Sud Sudan: Save the Children, crescono le preoccupazioni per i bambini a Juba

Dopo quattro giorni di scontri sanguinosi tra forze contrapposte in Sud Sudan, la situazione umanitaria a Juba si sta deteriorando, nonostante sia stato dichiarato un fragile cessate il fuoco lunedì sera. Quasi 300 persone sono rimaste uccise nelle violenze, 42.000 sfollate e decine di migliaia affrontano carenze di cibo e acqua.

“Ci sono corpi per le strade, i negozi sono stati saccheggiati e i mercati chiusi. Le persone fanno la fila per il cibo e le famiglie stanno cercando disperatamente di lasciare la città, ma molti non hanno i soldi nemmeno per pagare il biglietto dell’autobus. Spesso sono costretti a tornare alle loro case, i bambini visibilmente esausti, dopo aver passato la notte all’aperto con poco o nulla da mangiare e da bere,” racconta Peter Walsh, Direttore di Save the Children in Sud Sudan.

Secondo le testimonianze dello staff di Save the Children, un bambino di soli dieci mesi è morto al mercato di Juba ieri mentre i suoi genitori cercavano disperati del cibo e delle medicine. “Non si conosce di preciso la causa del decesso, ma l’attuale mancanza di accesso al cibo, all’acqua e ai servizi sanitari di base sta aggravando ulteriormente i bisogni già esistenti. Il nostro operatore che ci ha riportato questo episodio ci ha anche detto che alla sua famiglia rimangono scorte di cibo per soli tre giorni e moltissime famiglie nella capitale si trovano nella stessa situazione,” continua Walsh.

Più di 13.000 bambini sono stati separati dalle loro famiglie in Sud Sudan da dicembre 2013. È molto probabile che il numero di bambini e ragazzi che hanno perso i loro genitori o parenti sia ulteriormente salito durante le violenze scoppiate nei giorni scorsi a Juba e nel caos che ne è seguito.

“Il cessate il fuoco a Juba viene per ora mantenuto, ma si sono già avute forti ripercussioni sia sulle nostre operazioni che sull’ottenimento di fondi che ci permettano di dare continuità ai nostri programmi sul campo. Tutti i voli interni sono stati cancellati e l’elettricità viene fornita in modo intermittente,” aggiunge Walsh.  

Save the Children chiede alla comunità sud-sudanese e a quella internazionale di agire ora per evitare ulteriori escalation di violenza e trovare soluzioni di lungo termine alla crisi. L’Organizzazione chiede anche a tutte le parti in conflitto di mantenere il cessate il fuoco nell’interesse della protezione di tutti i civili.

Save the Children opera in Sud Sudan da oltre 20 anni e continua a supportare la popolazione con programmi salvavita, sia in risposta alle emergenze che per lo sviluppo a lungo termine nel Paese. Tutti i programmi dell’Organizzazione sono attualmente operativi, ma viene mantenuta la più alta vigilanza e sono stati evacuati finora 24 membri del personale per motivi di sicurezza.

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