Congedo di paternità: più di 3 padri su 5 lo utilizzano

Lorenzo Pallini per Save the Children

In occasione della Festa del Papà 2025, diffondiamo insieme a INPS l’elaborazione dei dati sull’utilizzo dei congedi di paternità in Italia.

Nel nostro Paese, il tasso di utilizzo del congedo di paternità è più che triplicato fra il 2013 e il 2022: sono più di 3️ padri su 5️ ad utilizzarlo, ma con marcate differenze a seconda del territorio o del tipo di contratto aziendale. Tra le regioni del Nord troviamo un numero maggiore di padri che ne usufruisce, ridotto invece tra chi lavora in aziende piccole e ha un reddito più basso.    

Congedo di paternità: utilizzo triplicato

Il congedo di paternità è stato introdotto in Italia nel 2012 e ha come scopo quello di favorire la condivisione della cura e il legame tra padri e figli. Negli anni il tempo del congedo si è gradualmente allungato fino ad arrivare agli attuali 10 giorni di congedo per i padri.

Anche il suo utilizzo è cresciuto nel tempo, passando dal 19,2% dei padri aventi diritto nel 2013 al 64, 5% nel 2023. I padri che utilizzano il congedo di paternità sono più di 3 su 5, ma con notevoli differenze che dipendono sia dal territorio dove si risiede, sia dalla dimensione aziendale, che dal tipo di contratto lavorativo. 

Congedo di paternità: perché è importante

L’elaborazione dei dati INPS fa emergere l’importanza del congedo di paternità su diversi fattori:

  1. Nel favorire la condivisione della cura tra genitori,
  2. Ha benefici sul benessere di bambini e bambine,
  3. Contribuisce a rimuovere gli ostacoli che impediscono la piena ed equa partecipazione delle donne al mondo del lavoro.

Sicuramente ci sono stati dei segnali positivi sull’utilizzo del congedo di paternità, ma c’è ancora molta strada da fare per favorire un’equa condivisione della cura tra madri e padri.

“È essenziale investire nel rafforzamento di questa misura per tutti i lavoratori, non solo quelli dipendenti. Un congedo più lungo, inoltre, contribuirebbe al bilanciamento tra responsabilità genitoriali, promuovendo una visione più paritaria tra uomini e donne e favorendo il consolidarsi di modelli culturali liberi da stereotipi di genere”, ha sottolineato Daniela Fatarella Direttrice Generale di Save the Children.

Congedi di paternità: chi ne usufruisce di più

Ad usufruire maggiormente del congedo sono i padri che hanno un contratto di lavoro a tempo indeterminato, circa il 70%, a fronte di quanti ne hanno uno a tempo determinato, il 40%, o di quelli con contratti a termine, come gli stagionali, il 20%.

Il tasso di utilizzo più alto si osserva tra i padri che hanno un reddito compreso tra i 28.000 e i 50.000 euro (83%), mentre cala leggermente tra quanti hanno un reddito annuo superiore ai 50mila euro (80%). Tra i redditi più bassi, scende ulteriormente, attestandosi al 66% tra quanti hanno un reddito compreso tra i 15.000 e i 28.00 euro annui.

Anche la dimensione aziendale sembra influire sull’utilizzo del congedo di paternità: la percentuale dei padri che ricorrono a tale strumento è infatti doppia tra quanti lavorano in aziende con più di 100 dipendenti (80%), rispetto a chi lavora in aziende con meno di 15 dipendenti (40%).

Il congedo di paternità da Nord a Sud

L’uso del congedo di paternità non è omogeneo sul territorio nazionale.

Al Nord, viene utilizzato dal 76% dei padri aventi diritto, una percentuale quasi doppia rispetto quella osservata al Sud e nelle Isole con il 44%, mentre al Centro lo utilizza il 67% di loro. A livello regionale, la sua fruizione va dalla percentuale più bassa della regione Calabria a quella più alta della regione Veneto.

Per approfondire, leggi il comunicato stampa.
 

Scopri di più su diritti e tutele dei genitori lavoratori

Chi ha letto questo articolo ha visitato anche