Siria: 270.000 persone fuggite dai combattimenti a Raqqa hanno disperato bisogno di aiuto

Nelle ore in cui la città di Raqqa viene sottratta alle mani dell’Isis, Save the Children esprime profonda preoccupazione per la rapida escalation della crisi umanitaria nella Siria nordorientale.

Circa 270.000 persone fuggite dai combattimenti a Raqqa hanno ancora urgentemente bisogno di aiuti e i campi di sfollati sono al limite del collasso, denuncia Save the Children, l’Organizzazione internazionale che dal 1919 lotta per salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro.

A causa degli alti livelli di distruzione registrati a Raqqa e nelle zone limitrofe, la maggior parte delle famiglie si ritrova con poco o nulla per tornare a casa e presumibilmente sarà costretta a rimanere nei campi ancora per molti mesi e anni a venire. Ogni giorno, inoltre, più di 10.000 persone continuano a fuggire dagli scontri nelle roccaforti dell’Isis intorno a Deir Ezzour, a 140 chilometri a sud-est rispetto a Raqqa.

Saranno necessari investimenti sostanziali per ricostruire le case distrutte, le strutture sanitarie e le scuole, oltre che per rimuovere le mine inesplose prima che le persone possano rientrare a casa. Sotto l’Isis, inoltre, i bambini hanno perso molti anni scolastici e serviranno finanziamenti urgenti per supportarli nel ritorno tra i banchi di scuola. A causa delle terribili violenze alle quali hanno assistito, molti bambini continuano a essere tormentati da incubi e avranno bisogno di un ampio sostegno psicologico.

I bambini che si trovano nei campi intorno a Raqqa hanno raccontato agli operatori di Save the Children che sono stati costretti a essere testimoni di esecuzioni e decapitazioni, di aver visto amici e familiari saltare in aria a causa delle mine cosparse sulle strade e di aver assistito a bombardamenti che hanno ridotto in cenere le case. Ci potrebbero volere molti anni per curare i danni psicologici che hanno subito.

"Se, da un lato, l'offensiva militare a Raqqa sembra avviarsi verso la conclusione, dall’altro la crisi umanitaria in corso si sta rivelando più grande che mai. Nelle zone limitrofe, infatti, i combattimenti sono ancora in corso e migliaia di bambini ogni giorno continuano ad arrivare in campi già sovraffollati. Le condizioni in questi campi sono a dir poco precarie, e le famiglie non hanno abbastanza cibo, acqua e medicine. Per loro, tuttavia, non è ancora abbastanza sicuro tornare a casa e la maggior parte delle abitazioni sono state ridotte in macerie”, ha affermato Sonia Khush, Direttore di Save the Children in Siria.

"Questi bambini, per molti anni, hanno subito terribili sofferenze sotto l'ISIS e non bisogna in alcun modo dimenticarsi di loro neanche quando i combattimenti finiranno. Dobbiamo fare di tutto per garantire loro un futuro. La comunità internazionale investe grandi somme di denaro in azioni militari, ma solo una piccola parte per aiutare i bambini e le famiglie che purtroppo ne subiscono le conseguenze", ha proseguito Khush.

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