Gaza: 200 bambini uccisi da martedì

Save the Children

Le bambine e i bambini a Gaza stanno vivendo nuovamente l’inferno.

Gli attacchi aerei israeliani in tutta Gaza, che hanno infranto la pausa di otto settimane nelle ostilità, hanno causato il giorno più letale per i bambini della Striscia: secondo l'Ufficio stampa del governo di Gaza, solo da martedì a ieri sono stati uccisi circa 200 bambini, ma da quanto riportano i media nelle ultime ore il bilancio sembra destinato ad aumentare.

Gaza: 200 bambini uccisi

Dopo che le forze israeliane hanno isolato l'area dal resto della Striscia, oltre 100.000 bambini sono intrappolati nel nord di Gaza. Decine di migliaia di bambini sono a rischio a causa delle operazioni militari di terra intorno alla città di Beit Lahiya nel Governatorato di Gaza Nord. Siamo di fronte ad un ciclo devastante di impunità, fuori controllo, e come sempre sono i bambini che ne stanno pagando il prezzo più alto.

“Secondo il diritto internazionale i bambini hanno diritto a speciali protezioni, oltre a quelle concesse a tutti i civili. Ma non si direbbe se si pensa all’inferno che hanno dovuto affrontare negli ultimi tre giorni. Circa il 40% delle vittime a Gaza questa settimana erano bambini e il 30% erano donne”, ha dichiarato Ahmad Alhendawi, Direttore Regionale di Save the Children.

Come ha sottolineato il Direttore Regionale, il diritto internazionale umanitario è stato fondato sul principio della protezione dei civili, ovvero sull'obbligo legale di distinguere tra civili e persone che prendendo parte alle ostilità, adottando misure per ridurre al minimo le vittime civili quando si perseguono obiettivi militari. Ma gli attacchi aerei su aree civili densamente popolate, come quelli di questi giorni, al contrario, non fanno distinzione. Gli assedi non distinguono tra civili e non e ciò a cui stiamo assistendo è che nessuno a Gaza è al sicuro.

Il blocco degli aiuti a Gaza

L'assedio nel Nord di Gaza sta bloccando di nuovo l’accesso agli aiuti salvavita, compresi cibo e medicinali. Anche noi ieri non abbiamo potuto consegnare alle famiglie l'acqua che doveva essere distribuita attraverso un’organizzazione partner. Questo avviene dopo che, a partire dal 2 marzo, le forze israeliane hanno bloccato tutti gli aiuti e le forniture commerciali che entrano nella Striscia.

“Ancora una volta, la violenza devastante ci ha costretto a rivedere i nostri obiettivi e cercare di fare il possibile per salvaguardare la vita dei nostri operatori. Siamo incredibilmente preoccupati per 53 di loro che sono bloccati nel Nord della Striscia. La carneficina a Gaza rende impossibile continuare a consegnare gli aiuti, mentre le nostre scorte si stanno riducendo”, continua Ahmad Alhendawi.

Chiediamo il cessate il fuoco

“Decenni di violenza hanno avuto conseguenze devastanti per i bambini, ma non per coloro che le hanno perpetrate: una violenza resa possibile sia dall'azione che dall'inerzia di una comunità internazionale, che opera in totale contrasto con le tutele legali che è tenuta a difendere.” 

Chiediamo a tutte le parti di rispettare gli obblighi previsti dal diritto internazionale umanitario, di proteggere la popolazione civile, di consentire l'ingresso di aiuti e forniture umanitarie su larga scala e di sospendere le ostilità per un cessate il fuoco definitivo.

Per approfondire, leggi il comunicato stampa.
 

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