L'Aquila: dieci anni dopo il terremoto
A dieci di anni di distanza dal terribile terremoto che ha sconvolto L’Aquila il 6 aprile del 2009, abbiamo ripercorso alcuni dei luoghi simbolo di quell’emergenza attraverso la voce dei nostri operatori e quella dei ragazzi e dei bambini che frequentano il Punto Luce della città, inaugurato nel 2016.
Il nostro intervento in Abruzzo nel 2009
Il terremoto in Abruzzo è stato il nostro primo intervento in emergenza in Italia, supportato dallo staff internazionale della nostra Organizzazione. Siamo accorsi sul posto per dare supporto ai bambini, alle bambine, agli adolescenti vittime del terremoto e alle loro famiglie. Nel giro di pochi giorni abbiamo allestito quattro tende nei campi di Bazzano, Paganica 2, Ex Italtel 1 e Acquasanta per accogliere i più piccoli e i ragazzi e coinvolgerli in attività psicosociali, ludiche ed educative: sono le tende chiamate “Spazi a Misura di Bambino” o "Child Friendly Spaces" (CFS).
Da quel momento il nostro impegno sul territorio non si è mai fermato. Abbiamo lavorato con i bambini e le loro famiglie per garantire loro protezione e sicurezza, favorire l’accesso all’istruzione e diffondere la cultura della sicurezza.
Il Punto Luce dell'Aquila
Nel 2016 abbiamo inaugurato un Punto Luce nella frazione Aquilana di Sassa. Questo spazio ad alta densità educativa dedicato a bambini e adolescenti, si propone di offrire un’ampia scelta di attività culturali, sportive e educative e si impegna a diventare un punto di riferimento per la comunità che fatica a riaggregarsi e ancora subisce alcuni degli effetti di quel disastro. Partner fondamentale di questo progetto è UISP, (Unione Italiana Sport Per tutti) Comitato provinciale L’Aquila, l’associazione di sport che ha l’obiettivo di estendere a ogni cittadino il diritto allo sport. Principali destinatari sono bambini e giovani tra i 6 i 16 anni.
Il nostro web-doc
Abbiamo ascoltato anche le loro voci per ripercorrere questi luoghi oggi, voci di ragazzi e bambini che ricordano poco o niente del terremoto ma hanno vissuto direttamente sulla loro pelle la realtà di una città distrutta. Alcuni di loro non sono mai stati in una scuola in muratura e da sempre frequentano i Musp, Moduli ad Uso Scolastico provvisorio, e quasi tutti rivivono L’Aquila prima del terremoto solo attraverso i ricordi di genitori e familiari, i racconti e le foto del passato.
Guarda il nostro reportage, un web-doc interattivo che raccoglie alcune di queste testimonianze.