COP29: 300 milioni di bambini colpiti da eventi metereologici estremi
Amani Dawai/ Save the Children
Si avvicina la Cop29, dove chiediamo che i diritti dei bambini siano messi al centro dei processi decisionali globali.
Per l’occasione, abbiamo evidenziato nellanostra nuova analisi come gli eventi metereologici estremi impattano gravemente sui diritti dei bambini, in particolar modo nei Paesi a basso e medio reddito. Dove circa 300 milioni di bambini, pari a 1 su 8 a livello globale, sono stati colpiti dai 10 maggiori eventi meteorologici estremi di quest'anno.
La COP29
I leader mondiali si stanno per riunire alla COP29 in Azerbaigian, dove è necessario che i diritti dei bambini e delle bambine siano presenti non solo nel Nuovo Obiettivo Globale di Finanza per il Clima (NCQG) che sarà concordato quest'anno, ma anche nei piani di adattamento nazionali e globali.
È inoltre fondamentale ampliare la partecipazione dei minori alla COP, soprattutto dei ragazzi e ragazze provenienti da Paesi a basso e medio reddito e che si trovano in condizioni di povertà, disuguaglianza e discriminazione.
Noi saremo presenti alla Cop29 il 14 novembre con l’evento “Dalla politica alla pratica: la finanza climatica a misura di bambino”, in collaborazione con Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e con il Movimento Giovani per Save the Children.
“I cambiamenti climatici non possono essere considerati solo un problema per le generazioni future: siamo di fronte ad una crisi devastante che solo quest'anno ha avuto un impatto significativo su 1 bambino su 10 nel mondo. Molti di loro fuggono dalle loro case, dipendono dagli aiuti umanitari o perdono la loro istruzione” ha dichiarato Inger Ashing, CEO di Save the Children International. “Questa realtà mette in luce un’evidente disuguaglianza, con i Paesi a basso e medio reddito che sopportano le conseguenze peggiori degli eventi climatici estremi. È una questione di giustizia climatica. Alla COP di quest'anno, i diritti, le voci e le vulnerabilità uniche dei bambini devono essere una priorità assoluta nelle discussioni cruciali sui finanziamenti per il clima, sull'adattamento e sui negoziati in generale. La crisi climatica è una crisi dei diritti dei bambini e un'azione urgente da parte dei leader mondiali non è negoziabile”.
Gli eventi meteorologici estremi
Con la crisi climatica, gli eventi meteorologici estremi stanno diventando sempre più frequenti e gravi, aumentando a livello globale di cinque volte negli ultimi 50 anni. Spesso sono i più piccoli a subire le conseguenze peggiori di questi disastri.
Una nostra nuova analisi ha mostrato che dall’1 gennaio al 29 ottobre, circa 300 milioni di bambine e bambini in Asia, Africa e Brasile, circa il 12,5% della popolazione infantile totale, sono stati colpiti dai peggiori eventi climatici estremi. Tra cui:
- La tempesta tropicale Trami, che ha colpito le Filippine causando la chiusura delle scuole per 19,5 milioni di bambini.
- La siccità in Africa meridionale, che ha reso 12,2 milioni di bambini bisognosi di assistenza umanitaria.
- Le inondazioni in tutta l'Africa occidentale e centrale che hanno costretto 10 milioni di bambini a lasciare la scuola.
- Un'ondata di caldo senza precedenti in Asia meridionale, che ha allontanato dalla scuola 256 milioni di bambini.
- Il tifone Yagi, che ha attraversato il sud-est asiatico a settembre e ha reso necessari aiuti umanitari per circa 1,5 milioni di bambini.
Si aggiungonole inondazioni, i cicloni e i monsoni in Bangladesh, Corno d'Africa, Repubblica Democratica del Congo (RDC), Sud Sudan e Brasile.
La storia di Kyariyam dalla Nigeria
La crisi climatica sta minacciando l’accesso all’istruzione dei bambini e bambine: una recente ricerca della Banca Mondiale ha rilevato che in media 400 milioni di studenti hanno subito la chiusura delle scuole a causa di condizioni meteorologiche estreme dal 2022.
Una testimonianza è di Kyariyam*, 12 anni, dalla Nigeria. Le inondazioni che hanno colpito il nord-est del Paese hanno distrutto la sua casa a settembre. Adesso Kyariyam e la sua famiglia vivono in un campo per sfollati.
“L'alluvione ha distrutto tutto nella nostra casa [...] ha spazzato via i nostri vestiti, le uniformi scolastiche e i libri. È qualcosa che non dimenticherò mai. È la prima volta che vedo un'alluvione del genere. Non avrei mai immaginato che l'acqua potesse sommergere un'intera casa in pochi minuti”, ha raccontato Kyariyam*. “Metà della nostra scuola è stata completamente distrutta e non andarci mi fa stare male. Mi preoccupo costantemente di come potrò recuperare”.
Kyariyam chiede che i leader mondiali della COP29 agiscano per la sua comunità.
La storia di Zinhle dallo Zimbabwe
Secondo le Nazioni Unite, in Africa meridionale il cambiamento climatico indotto dall'uomo ha anche aggravato la siccità legata a El Nino che ha bruciato le terre e distrutto i raccolti per la maggior parte di quest'anno.
Zinhle, 14 anni, viene dallo Zimbabwe, dove sua madre vendeva capre grazie al quale riusciva a pagare le tasse scolastiche, ma quasi tutto il bestiame è morto a causa della mancanza di cibo e acqua.
“Abbiamo arato i nostri campi, ma tutti i raccolti sono stati bruciati dal sole e non abbiamo ricavato nulla. A casa eravamo soliti mangiare tre pasti al giorno, ma ora ne mangiamo due”, ha raccontato “Vorrei dire ai leader mondiali che la siccità ci sta colpendo. Dovrebbero trovare soluzioni che ci facciano rimanere a scuola, perché se l’abbandoniamo, non avremo un futuro”.
In Zimbabwe la semina è stata ritardata di due mesi o più, incidendo significativamente sui raccolti di mais e mettendo il 47% della popolazione a rischio di fame acuta.
Per approfondire leggi il comunicato stampa.