Voices from Syria's danger zones

Nel settimo anniversario del conflitto in Siria lanciamo il nuovo rapporto “Voci dalle aree del pericolo” per fare il punto sulla situazione nelle “de-escalation zone”, aree dove ogni giorno 37 civili vengono uccisi.

Dall’inizio del 2018 alla metà di febbraio, solo nell’area est di Ghouta, sono state uccise più di 600 persone e oltre 2000 sono state ferite. Nella stessa zona, più di 60 scuole sono state distrutte o danneggiate dai bombardamenti. Ogni due giorni un’ambulanza è stata attaccata e ogni tre giorni un operatore sanitario è rimasto ferito o ucciso.

Più di due milioni di persone, di cui la metà sono bambini, continuano a vivere in aree difficilmente raggiungibili o assediate, senza la possibilità di ricevere aiuti umanitari, in cui viene sistematicamente impedito l’accesso ai convogli che portano cibo e medicine. Continua a crescere il numero di bambini malnutriti, mentre i pochi medici rimasti sono costretti ad operare in condizioni difficilissime, riutilizzando bendaggi su più pazienti, perché non è rimasto più nulla.

Il rapporto denuncia la situazione drammatica dei civili sotto i bombardamenti, delle persone sfollate, dei bambini ridotti alla fame, della grave emergenza medica in corso e dell'educazione mancata dei bambini che vivono in un Paese dove le scuole sono obiettivi di guerra. 

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