Terremoto Abruzzo: Save the Children, i bambini hanno bisogno di aiuto per superare il trauma del terremoto

In seguito al terremoto che stanotte ha colpito l’Abruzzo, Save the Children si è immediatamente attivata, soprattutto per supportare psicologicamente migliaia di bambini che durante questa tragedia hanno subito un forte trauma.
“I bambini, non solo quelli feriti, sono le persone più vulnerabili durante un’emergenza. Sono stati svegliati in piena notte dal terremoto, hanno dovuto lasciare in fretta le proprie case danneggiate e ora sono sotto shock. Alcuni hanno perso contatto con i propri genitori ed è necessario stabilire immediatamente un sistema di identificazione di questi ultimi ed unificazione delle famiglie”, ha dichiarato Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia.
In questo momento un team dell’Organizzazione, che da decenni opera nella risposta alle emergenze in tutto il mondo, si sta recando nelle zone colpite per raggiungere la Sala Operativa della Protezione Civile e quindi mettersi a disposizione al fine di verificare le necessità della popolazione e definire gli interventi di aiuto ai bambini.
“La chiusura delle scuole nell’area devastata dal terremoto, benché necessaria, è un ulteriore evento traumatico per i bambini: è necessario impegnarsi affinchè essi possano tornare al più presto alla loro routine quotidiana. Stando insieme ai coetanei e confrontandosi con loro, possano meglio affrontare il trauma e sentirsi nuovamente al sicuro. L’impatto psicologico di una calamità naturale può non avere un effetto immediato, ma spesso i bambini sono sotto shock e i prossimi giorni saranno quelli cruciali.”
C’è bisogno di fornire ai bambini sfollati e alle loro famiglie tutti i generi di prima necessità e i servizi di base, ma ugualmente fondamentale è il supporto psicologico che genitori ed insegnati sono chiamati a fornire loro. Per supportarli, Save the Children ha sviluppato un decalogo, pubblicato sul sito internet dell’Organizzazione (www.savethechildren.it ), usato in varie emergenze in tutto il mondo, che prevede:

1. Evitare che i bambini stiano davanti alla televisione: continuare a veder immagini del disastro non aiuta i bambini a superare il trauma, perché potrebbero non capire che si tratta di immagini registrate e pensare che l’evento catastrofico sia ancora in corso.
2. Ascoltare attentamente i bambini: prima di fornire loro informazioni, cercare di capire qual è la percezione dell’evento e quali i loro interrogativi in merito. Iniziare a dialogare con loro per fornire delle spiegazioni chiare di quanto accaduto, che siano comprensibili in base all’età, lasciando che esprimano le proprie preoccupazioni e tranquillizzarli.
3. Rassicurare i bambini e fornire loro il primo supporto psicologico: rasserenarli spiegando loro quello che si sta facendo per proteggerli, nonché informarli che durante un’emergenza la cosa che si considera prioritaria è aiutarli, affinchè si sentano al sicuro.
4. Accettare l’aiuto di esperti: in caso di vittime in famiglia è importante considerare di rivolgersi a personale specializzato per aiutare sia i bambini che gli altri membri della famiglia a superare il trauma della perdita. Inoltre, anche se non hanno sperimentato direttamente questo shock, bisogna considerare che i bambini possono essere stati turbati da scene che hanno visto o storie che hanno ascoltato. I genitori devono prestare particolare attenzione ad ogni cambiamento significativo nelle abitudini relative a sonno, nutrizione, concentrazione, bruschi cambiamenti d’umore, o frequenti disturbi fisici senza che ci sia un’apparente malattia in corso, e in caso questi episodi non scompaiano in un breve lasso di tempo, si consiglia di rivolgersi a personale specializzato.
5. Aspettarsi di tutto: non tutti i bambini reagiscono allo stesso modo ad eventi traumatici e con lo sviluppo, le capacità intellettuali, fisiche ed emozionali dei bambini cambiano. Se i più piccoli dipendono dai propri genitori per avere la chiave d’interpretazione di quanto accaduto, quelli più grandi e gli adolescenti attingono informazioni da varie forze. Tener presente che soprattutto gli adolescenti possono essere maggiormente colpiti da queste storie proprio perché in grado di capire meglio. Benché i ragazzi più grandi sembrano avere più strumenti a loro disposizione per gestire l’emergenza, hanno comunque bisogno di affetto, comprensione e supporto per elaborare l’accaduto.
6. Dedicare tempo e attenzione: i bambini hanno bisogno di sentire che gli adulti di riferimento sono loro particolarmente vicini e di percepire che sono salvi e al sicuro. È fondamentale parlare, giocare con loro e soprattutto ascoltarli, trovare il tempo per svolgere apposite attività con i bambini di tutte le età, leggere loro storie o cantare l’abituale ninnananna per farli addormentare.
7. Essere un modello: i bambini imparano dai grandi come gestire le emergenze. Occorre essere attenti ad esprimere le proprie emozioni di fronte ai bambini a seconda della loro età.
8. Imparare dall’emergenza: anche un evento catastrofico può essere un’opportunità di far capire ai bambini che tutti viviamo in un mondo dove possono accadere queste cose e che in questi momenti è essenziale aiutarsi l’un l’altro.
9. Aiutare i bambini a ritornare alle loro normali attività: quasi sempre i bambini traggono beneficio dalla ripresa delle loro attività abituali, dal perseguire i propri obiettivi, dalla socialità. Quanto prima i bambini ritorneranno al loro ambiente abituale e meno si continuerà a parlare del sisma, più riusciranno a superare velocemente il trauma.
10. Incoraggiare i bambini a dare una mano: aiutare gli altri può contribuire a dare ai bambini un senso di sicurezza e controllo sugli eventi. Soprattutto gli adolescenti possono sentirsi artefici di un cambiamento positivo. È pertanto importante incoraggiare i bambini e i ragazzi a dare il loro aiuto alle organizzazioni che assistono i loro coetanei.

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