Una ragazza ogni 30 secondi si sposa nei Paesi fragili e con un alto tasso di matrimoni infantili

Nei Paesi classificati come Stati fragili dall’OCSE[1] e con alti tassi di matrimoni infantili si sposa una ragazza ogni 30 secondi. È quanto emerge dal Global Girlhood Report 2024: Fragile futures[2] pubblicato da Save the Children in occasione della Giornata Internazionale delle Bambine e delle Ragazze.

Secondo i dati del rapporto, sono in totale circa 32 milioni le ragazze che vivono in Paesi classificati come “estremamente fragili” o “fragili” e con alti tassi di matrimoni precoci. Otto dei dieci Paesi più colpiti dall’intreccio di questi due fenomeni si trovano in Africa: i numeri più alti si registrano in Repubblica Centrafricana, Ciad e Sud Sudan, seguiti da Somalia ed Eritrea[3].

Inoltre, i 36 milioni di bambine che vivono in 15 Paesi classificati come “estremamente fragili” dall'OCSE hanno il doppio delle probabilità di sposarsi sotto i 17 anni rispetto alle bambine di Paesi più stabili. Un matrimonio infantile su 10 avviene in questi Stati[4].

Nei Paesi estremamente fragili, quasi 558.000 ragazze (pari a una su quattro) partoriscono prima dei 18 anni. Molte di loro non possono accedere ad un’assistenza qualificata al parto, che le aiuti a superare i rischi maggiori associati alla gravidanza adolescenziale.

Il numero di Paesi classificati come fragili è aumentato negli ultimi anni e l'OCSE ne ha elencati 60 nel suo rapporto States of Fragility 2022[5], in aumento rispetto ai 57 del 2020 e ai 58 del 2018. Di questi, 15 sono stati classificati come “estremamente fragili” e 45 come “fragili”: 170 milioni di ragazze adolescenti vivono in questi Paesi.

Il matrimonio infantile ha conseguenze tragiche sulla vita di una bambina, privandola dei diritti alla salute, all'istruzione, alla sicurezza e alla partecipazione. Le ragazze sposate in giovane età hanno molte meno probabilità di terminare gli studi, con un impatto sulla loro indipendenza economica e sulla loro autonomia decisionale, sono più esposte al rischio di violenza fisica e sessuale e devono affrontare un maggior numero di complicazioni durante la gravidanza e il parto oppure in caso di infezione da HIV/AIDS.

“Il nostro ultimo rapporto rivela un legame devastante tra il matrimonio infantile e gli Stati fragili: le bambine che vivono in Paesi estremamente fragili hanno il doppio delle probabilità di sposarsi rispetto alle loro coetanee dei Paesi più stabili. Un quadro desolante: al momento, nessuno Stato fragile è sulla buona strada per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e porre fine alla fame, garantire l'istruzione e la salute per tutti o la parità di genere”, ha dichiarato Inger Ashing, Direttrice generale di Save the Children International.

“La fragilità è aumentata anche dopo il COVID-19 ed è legata a molte delle nuove crisi cui assistiamo oggi, erodendo i sistemi su cui le comunità fanno affidamento per l'assistenza sanitaria, la sicurezza, l'istruzione e il reddito.

“Le disuguaglianze persistenti e mai affrontate, la crisi climatica e l'erosione dei diritti umani e dell'infanzia fanno sì che la vita delle bambine continui a essere condizionata da cicli di crisi e ripresa. E questo continuerà se non si interviene con urgenza.

“I governi hanno la responsabilità ultima di garantire i diritti di tutte le persone all'interno dei loro confini. Per i governi in contesti fragili è un compito più difficile, poiché devono affrontare la duplice sfida di dover fare di più per proteggere i diritti delle bambine in un momento in cui sono meno in grado di fornire tale sostegno. Sono pertanto necessarie maggiori risorse per sostenere i governi, le organizzazioni della società civile e le comunità - comprese le ragazze - nei contesti fragili. I governi dei Paesi fragili, le agenzie delle Nazioni Unite, le organizzazioni della società civile e i donatori devono lavorare insieme per garantire la tutela dei diritti delle bambine”.

Per sostenere i diritti delle bambine e affrontare la questione del matrimonio infantile in contesti fragili, Save the Children invita i governi, le agenzie delle Nazioni Unite, le organizzazioni della società civile e i donatori umanitari a collaborare, sviluppando linee guida condivise e investendo maggiormente nella ricerca e nella sperimentazione di nuove risposte.

Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine a rischio e garantire loro un futuro, lavora in tutto il mondo per prevenire e fornire una risposta ai matrimoni e alle unioni di bambini, precoci e forzati.

I punti principali della nostra strategia comprendono il sostegno all'emancipazione delle bambine, anche attraverso una partecipazione significativa ai processi decisionali; il coinvolgimento delle famiglie e delle comunità come alleati per l'uguaglianza di genere; il sostegno per un accesso migliore e inclusivo ai servizi che tenga in considerazione le esigenze di genere; la conduzione di ricerche e analisi di bilancio per orientare le linee guida tecniche sulla programmazione, le leggi e le politiche di buona pratica; l'attività di advocacy per garantire che i governi e gli altri responsabili delle decisioni siano responsabili nei confronti delle bambine.

Per informazioni: 
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[1] L’OCSE classifica come “fragili”, i Paesi in cui il governo non ha un controllo sufficiente sull’emanazione delle leggi e la loro applicazione, la gestione dell'economia e dei servizi di cui le persone hanno bisogno per essere sicure e in salute. Sono Paesi più spesso colpiti da guerre e disastri climatici, che contribuiscono alla fragilità e alle sue conseguenze. I paesi in cui questi fattori sono più accentuati si definiscono “estremamente fragili”.

[2] https://www.savethechildren.it/cosa-facciamo/pubblicazioni/global-girlhood-report-2024-fragile-futures

La ricerca è stata effettuata dall'hub di ricerca e dati di Save the Children UK utilizzando statistiche demografiche e sanitarie pubblicamente disponibili. Utilizziamo gli ultimi dati disponibili sul matrimonio infantile (%) dell'UNICEF, sulla frequenza delle nascite qualificate tra i 15 e i 19 anni (%) e sulle nascite sotto i 18 anni (%) dei dati UNICEF e i dati sulle ragazze fuori dalla scuola dell'UNESCO UIS. I dati sulla fragilità sono tratti dall’indice OCSE States of Fragility 2022, che ha classificato i Paesi come “Estremamente fragili”, “Altri fragili” e “Resto del mondo”. Le proiezioni della popolazione femminile per fasce d'età nel 2024 sono tratte da World Population Prospects - Population Division - United Nations. Le ragazze adolescenti si riferiscono alla popolazione femminile di età compresa tra i 10 e i 17 anni. Per trovare il numero assoluto di matrimoni infantili in contesti fragili, il numero di matrimoni infantili è calcolato utilizzando la media ponderata della popolazione femminile nella fascia di età 20-24 anni per Paese, prima di aggregare i Paesi nel rispettivo contesto di fragilità. Allo stesso modo, lo stesso viene fatto per le statistiche sulla salute materna in base ai gruppi di età appropriati

[3] Otto dei dieci Paesi più colpiti dall’intreccio di questi due fenomeni si trovano in Africa: i numeri più alti si registrano in Repubblica Centrafricana, Ciad e Sud Sudan, seguiti da Somalia ed Eritrea. Gli altri sono Sudan, Yemen, Guinea Equatoriale, Repubblica Democratica del Congo e Afghanistan

[4] Dall'Indice degli Stati fragili dell'OCSE, 36 milioni di bambine vivono in Paesi “estremamente” fragili; 134 milioni di bambine vivono in Paesi “altri” fragili, cioè quelli che non sono abbastanza fragili da essere classificati come “estremi”; e un totale di 170 milioni di bambine vivono in Paesi considerati fragili in totale (estremamente + altri fragili)

[5] https://www.oecd.org/en/publications/states-of-fragility-2022_c7fedf5e-en.html. Secondo la definizione OCSE, la fragilità è data dalla combinazione tra l’esposizione al rischio e l'insufficiente capacità di risposta dello Stato, del sistema o delle comunità per gestire, assorbire e mitigare tali rischi. La fragilità si misura su una scala d’intensità attraverso sei dimensioni: economica, ambientale, umana, politica, di sicurezza e sociale.