A un mese dall’adozione della risoluzione 2139 del Consiglio di Sicurezza, il monitoraggio sulla sua implementazione dimostra progressi veramente limitati nell’accesso umanitario

Siria: appello delle organizzazioni umanitarie[1] : “Non possiamo fermare la guerra ma possiamo alleviare l’immensa sofferenza della popolazione”

Si stima che più di 3,5 milioni di persone sono ancora tagliate fuori da cibo e medicine, dichiarano 8 organizzazioni umanitarie - Save the Children, Danish Refugee Council, World Vision, Norwegian Refugee Council, Relief International, Handicap International, International Rescue Committee, Hand in Hand for Syria. Nel fare oggi il punto sull’andamento dell’accesso umanitario, è necessario che il Consiglio di Sicurezza sia onesto sull’assenza di progressi. Il Consiglio di Sicurezza deve agire per assicurare che la risoluzione sia immediatamente implementata affinché vengano portati aiuti vitali a milioni di siriani.

 “Ho sentito la mia famiglia e i miei amici che sono ancora intrappolati in Siria. Non hanno alcun accesso a cibo e medicine. Le persone hanno una fame nera. Uno dei nostri vicini è andato in coma diabetico perché non c’è più insulina”, racconta un volontario rifugiato in Giordania.

Secondo le Nazioni Unite più di 9,3 milioni di persone hanno disperato bisogno di aiuti all’interno della Siria. “Agenzie umanitarie molto determinate e impregnate sono pronte ad attraversare la linea di guerra, i confini,  i fiumi e  le montagne per arrivare ovunque ci sia bisogno di alleviare la sofferenza delle persone. Non ci sono scuse per non consentire molte più operazioni di aiuto a cavallo del confine”, dice Jan Egeland, Segretario Generale del Norwegian Refugee Council.

“Dietro ai titoli delle notizie ci sono persone in Siria per le quali questa guerra è un’amara quotidiana realtà. Questa crisi può sembrare complessa in termini politici ma è drammaticamente semplice sotto il profilo umanitario. Attraverso l’aiuto umanitario non possiamo fermare la guerra ma possiamo ridurre la sofferenza e la morte delle persone, in assenza di una soluzione politica di pace.

Il Consiglio di Sicurezza deve rafforzare l’implementazione della risoluzione, inclusi precisi meccanismi di monitoraggio e assicurare che assistenza umanitaria molto maggiore raggiunga la popolazione intrappolata in Siria,” dichiara Thierry-Mehdi Benlahsen, Coordinatore Emergenza Regionale Handicap International.

Più di 9 milioni di persone hanno abbandonato le proprie case e sono sfollate all’interno della Siria o nei paesi confinanti a 3 anni dall’inizio della crisi.

 “Le crescenti  difficoltà in cui si trovano milioni di siriani rendono sempre più importante che la risoluzione 2139 del Consiglio di Sicurezza  abbia successo. Ogni giorno che passa senza che ci siano progressi nell’accesso umanitario è un altro terribile giorno in cui i siriani lottano per sopravvivere”, aggiunge Mark Schnellbaecher, Direttore Regionale dell’ International Rescue Committee.

Le organizzazioni umanitarie internazionali  Save the Children, Danish Refugee Council, World Vision, Norwegian Refugee Council, Relief International, Handicap International, International Rescue Committee, Hand in Hand for Syria accolgono favorevolmente l’invio del primo convoglio delle Nazioni Unite in Siria passando dalla Turchia, che ha potuto portar ulteriori aiuti in aggiunta a quelli finora assicurati solo dalle ong. Tuttavia, questo è solo un piccolo step: c’è bisogno di un accesso molto più ampio al Paese.

Nelle due settimane scorse l’insicurezza ha fatto sì che la distribuzione di aiuti fosse continuamente interrotta e l’accesso umanitario resta estremamente limitato a causa delle violenze continue nel Paese.

Nelle nazioni confinanti il numero di rifugiati in arrivo è salito a marzo a causa della crescente insicurezza. Il numero di rifugiati giunti in Giordania nell’arco dell’ultimo mese è il più alto dall’inizio dell’anno.

“La Siria non può continuare ad essere il simbolo del fallimento politico ed umanitario. Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu deve fare in modo che la risoluzione sia implementata e diventi realtà sul terreno per milioni di siriani in situazione di estremo bisogno. I bambini della Siria non possono aspettare ancora”, dichiara Roger Hearn, Direttore Regionale Save the Children.

Per interviste è disponibile il collega Karl Schembri (parla italiano)  Regional Media Manager Save the Children

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[1] Save the Children, Danish Refugee Council, World Vision, Norwegian Refugee Council, Relief International, Handicap International, International Rescue Committee, Hand in Hand for Syria.