile di Siracusa, nell’ambito dell’indagine coordinata dalla Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, arriva a seguito delle indagini scaturite da una segnalazione resa da un minore straniero non accompagnato agli operatori di Save the Children, e conferma la necessità di istituire immediatamente una procedura efficace per la protezione dei minori e delle regole più stringenti per la nomina dei tutori legali dei minori non accompagnati.
“Questo caso ci dimostra come una persona che avrebbe dovuto essere un punto di riferimento per dei minori in una particolare situazione di vulnerabilità, abbia sfruttato questa sua posizione per abusare di essi. Stiamo parlando inoltre di una persona che oltre ad essere tutore di minori stranieri è stato professore di religione per i bambini della zona per anni”, ha dichiarato Raffaela Milano, Direttore Programmi Italia di Save the Children.
“È di enorme importanza la predisposizione di un sistema di prevenzione basato su linee guida chiare, codici di condotta, selezione accurata e formazione specifica sulla protezione per chi opera con i minori, possibilità di segnalare prontamente a referenti certi e preparati anche il sospetto di una violazione più o meno grave che metta a rischio l’integrità o la salute psico-fisica di bambini e adolescenti.”, continua Raffaela Milano. “Inoltre, in questo particolare momento storico, in cui solo dall’inizio dell’anno sono arrivati in Italia attraverso la frontiera sud quasi 2.300 minori non accompagnati, un episodio di questo tipo testimonia quello che da anni la nostra organizzazione segnala a tutte le istituzioni: un sistema di accoglienza sicuro e tutelante nei confronti di minori che hanno già un vissuto drammatico alle spalle, che assicuri, in particolare, procedure di selezione e di monitoraggio delle figure di riferimento come i tutori.”
Save the Children ha creato un sistema di tutela dagli abusi che viene adottato in tutti i progetti realizzati dall’Organizzazione e dai partner che con essa collaborano. Solo offrendo ai minori stessi riferimenti e strumenti certi e riconosciuti per segnalare il sospetto o il rischio di abusi si può ottenere un effetto deterrente, e rompere il muro di paure e imbarazzo che rende difficile, o a volte impossibile, intervenire tempestivamente a loro protezione.
Rinnovata attenzione alla problematica è stata riposta dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell'Interno, in specie dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato .
“L'attento coordinamento della Procura della Repubblica di Catania e la grande professionalità degli investigatori della Squadra Mobile di Siracusa hanno consentito l'esito positivo di un'indagine di questo genere, che per definizione è sempre molto delicata. Preziosa, in questo come in altri casi, è stata la ormai consolidata collaborazione del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato con Save the Children, a conferma di un 'modello' di partenariato efficace per gli uffici investigativi", ha commentato la dott.ssa Mariacarla Bocchino, del Servizio Centrale Operativo.
Infatti nel 2012 la predetta Direzione Centrale, in particolare il Servizio Centrale Operativo, ha sensibilizzato le Questure e, per esse, le Squadre Mobili, a sviluppare rapporti di collaborazione fattiva con Save the Children nei casi di segnalazione di presunti abusi, pervenuti all'organizzazione, ai danni di bambine, bambini e adolescenti.
NOTA PER L’EDITORE
Nel 2013, Save the Children, ha lanciato l’iniziativa Adulti a posto, volta alla tutela dei minori da abuso e sfruttamento e comportamenti inappropriati da parte di adulti. Adulti a Posto è basata su di una precisa Policy di riferimento, prevede un criterio specifico nella selezione del personale, l’adozione di un Codice di Condotta rispetto alla tutela dei minori conosciuto e sottoscritto da tutti gli adulti che operano a contatto con bambine, bambini e ragazzi, all’interno della propria organizzazione e di quella di eventuali partner coinvolti, la formazione e sensibilizzazione del personale sul tema dei diritti e della tutela dei minori e la valutazione preventiva dei possibili specifici rischi di abuso relativamente al tipo di attività svolta. A livello più operativo, Adulti a Posto prevede l’adozione di un Sistema di Segnalazione e Risposta del sospetto di abuso, sia esso relativo ad un adulto interno o esterno alle strutture, che sia condiviso e ben conosciuto da tutti gli adulti di riferimento e da tutti i minori beneficiari delle sue attività, che possono così anche accrescere la loro consapevolezza dei diritti che devono essere tutelati e dei possibili rischi di abuso. Il Sistema è basato su semplici meccanismi che garantiscono la tempestività (entro 24 ore) e il necessario livello di riservatezza della segnalazione, e sull’identificazione in ogni luogo, contesto o settore di attività, di precise figure di riferimento, opportunamente preparate e note a tutti, che hanno il compito di raccogliere le segnalazioni e l’obbligo di darvi seguito in linea con la Policy stessa e la legislazione nazionale.
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