Terremoto Centro Italia: a sei mesi dal terremoto le conseguenze sulla vita di più di 84.000 bambini e ragazzi coinvolti nel sisma
L’’Organizzazione fotografa la situazione di rischio per l’infanzia: in Italia, 5,5 milioni di ragazzi sotto i 15 anni vivono in aree ad alta o medio-alta pericolosità sismica.
Sicurezza e contrasto al “deserto educativo” che si è creato dopo il sisma devono essere messi al centro della ricostruzione.
Più di 84.000 bambini e adolescenti, di cui oltre il 30% con meno di 5 anni e il 28% tra i 6 e gli 11 anni, sono stati coinvolti nel terremoto che a partire dal 24 agosto scorso ha colpito il Centro Italia[1]. Tra le principali conseguenze nella vita quotidiana dei bambini, quelle sul loro diritto all’istruzione. Dalle verifiche di agibilità su quasi 1.000 edifici scolastici, è emerso che quasi 1 su 10 è stato dichiarato inagibile, mentre più di 1 su 4 è risultato parzialmente o temporaneamente inagibile[2]. L’insicurezza delle scuole ha costretto gli alunni coinvolti a perdere molti giorni di lezione, a studiare in spazi provvisori, come locali commerciali, tende o aule delle parrocchie, o a spostarsi in strutture a molti chilometri di distanza.
Questo l’impatto del terremoto sui bambini e sugli adolescenti, a sei mesi dal sisma nel Centro Italia, secondo Save the Children, l’Organizzazione dedicata dal 1919 a salvare i bambini in pericolo e a promuovere i loro diritti.
“Ancora troppi bambini, oggi nel nostro paese, frequentano scuole che presentano gravi criticità dal punto di vista sismico. Su questo tema abbiamo di recente avviato una collaborazione con i genitori del Comitato Scuole Sicure Italia, nato nelle regioni colpite dal sisma, e con loro condividiamo la consapevolezza del fatto che è fondamentale garantire ad ogni bambino il diritto di studiare e crescere in ambienti completamente sicuri”, dichiara Raffaela Milano, Direttore dei Programmi Italia-Europa di Save the Children.
Il rischio in Italia
In Italia, come racconta una mappa del pericolo sismico realizzata a ottobre 2016 dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia per Save the Children[3], circa 5,5 milioni di bambini e ragazzi sotto i 15 anni vivono in aree ad alta e medio-alta pericolosità sismica, un territorio molto vasto che comprende il 70% delle province italiane e 45 città con più di 50.000 abitanti, da Reggio Calabria a Verona, da Potenza a Forlì.
La situazione nelle zone colpite dal sisma
Secondo un’elaborazione dell’Istat dei dati forniti dal Miur sulle scuole e sugli alunni per l’anno scolastico 2014/2015, sarebbero 669 gli istituti scolastici presenti nei territori colpiti dal terremoto e 84.399 gli alunni iscritti.
Gli eventi sismici che hanno colpito il Centro Italia tra l’agosto 2016 e lo scorso gennaio hanno avuto forti ripercussioni sulla regolare frequenza scolastica di bambini e ragazzi, che hanno perso molte ore di lezione o si sono visti costretti a studiare in spazi provvisori, come tende, negozi o spazi della parrocchia, a frequentare lezioni organizzate in doppi turni per sfruttare al meglio le strutture agibili o, ancora, a spostarsi in scuole situate a molti chilometri di distanza.
Su 990 edifici scolastici sottoposti a verifiche di agibilità nelle quattro regioni colpite dal sisma[4], quasi il 26% è risultato temporaneamente o parzialmente inagibile, (pari ad un totale di 257 edifici, 123 nelle Marche, 58 in Umbria, 41 in Abruzzo, 35 nel Lazio), il 6% è stato dichiarato inagibile (pari a 62 edifici, di cui 44 nelle Marche, 8 in Abruzzo, 6 in Umbria, 4 nel Lazio), lo 0,8% degli edifici(8 in totale - 4 nelle Marche e 4 in Umbria) è risultato inagibile per rischio esterno - pur non essendo gli edifici danneggiati -, mentre 9 sono da rivedere.
“Nelle zone colpite dal sisma va contrastato con programmi mirati il vero e proprio “deserto educativo” che si è creato per i bambini e gli adolescenti i quali, in molti casi, oltre alla scuola, hanno perso gli spazi abituali di incontro con i coetanei, la possibilità di praticare attività sportive, la musica e ogni altra occasione di sviluppo dei loro talenti – prosegue Raffaela Milano –, tutti aspetti che sono cruciali per la crescita, in particolare dopo un evento traumatico come quello che è stato vissuto. É fondamentale che la fase di ricostruzione veda protagonisti i bambini e gli adolescenti, e che le loro necessità siano sempre considerate nelle scelte che vengono fatte dalle istituzioni”.
Per permettere agli studenti di tornare a studiare in luoghi adeguati, ad oggi sono stati costruiti 10 moduli scolastici prefabbricati, frequentati attualmente da circa 1.000 studenti. Tra questi c’è la nuova scuola provvisoria di Corridonia, realizzata da Save the Children con il contributo di Bulgari, frequentata attualmente da circa 80 bambini della scuola dell’infanzia e della scuola primaria. In ambito scolastico, l’Organizzazione ha inoltre realizzato in alcune scuole del marchigiano - la regione con il più alto numero di minori residenti nei comuni colpiti dai recenti eventi sismici (più di 52.000 sugli 84.000 totali nelle 4 regioni interessate) – attività di accompagnamento al personale docente per favorire il rientro scolastico di bambini e ragazzi (84 insegnanti e 375 bambini coinvolti) e di supporto psicosociale che hanno coinvolto quasi 400 studenti e più di 170 insegnanti.
Sono ad oggi più di cento i bambini e gli adolescenti, infine, che partecipano alle attività educative, culturali, ludiche e motorie all’interno del “Centro Giovani 2.0”, realizzato da Save the Children ad Amatrice.
Gli interventi di Save the Children nei luoghi colpiti dal sisma sono stati resi possibili grazie alle generose donazioni di privati cittadini e al prezioso supporto di BMW Italia, C&A Foundation, Fater, Fameccanica e P&G, Ferrero, Fondazione Giuseppe e Pericle Lavazza, IKEA Italia, OVS.
Per ulteriori informazioni:
Tel 06-48070023/63/81/82
ufficiostampa@savethechildren.org
www.savethechildren.it
[1] Il numero si riferisce ai minori residenti nei 131 comuni interessati dagli eventi sismici che hanno colpito Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria ad agosto e ottobre 2016. Gli 84.084 minori rappresentano il 14,7% del totale della popolazione residente (circa 571.000 persone). Dati elaborati per Save the Children dal Centro per i Diritti Umani dell’Università degli studi di Padova
[2] Esito delle verifiche di agibilità effettuate sugli edifici scolastici il 16 novembre 2016
[3] Fonte: Atlante dell’infanzia (a rischio) 2016 di Save the Children: https://www.savethechildren.it/cosa-facciamo/pubblicazioni/vii-atlante-…
[4] Esito delle verifiche di agibilità effettuate sugli edifici scolastici il 16 novembre 2016