Sea Watch: la responsabilità di salvare vite umane lasciata interamente al capitano della nave
Dopo 14 giorni di attesa in mare aperto, nonostante i molteplici appelli arrivati da ogni parte per far sbarcare le 42 persone a bordo della Sea Watch, scelte politiche disumane hanno lasciato la responsabilità di salvare vite interamente al capitano della nave della ONG. Questa la posizione della nostra Organizzazione, mentre la nave della ONG tedesca si sta dirigendo verso il porto di Lampedusa.
Minori, vittime di tortura e persone che hanno già sofferto violenze e privazioni sono stati costretti a rimanere in mare per la mancanza di volontà di trovare un accordo sul porto di approdo della Sea Watch: la salvaguardia delle vita umana è stata messa in secondo piano, prolungando ingiustamente e in maniera irresponsabile la sofferenza delle persone a bordo. Nei giorni scorsi, oltre 40 organizzazioni attive per i diritti dei minorenni e di migranti e rifugiati, tra cui anche la nostra Organizzazione, hanno chiesto al Presidente del Consiglio Conte di intervenire in questa direzione, sottolineando che la Sea Watch non avrebbe potuto ottemperare all’ordine di ricondurre le persone in Libia, porto non sicuro.
Ad oggi, in mancanza di un'assunzione di responsabilità dei governi, il capitano della Sea Watch ha deciso di sbarcare a Lampedusa i migranti a bordo della nave: a questo punto ci aspettiamo che i minorenni e le persone a bordo, vengano fatte scendere al più presto, dando loro cure e assistenza. Siamo come sempre pronti a fare la nostra parte garantendo supporto ai minori non accompagnati.
Salvare vite umane dovrebbe essere la preoccupazione principale degli Stati Membri dell’UE e che per questo motivo lo sbarco in un porto sicuro, tempestivo e prevedibile delle navi di soccorso deve sempre essere consentito. Garantire che migranti e rifugiati, molti dei quali bambini e adolescenti soli, siano sbarcati in porti sicuri dove possono ricevere una protezione adeguata e sensibile ai minori significa che le navi nel Mediterraneo, siano esse ONG o navi mercantili, non incontrino ostacoli quando soccorrono e sbarcano persone in difficoltà. Cercare di impedire, scoraggiare, ostacolare le operazioni salvavita di ONG e navi commerciali è pericoloso e mette a rischio la vita dei naufraghi, oltre a violare la Costituzione italiana e il diritto internazionale.
Per approfondire leggi il comunicato stampa.