Siria: Save the Children si unisce all’appello di Ban Ki-moon affinchè il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite intervenga immediatamente per consentire l’accesso degli aiuti
“Il rapporto negativo diffuso oggi dalle Nazioni Unite sull’Implementazione della Risoluzione 2139, purtroppo parla di ciò che le organizzazioni umanitarie che lavorano in Siria conoscono già: il blocco degli aiuti causa un prezzo troppo alto da pagare”, dichiara Valerio Neri, Direttore Generale Save the Children Italia, l’organizzazione internazionale indipendente dedicata dal 1919 a salvare i bambini e a promuovere i loro diritti.
“Save the Children ha aiutato più di 700.000 persone nel paese, ma la chiusura delle frontiere, la violenza, le continue minacce e i blocchi arbitrari fanno si che moltissime persone non ricevano il cibo o i farmaci di cui hanno bisogno. Le Nazioni Unite stimano che 3 milioni e mezzo di civili, molti dei quali bambini,vivano in aree completamente tagliate fuori da ogni possibilità di aiuti esterni. Il risultato è che continuiamo ad assistere a tutti quegli orrori che sembrano impensabili nel 2014: bambini condannati a morire, operazioni effettuate senza anestesia, ferite causate da armi da fuoco non curate”, prosegue Valerio Neri.
“Il fatto che ambo le parti in conflitto in Siria neghino in questo modo l’accesso al cibo e ai farmaci è una grave violazione del diritto internazionale, un vero e proprio crimine di guerra. È di fondamentale importanza che alle agenzie delle nazioni unite e alle organizzazioni umanitarie sia consentito di raggiungere i bambini, ovunque essi si trovino, sia nelle zone controllate dal Governo che dagli oppositori, in prossimità delle frontiere o nelle aree dove il conflitto è maggiormente acceso. Ci uniamo pertanto all’appello del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon nel chiedere l’intervento immediato del Consiglio di Sicurezza delle nazioni Unite per assicurare l’immediato accesso degli aiuti”, conclude il Direttore Generale Save the Children Italia.
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