Siria: Save the Children, rimpatriato nel Regno Unito un bambino britannico da un campo profughi nel Nord Est del Paese, in un’area precedentemente controllata dall’Isis
La notizia che un bambino britannico stia tornando a casa nel Regno Unito dal Nord-Est della Siria, annunciata dal ministro degli esteri Dominic Raab, è stata accolta con grande gioia da Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro. Nella regione ci sono più di 9.000 bambini stranieri. Solo nel campo più grande, Al Hol, ci sono circa 43.000 bambini su una popolazione totale di 68.000 persone. Save the Children sta lavorando nei campi nel Nord-Est della Siria, dove gestisce, tra l’altro, un centro che si prende cura di bambini di 20 nazionalità.
“Ogni bambino salvato è un trionfo di compassione e questa è una notizia molto gradita. Siamo orgogliosi di esserci presi cura di questo bambino e di aver sostenuto il governo del Regno Unito per portarlo a casa. Quando il piccolo è stato salvato, ha chiesto se potevano seguirlo anche altri bambini del nostro centro” ha dichiarato Sonia Khush, Direttore dell’Emergenza di Save the Children per la Siria.
“I bambini in Siria, fuggiti dalle aree controllate dall'ISIS, sono innocenti, compresi quelli che vivono con le loro madri. Sono travolti da eventi orribili che sfuggono al loro controllo e le loro brevi vite sono state piene di violenza e paura. La minaccia per i minori in questi campi è enorme. Recentemente otto bambini sotto i cinque anni sono morti in soli cinque giorni e il coronavirus ha raggiunto i campi, facendo temere un’epidemia devastante. Il governo del Regno Unito può e deve riportare a casa i bambini britannici rimasti perché possano intraprendere un percorso di ripresa in sicurezza. Non è mai stato così urgente e le buone notizie di oggi dimostrano che si può fare" ha concluso Sonia Khush.
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