Siria: dopo 12 anni di conflitto, il Paese sull’orlo del baratro a causa dell'impatto dei terremoti, che hanno colpito almeno 8,8 milioni di persone in Siria e costretto 50mila bambini a lasciare le proprie case
Il 15 marzo la Siria entrerà nel suo 13° anno di conflitto. I recenti terremoti che hanno colpito duramente il paese, hanno peggiorato la già grave crisi umanitaria che si era abbattuta sulla popolazione dopo anni di sofferenze, spingendo definitivamente il paese sull'orlo del baratro. Ha lanciare l’allarme oggi è Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine a rischio e garantire loro un futuro, alla vigilia del triste anniversario dello scoppio della guerra nel Paese.
Nel 2023, la Siria è il paese con una delle più grandi crisi di sfollati a livello globale. Secondo un’ultima rilevazione sui bisogni umanitari nel Paese, più di 15 milioni di persone in tutta la Siria dipendevano già dagli aiuti umanitari per soddisfare i loro bisogni primari. Si stima che prima dei terremoti ci fossero 1,9 milioni di sfollati nelle sole aree controllate dall'opposizione nella Siria nord-occidentale, la maggior parte dei quali erano donne e bambini. Secondo quanto riferito, in seguito ai terremoti almeno 86mila persone sono state sfollate nell’ultimo periodo, più della metà di queste sono bambini.
Il conflitto ha portato a sfollamenti multipli, povertà diffusa e milioni di bambini siriani che hanno subito ripetuti shock, aggravati poi dai terremoti, che hanno costretto oltre 50mila bambini a lasciare le proprie case.
Diaa*, 51 anni, sua moglie e due figli hanno perso la casa ad Aleppo dopo il terremoto del 6 febbraio scorso. Erano già stati sfollati più volte durante conflitto siriano. “Ho perso il conto di quante volte sono stato sfollato. Ne abbiamo passate tante. Siamo stati sotto assedio due volte e siamo quasi morti. Alla fine, siamo andati verso nord. Siamo fuggiti e siamo stati costretti a spostarci più volte in vari posti, ogni volta siamo ripartiti da zero” ha raccontato Diaa*.
Interi quartieri nel nord della Siria sono inagibili e i rifugi collettivi sono più sovraffollati che mai. L'area più colpita dai terremoti, che hanno avuto ripercussioni su almeno 8,8 milioni di persone in Siria, ospita alcune delle persone più vulnerabili del paese, che erano già state costrette a fuggire più volte dalle loro case a causa del conflitto e da una crisi economica opprimente.
Migliaia di famiglie in Siria vivono in edifici non finiti, insediamenti informali e tende improvvisate. “Abbiamo trovato una casa in cui vivere. In realtà non era abitabile. Niente porte, niente finestre, assolutamente niente. Anche le pareti non erano isolate. Abbiamo sofferto molto. Quando pioveva, l'acqua entrava in casa” ha proseguito Diaa* che ha aggiunto “Ci sembra di vivere in un incubo e non avremmo mai immaginato che questa sarebbe stata la nostra vita. Anche le tende dove viviamo, sono fatte di plastica sottile. Quando il vento è diventato più forte, un paio di notti, abbiamo dovuto continuare a fissare la tenda a terra da tutti i lati usando dei sassi. A tutto questo si è aggiunto il terremoto” ha concluso.
Riscaldarsi è diventato ancora più difficile a causa della carenza di carburante ed elettricità. Le famiglie sfollate in Siria ricorrono sempre più a misure disperate per sopravvivere. Arrivano, infatti, numerose segnalazioni di bambini feriti da residuati bellici esplosivi mentre raccolgono legna da ardere.
Fadel* ha 10 anni e ha vissuto in tenda per la maggior parte della sua vita. Aiuta la sua famiglia di nove persone raccogliendo legna per riscaldarsi e poter cucinare, dopo la scuola sei giorni alla settimana.
“Siamo arrivati alle tende otto anni fa. Ho un fratello di tre anni disabile. Ricordo di almeno tre volte in cui non avevamo cibo e io dormivo per la fame. Raccolgo legna da ardere tutti i giorni, tranne il venerdì. La strada è difficile perché è scivolosa e ci sono delle buche” ha raccontato Fadel*.
“Per milioni di siriani, questa settimana segna l'inizio del tredicesimo anno di vita segnato dal conflitto e dagli sfollamenti, da un destino che non hanno mai scelto da soli. Ora i terremoti hanno terrorizzato i bambini che hanno paura del terreno su cui camminano e dei fragili muri che un tempo chiamavano casa. Quanto ancora possono sopportare i bambini siriani?” ha dichiarato Kathryn Achilles, Direttrice Advocacy, Media e Comunicazione per la risposta di Save the Children in Siria.
“Le bambine e i bambini siriani hanno mostrato una notevole resilienza negli ultimi 12 anni, ma ora basta. Non possiamo accontentarci di aiutare semplicemente i più piccoli a sopravvivere nelle tende o facendo affidamento sull'assistenza umanitaria. Dopo i terremoti, dobbiamo agire per aiutare i bambini a riprendersi. Per garantire che abbiano scuole sicure da frequentare e che i loro genitori abbiano un lavoro dignitoso per provvedere alla loro crescita. Soprattutto, i bambini siriani devono essere in grado di costruire il brillante futuro che immaginano per se stessi” ha ribadito Kathryn Achilles.
Da 12 anni, i bambini in Siria subiscono gli effetti del conflitto, come coloro che vivono in Ucraina, in Yemen e nei tanti altri teatri di guerra nel mondo, come l’Organizzazione ha avuto modo di sottolineare attraverso la sua campagna Bambini sotto attacco, attraverso la quale sta sensibilizzando i governi e le organizzazioni internazionali affinché diano priorità alla protezione dei minori e al loro benessere. Questo significa garantire assistenza sanitaria, accesso all’istruzione, sostegno psicologico e programmi per consentire il loro recupero e la loro resilienza. La campagna Bambini sotto attacco, prevede una serie di iniziative tra le quali la diffusione della petizione “I bambini in guerra sono sotto attacco. Puniamo i crimini commessi contro di loro”, con la quale Save the Children chiede al Governo italiano di ascoltare seriamente i bambini vittime di gravi reati nei processi legali, di ampliare la giurisdizione universale per consentire di perseguire i responsabili di gravi violazioni dei loro diritti in qualsiasi parte del mondo, di documentare i crimini contro i minori e stanziare risorse per rafforzare i meccanismi esistenti.
Save the Children fornisce assistenza alle bambine e ai bambini in Siria dal 2012 con interventi di emergenza e salvavita, con attività di recupero che supportano il ripristino dei servizi di base e mirano a raggiungere fino all'ultimo bambino in difficoltà.
Nell'ambito della risposta al terremoto, Save the Children sta fornendo aiuti attraverso partner, intervenendo nei governatorati di Idlib, Aleppo e Raqqa e fornendo razioni alimentari di emergenza, coperte, tende e indumenti pesanti. Save the Children si sta inoltre assicurando che i bambini e le loro famiglie possano mantenersi puliti, sani e protetti da malattie fornendo acqua potabile sicura e articoli igienico-sanitari essenziali.
Questo il link alla petizione: https://www.savethechildren.it/petizionebambinisottoattacco
Un video con le immagini dalla Siria è disponibile qui: https://vimeo.com/806028597/248dfd028e
Una gallery di foto con le immagini dalla Siria è disponibile qui: https://drive.google.com/drive/folders/1c0vgMVPjQqdY-49jcjNFhAMer94ng6D…
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