Vittime sessuali durante i conflitti: Save the Children, fino all’80% delle vittime, pari a quasi 30 milioni, sono minori

L’organizzazione lancia un appello affinchè il Summit Mondiale di Londra sia un’opportunità per fermare i crimini indicibili compiuti contro milioni di bambini nel mondo

La frequenza e l’intensità delle violenze sessuali1 su bambini e adolescenti durante i conflitti è sconvolgente. La maggioranza di coloro che hanno subito violenze sessuali durante un conflitto o subito dopo hanno meno di 18 anni. Un dato che può arrivare all’80% del totale delle vittime e che, in numeri, si traduce in una stima di quasi 30 milioni di bambini vittime di violenza sessuale2. Questi i dati diffusi oggi da Save the Children in occasione del Summit Mondiale sulla Violenza sessuale, in corso a Londra da oggi fino a venerdì, alla presenza dei Ministri degli Esteri di 140 Stati, di diversi rappresentanti della società civile, di autorità militari e giudiziarie e di ONG.

A Dicembre 2013, si è stimato che in Repubblica Centro Africana dove sono in atto violenti conflitti, lo stupro è stata la forma di violenza più comune per il 40% delle ragazzine che avevano subito episodi di violenza fisica. Persino bambine di 5 anni hanno saputo cosa significhi vivere violenze fisiche e psicologiche.

Nel 2013, in Siria più di 38.000 persone hanno fatto appello alle Nazioni Unite per ricevere aiuto in seguito ad attacchi fisici e ad altri atti di violenza di genere, e si stima che questa sia solo la punta dell’iceberg. Lo stupro è la causa di tante spose bambine che vengono date forzatamente in matrimonio perché la famiglia teme con la guerra potrebbero essere stuprate e non vogliono ricoprirsi di vergogna.

In Liberia, nel periodo post conflitto, l’83% di coloro che erano sopravvissuti a violenze di genere avevano meno di 17 anni ed avevano subito uno stupro. I bambini a volte vengono abusati sessualmente dalle forze armate proprio nei luoghi dove dovrebbero essere più protetti, come le scuole.

“Sono stata violentata da un soldato mentre ero nei campi con mia madre e i miei amici - racconta Emma della Repubblica Democratica del Congo –. Erano le 9 del mattino, e sono rimasta indietro perché dopo l’ultima fuga per mettermi in salvo mi ero fatta male al piede. All’improvviso ho visto un soldato, non c’era nessuno intorno a noi. Aveva una pistola e mi disse ‘Hai una sola scelta, ti uccido o ti dai a me’. Gli dissi che non volevo fare quella scelta e iniziai a scappare, lui mi corse dietro e mi acchiappò. Mi violentò. Non diceva nulla mentre lo faceva, ma io pensavo ‘vorrei non ci fossero guerre né sfollati, perché questo non sarebbe accaduto’. Poi ho provato a scappare di nuovo e questa volta non mi prese, riuscii a correre a casa a cambiari i vestiti. Erano sporchi di sangue essendosi portato via la mia verginità”.

Save the Children è presente al Summit di Londra con rappresentanti e giovani vittime di violenza, per chiedere con forza ai Governi presenti di assicurare che i bambini siano al centro dell’agenda internazionale contro i soprusi fisici e psicologici inferti ai bambini durante i conflitti armati, mettendo fine all’impunità di cui beneficiano i responsabili delle violenze. L’Organizzazione lancia un appello deciso affinché il Summit in corso si traduca in un’occasione per cambiare concretamente i destini di milioni di bambini costretti già a vivere pesanti situazioni di conflitto. È fondamentale che misure specifiche vengano adottate per prevenire ogni tipo di violazione contro i bambini e che la protezione dei bambini in contesti di guerra diventi la priorità degli interventi umanitari.

A tal fine è fondamentale finanziare le attività di protezione dei minori contro le violenze sessuali, rinforzare e proteggere i sistemi educativi, monitorare che tutte le parti in gioco delle Nazioni Unite e di altre missioni multilaterali abbiano a disposizione le risorse, le competenze e il sostegno politico per affrontare efficacemente il problema,  con un’attenzione particolare a quelle ragazze e ragazzi reclutati o affiliati a forze e gruppi armati, investendo di più nelle attività di monitoraggio e reportistica di tali crimini. Misure che richiedono un aumento degli investimenti: secondo  Save the Children nel 2013 i governi hanno allocato per la protezione e prevenzione della violenza sessuale solo tra lo 0 e il 2% dei fondi umanitari3

Save the Children lavora da decenni in contesti di guerra e sa pertanto che esistono metodi molto validi per proteggere le ragazze e i ragazzi dalle aggressioni fisiche durante le guerre e per fornire ai sopravvissuti il sostegno specializzato di cui hanno bisogno. Il lavoro svolto sul campo da Save the Children e da altre organizzazioni ha dato prova infatti di quanto le violenze sessuali esercitate sui bambini durante i conflitti siano evitabili, a patto che la protezione dei minori si doti di misure particolari.

In particolare, per sostenere i minori vittime di violenza sessuale, l’Organizzazione ha creato in RDC, centri di ascolto dove bambini e bambine possono confidare a operatori specializzati le minacce o le violenze subite; in Colombia, lavora con gli spazi a misura di bambino permettono ai piccoli di accedere a servizi specializzati di supporto emotivo e psicologico;  nel campo rifugiati Somali nel nord del Kenya, i bambini sopravvissuti e le loro famiglie ricevono supporto specialistico e consulenza da personale esperto nel campo della protezione dei minori.

Inoltre Save the Children lavoro al fine di aiutare a cambiare abitudini e comportamenti alla base della violenza o a rischio: in Nepal, attraverso i propri centri, l’organizzazione contrasta con forza i comportamenti e la cultura della violenza nei confronti di ragazzi, ragazze e donne, mentre in Myanmar, lavora al fianco delle comunità locali per sensibilizzare la popolazione sugli enormi rischi associati al reclutamento di bambini nelle forze armate da parte di personale militare.

Inoltre, Save the Children lavora per assicurare che vengano formulate e rafforzate le leggi per proteggere i minori e integrare la loro tutela nella formazione delle forze di polizia nazionali, nell’esercito e nelle forze di pace.

Per ulteriori informazioni:
Ufficio stampa Save the Children Italia
Tel: 06.48070081-63-71
333-7478171
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1 Per violenza sessuale si intende ogni atto, attentato o minaccia di natura sessuale che causi o possa causare dolore e sofferenza psicologica, fisica o emotiva ad un individuo, e include l’abuso sessuale e lo sfruttamento sessuale. Rientrano nella violenza sessuale inoltre: stupro, incesto, molestie, prostituzione coatta, schiavitù sessuale e traffico di esseri umani a scopo di sfruttamento sessuale. (la definizione è così stabilita nel “World Report on Violence and Health”, WHO, 2002, p 149

2 Rapporto Save the Children  “Indicibili crimini contro i bambini. La violenza sessuale nei conflitti”. Il numero è il risultato dell’applicazione del tasso globale medio dell’abuso sessuale su minori – che è del 15,95% fra maschi e femmine – al numero di bambini che vivono in paesi in conflitto. Fonti: World Bank’s “Harmonized List Of Fragile Situations” per il 2013 e UNICEF’s child info statistical.

3 The Office of the Special Representative of the Secretary-General for Children and Armed Conflict, http://childrenandarmedconflict.un.org/effects-of-conflict/six-grave-vi…