Siria: nel nord-ovest quadruplicati i casi Covid negli ultimi due mesi
In Siria la pandemia di COVID-19 continua ad essere fuori controllo mentre il Paese si trova a fare i conti con una carenza cronica di posti letto negli ospedali, tamponi, acqua e ossigeno. Ad essere particolarmente colpito è il nord-ovest del Paese, dove il numero di casi confermati è quadruplicato negli ultimi due mesi, sottolinea Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro.
L’impatto del Coronavirus sta aggravando le condizioni di vita dei bambini già di per sé messe a dura prova dal conflitto, dalla fame e dalla fuga dalle loro abitazioni, con i genitori che si ammalano di Covid o che hanno perso ogni mezzo di sussistenza e gli stessi minori costretti ad abbandonare la scuola.
In tutto il Paese, il numero di casi confermati ha superato i 40 mila, con 1.355 morti ufficialmente registrate. Più della metà dei casi, 20.338, si trovano nella sola Siria nordoccidentale e 8.100 nel nordest. È probabile però che i numeri siano sottostimati, poiché il Paese non dispone di test sufficienti e non ha forniture mediche adeguate.
Nel nord-ovest, il numero di persone positive è quadruplicato tra il 1 novembre e il 31 dicembre scorsi. Nonostante questi numeri, da marzo nella regione sono arrivati solo quattro respiratori aggiuntivi e 64 letti in terapia intensiva in più, portando così il totale a 157 respiratori e 212 letti. Nel nord-est, un blocco parziale annunciato a novembre è stato prorogato per altri 15 giorni mentre il virus continua a diffondersi nella regione.
“Il Coronavirus non è solo un virus che colpisce le persone, ma sta scatenando il caos nella società, portando via i propri cari alle persone. Io personalmente non sono stata colpita dal virus, ma alcuni dei miei familiari hanno vissuto questa sofferenza. È insopportabile sapere che tua madre fa fatica a respirare e tu sai che non puoi fare nulla. È una sensazione di impotenza durissima”, racconta Nadine*, insegnante di inglese a Idlib.
“Ci sono tutte le ragioni per credere che la situazione sia molto peggiore di quanto ci dicono i numeri. Ma anche con i dati che attualmente abbiamo, è chiaro che il numero di casi di COVID-19 sta aumentando molto più rapidamente rispetto alle capacità dei sistemi sanitari in Siria”, ha affermato Sonia Khush, Direttrice degli interventi di Save the Children in Siria.
“Anche i paesi con i sistemi sanitari più avanzati stanno lottando per affrontare la recente ondata di casi. Immaginate coma possa essere per le famiglie sfollate in un campo sovraffollato senza accesso a cure o protezione, che non sanno se sia meglio fuggire dal conflitto in corso oppure cercare protezione da una pandemia mortale. E a soffrire maggiormente sono soprattutto le famiglie vulnerabili e i loro figli, che già devono fare i conti con la povertà. L'impatto del COVID-19 e la povertà renderanno questo inverno molto lungo per queste comunità", ha proseguito Sonia Khush.
Save the Children chiede alle parti in conflitto di provvedere a un cessate il fuoco per concedere ai bambini e alle loro famiglie una tregua dalle violenze per trovare possibilità di proteggersi dalla diffusione del COVID-19.
L’Organizzazione chiede inoltre ai donatori di aumentare i finanziamenti in favore delle famiglie più vulnerabili nel nord-ovest della Siria per consentire ai bambini un ritorno sicuro all'istruzione, in un'area che da un decennio non conosce altro che conflitti e distruzioni e in cui il Cvodi-19 ha aggravato ulteriormente la situazione.
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